martedì 8 novembre 2005

A Est di Paperino
- di FILIPPO FACCI -
Mortificazione è l'unica espressione che possa accompagnare la più sfortunata micro-campagna civile di tutti i tempi, campagna che questa rubrica tempo fa cercò di condurre per difendere (nota bene) i diritti degli uccelli. Raccontammo le modalità di preparazione del foie gras italiano (anatre col becco tagliato, immobilizzate, ingozzate con un tubo di 28 centimetri sinché il fegato gli si gonfi sino a dieci volte) e spiegammo che la legge contro il maltrattamento degli animali era stata elusa.
Poi l'aviaria, o meglio la sua sindrome. Manifesti apocalittici su pandemie da milioni di morti, oche, polli e gabbiani prefigurati come bio-terroristi, ornitologi cui viene chiesto se sia possibile bloccare gli uccelli migratori o in alternativa sterminarli tutti, squadre di uomini in mascherina che radunano volatili e li asfissiano nei bidoni della spazzatura, tremila galline sotterrate vive in Albania, addirittura raccomandazioni affinché il pollo venga cotto: come se al mondo esistesse qualcuno disposto a mangiare polli crudi.
E noi, tre o quattro giorni prima, con gente che se vede un pulcino cerca il napalm, noi qui con la nostra campagnina: non siate crudeli con gli uccelli. Siamo stati sfortunati. Le campagne civili sono un lusso dei tempi, schiumetta che galleggia sul mare di bonaccia, sono un pianeta che sonnecchia pacifico prima della tempesta. È arrivata.

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