martedì 7 marzo 2006

Il caro petrolio aguzza l'ingegno. il Foglio

E rende convenienti investimenti finora inesplorati. Ecco alcuni esempi

Il rialzo del prezzo del petrolio e le tensioni politiche stanno cambiando velocemente la scena energetica mondiale. Nei giorni scorsi è stato varato il gasdotto dall’estremo Canada, in zona polare, a Chicago, col diametro pari all’altezza d’un giovinetto. Poi è stato annunciato che le multinazionali ora progettano un investimento colossale nelle sabbie petrolifere canadesi. L’estrazione dell’oro nero dalla sabbia finora non era risultato conveniente, anche se i giacimenti sono enormi, dati i costi per la depurazione con temperature elevate. Ma con il greggio sopra i 40 dollari il barile l’operazione è economica. Ora arrivano altre due notizie, sul metano e gli emirati arabi, area che nello scenario dopo Saddam è considerata sicura. Gli emiri chiedono ai petrolieri occidentali tecnologie per l’estrazione e la depurazione del gas ad alto tenore di zolfo, che sino ad ora reimmettevano nei pozzi petroliferi o lasciavano nel sottosuolo, per mancanza di redditività. Superati i 40 dollari, il quadro cambia.
Gli emiri ora vogliono trasformare il gas solforoso in energia pulita per i loro impianti energetici e di termo-refrigerazione, al posto del petrolio, che si vende così bene sui mercati internazionali. Si fa avanti anche un altro progetto, quello che prevede la trasformazione del gas in benzina ed è noto col nome di Gtl (gas to liquid), un vecchio brevetto della Germania di Hitler in tempo di guerra teso a ottenere dal carbone il gas e poi la benzina. Il piano venne ringiovanito in Sud Africa, durante l’embargo occidentale che stimolò la ricerca di una soluzione autarchica con il carbone locale. Col petrolio sopra i 40 dollari, il processo è interessante anche per l’esportazione di diesel da metano, per auto, in concorrenza con le benzine più leggere. Anche perché il Gtl inquina assai meno della benzina. La sudafricana Sasol e la Qatar petroleum stanno costruendo un primo impianto. Nel prossimo decennio s’investiranno negli emirati 40 miliardi di dollari in Gtl. I giapponesi lo prenotano per Tokyo mentre Toyota prepara motori ad alto rendimento, ecologici e brillanti. Così il caro prezzi e le tensioni politiche generano, per chi sa investire, i fattori di riequilibrio.

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