martedì 24 gennaio 2006

Su "Lotta continua" scrivevano così. da pepeonline.it

Non è un volantino delle BR. Era il giornale più “in” degli anni ‘70, quello che faceva “opinione”. E che continua a farla anche oggi visto che una buona fetta dell’odierna classe intellettuale (Sofri, Lerner, Deaglio, Mughini, Liguori, Carlo Panella, Ravera, Claudio Rinaldi, Erri de Luca, Boato, Manconi...) viene da qui

Un mondo migliore è possibile. Ma chi paga? “Sono questi i proletari a cui gli operai delle grandi fabbriche devono saper dire delle parole chiare: lavoro o no, vogliamo mangiare, vogliamo vivere, vogliamo essere pagati.” “No all’aumento della produzione, no allo straordinario, riduzione di orario a parità di salario per tutti (e soprattutto nelle fabbriche dove gli operai vengono messi a cassa integrazione), mutua pagata al 100% tutto l’anno”
“Non ci libereremo mai della schiavitù del salario, cioè del lavoro sotto il padrone, finché lotteremo soltanto per aumentare le nostre paghe (…) questo però non vuol dire rinunciare agli aumenti salariali, perché i prezzi aumentano continuamente e se non aumentano le paghe finiremo per lavorare gratis”.
Vogliamo tutto e subito “Vogliamo un aumento salariale per tutti e che sia grosso”. “Vogliamo la riduzione dei prezzi di tutti i generi di prima necessità: cibi, affitti e vestiari”. “Vogliamo scuola, trasporti e assistenza gratuiti” Più benessere per tutti? Facile: basta lottare uniti! “Dove hanno avuto la forza e l’organizzazione per farlo, [gli operai] le case se le sono prese”. “Noi non andremo in Parlamento a chiedere il ribasso generale dei prezzi, ma lavoreremo per organizzare la lotta nelle fabbriche, nei quartieri e nelle piazze. E nemmeno ci preoccupiamo di spiegare ai padroni come salvare capra e cavoli: come concedere il ribasso dei prezzi senza andare in malora, come fanno invece i sindacati quando chiedono le loro riforme”. “A noi di rovinare i padroni non ci fa tristezza. La loro morte è la nostra vita”. “La nostra vita è piena di cose che non abbiamo, che dobbiamo pagare a caro prezzo, ma che possiamo prenderci con facilità se siamo tutti uniti e lottiamo tutti assieme”
Brani estratti da “Verso la lotta generale: lottiamo per vivere”,
Lotta Continua, 2 febbraio 1972

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