venerdì 31 marzo 2006

La riduzione delle tasse della Casa delle libertà.

http://www.versoilvoto.it/documenti/P-Articolo-Tasse.pdf

La riduzione fatta dal Governo illustrata nei dettagli in modo sintetico e chiaro

44 commenti:

Anonimo ha detto...

Voglio porre un semplice quesito riguardo le tasse. Come tutti hanno avuto modo di constatare con l'arrivo dell'€ quasi tutti i prezzi sono raddoppiati confermando il truffaldino cambio 1€= 1000 lire, orbene,se io aquistavo un prodotto che costava 1000 lire, pagavo ,mediamente il 10 % di Iva ,che è una tassa , quindi 100 lire erano di tasse per lo stato. Ora se aquisto il medesimo prodotto e mi costa 1€ la tassa iva ,che è sempre il 10 % sarà di 10 centesimi che sono 200 lire (circa). Possiamo intendere questo reale raddoppio di iva come un aumento delle tasse ? E se sì ( come io ritengo lo sia )vi rendete conto che enorme e colossale aumento (introito) fiscale questo governo ha attuato con la vergognosa e criminale complicità di tutta la catena distributiva del commercio. Taccio sulle tariffe per carità di patria

Anonimo ha detto...

Complimenti questa è pura fantasia,
Basta qui nn si fanno discussioni,qui si prende per il culo la gente con cifre FASULLE.

Anonimo ha detto...

E intanto le tasse c'erano. E tante.
E il governo di sx, col cavolo! che te le levava! anzi ... !!!
Il governo Berlusconi le ha effettivamente fatte diminuire.
Cosa che la sx non ha mai fatto.
Milioni di contribuenti non presentano nemmeno la denuncia.
altri milioni di contribuenti pagano di meno.
E' inutile contestarlo. E' un fatto!
Le pensioni minime a 500 euro. In vista l'aumento a 800. Col cavolo che la sx vi darà 800 euro di pensione minima!
E' diminuita la disoccupazione. E' un fatto!
E poi dicono che tutto è allo sfascio!
QUESTA SI' CHE E' VERA DELINQUENZA POLITICA!!!!!

Anonimo ha detto...

E NON è NEANCHE VERO CHE HA FAVORITO I RICCHI PERCHé GLI SGRAVI FISCALI SONO ANDATI A BENEFICIO DELLE FASCE PIU' BASSE.
L'AFFERMAZIONE CHE SONO STATI FAVORITI I PIU' RICCHI
-----E' DELINQUENZA POLITICA ---
QUELLA VERA.

Anonimo ha detto...

AFFIDABILITA'
VI RICORDATE QUANDO AMATO, A VOLO RADENTE, FECE PIAZZA PULITA NEI NOSTRI CONTI CORRENTI, NOTTETEMPO E ALL'INSAPUTA DI TUTTI?
QUESTO E'IL MODO DI AGIRE DELLA SX.
COME CHIAMARE QUESTO BLITZ?
---- DILINQUENZA FISCALE---

Anonimo ha detto...

«L’Unione vuole più tasse anche per gli autonomi»

Tremonti: «Per ripagare il taglio del cuneo fiscale, l’Unione colpirà gli atipici ma anche commercianti e artigiani»

«Il gioco perverso dei contratti a tempo determinato più favorevoli è accaduto anche nella Pubblica amministrazione: una follia. Un Paese civile che vuole combattere il precariato, la prima cosa che fa è di renderlo meno conveniente. Non deve più accadere che un contratto a tempo determinato sia più vantaggioso», afferma a Radio anch’io Romano Prodi. E difatti, nelle intenzioni dell’Unione, c’è un aumento della contribuzione per gli ex co.co.co, lavoratori autonomi o a progetto, insomma i cosiddetti parasubordinati. Oggi versano il 18,5% di contribuzione, domani potrebbero arrivare al 23%. Uno scherzo che potrebbe costare ai datori di lavoro e agli atipici, secondo i primi calcoli del sottosegretario al Welfare Alberto Brambilla, qualcosa come quattro, forse cinque miliardi di euro.
Rendere meno conveniente il lavoro atipico è parte essenziale del programma dell’Unione. A rendere meno fumosa la proposta ha pensato Tiziano Treu, che da ministro del Lavoro del governo Prodi pose le basi, con il suo «pacchetto», proprio della flessibilità nel lavoro. Dichiara Treu a News settimanale: «Per quanto riguarda i co.co.co e i contratti a progetto, adesso sono anomali, costano troppo poco rispetto a un contratto a tempo indeterminato. Un datore di lavoro - spiega l’esponente della Margherita - non è incentivato ad assumere se il livello di contribuzione è al 33% contro il 18% dei parasubordinati. Perciò abbasseremo il 33 a circa il 27-28%, e alzeremo progressivamente il 18 fino al 22-23%». Ed alla Stampa Treu aggiunge: «Se non modifichiamo la legge Biagi quello che sta accadendo in Francia avverrà anche da noi. Bisogna incentivare il lavoro stabile, per far costare di più, e così scoraggiare, il lavoro a progetto».
Programmi e dichiarazioni allarmanti, che per il ministro dell’Economia Giulio Tremonti hanno un significato preciso: «Unione significa tassazione, ogni giorno una scoperta». E aggiunge: «Oggi Prodi ha detto che vuole aumentare la contribuzione a carico dei coordinati e continuativi, autonomi, coordinati a progetto, agricoltori, artigiani, commercianti, portando l’aliquota della contribuzione al 25%. Prodi non lo dice apertamente, è da decifrare - spiega Tremonti - ma è facilissimo: vogliono portare l’aliquota al 25%». Il ministro dell’Economia non condivide l’obiettivo di rendere meno conveniente il precariato: «Il loro obiettivo - dice, riferendosi al centrosinistra - è spostare la contribuzione: tassare i figli, o quelli che non hanno un lavoro fisso, per favorire i padri e quelli che hanno il posto fisso».
In realtà, l’incremento della contribuzione a carico dei lavoratori atipici serve per finanziare, almeno in parte, il promesso taglio del cuneo fiscale per le imprese. «Un taglio di cinque punti del cuneo, compresa la Pubblica amministrazione, costa fra i 12 ed i 15 miliardi di euro - spiega Alberto Brambilla, il sottosegretario al Welfare che ha sempre seguito le questioni previdenziali - escludendo il pubblico impiego, costa almeno 10 miliardi di euro. Oggi l’aliquota contributiva su autonomi, commercianti, artigiani e atipici è al 18,5%. L’armonizzazione dell’Unione potrebbe voler dire un rialzo di 5 punti percentuali per queste categorie, con un maggiore onere di 4-5 miliardi di euro. C’è poi l’apprendistato, la cui sottocontribuzione - aggiunge - vale 2,4 miliardi di euro». Brambilla ricorda poi che la riforma Dini prevede, comunque, un incremento della contribuzione degli autonomi al 20% a partire dal 2010. «L’Unione vuole anticipare questa scadenza, e per gli interessati mi pare una prospettiva un po’ allarmante».
«Mentre si prendono impegni fumosi sulla riduzione del costo del lavoro - osserva il sottosegretario Maurizio Sacconi - si propone con certezza di alzare i contributi dei contratti di apprendistato voluti da Biagi per incentivare l’ingresso dei giovani nel mercato del lavoro. Se cancellassimo la legge Biagi - aggiunge l’esponente di Forza Italia - sarebbe un passo indietro anche dal punto di vista dei contributi».

Anonimo ha detto...

------LA BANDA TASSOTTI-----

Sulle erratiche prese di posizione della sinistra in materia fiscale, sin dal primo istante il Giornale ha fatto il suo mestiere: analizzato, ricercato e anche polemizzato. Dario Di Vico, ieri sul Corriere dell' ... Unione, quotidiano che ha pubblicamente scelto la linea del centrosinistra, ha scritto, riguardo le proposte fiscali:

«La politica deve governare le paure degli elettori, l’Unione... e i suoi leader hanno spaventato l’elettorato con annunci contraddittori».
Non pensiamo dunque di fare «delinquenza politica», rivolgendo a Prodi cinque precise domande. Molto precise, e forse anche un po’ tecniche. Ma indispensabili per dare corpo a quelle che noi consideriamo minacce sul risparmio e il lavoro degli italiani e che il Professore e la sua coalizione ritengono invece politicamente corrette.
1 Tassazione dei titoli di Stato. Nel programma dell’Unione si parla di armonizzazione delle rendite finanziarie. Prodi, nelle sue ultime uscite, ha escluso la retroattività di questa manovra che prevede l’innalzamento dell’aliquota al 19-20%. Cosa succede, Professore, per quei titoli emessi e comprati anche molti anni fa, e che staccheranno cedole nei prossimi anni? Il rendimento di un vecchio Btp o di un’obbligazione societaria, tra un anno, a quale aliquota verrà tassato? Anche titoli comprati nel passato, ma che assicurano i loro rendimenti in futuro, verranno esentati dall’inasprimento fiscale?
2 Fondi comuni di investimento. Il risparmio gestito degli italiani sfiora 1,1 miliardi di euro. I fondi comuni, unico Paese praticamente al mondo, vengono tassati, grazie ad una norma di Vincenzo Visco del 1998, alla fine dell’anno. Ma non sui guadagni effettivamente realizzati. Vengono colpite le plusvalenze maturate, teoriche e dunque virtuali. I gestori dei fondi pagano il 12,5% su un guadagno che c’è sulla carta, ma non ancora realizzato. Il costo fiscale viene quotidianamente scaricato sui risparmiatori. Gentile Professore, aumentando la tassazione sui capital gain, questo meccanismo diabolico di «processo alle intenzioni di guadagno» verrebbe amplificato. Ha intenzione di replicare questa aberrazione?
3 Successioni e donazioni. Prima questione dirimente è stabilire le soglie di esenzione. Verranno fornite prima delle elezioni? E a che livello saranno? Perché, Professore, sulla riduzione del cuneo fiscale ha dato cifre precise dei tagli e sulle franchigie delle successioni e sulla loro aliquota, tace? Inoltre alcuni fiscalisti sostengono che sia allo studio una manovra per congelare gli effetti elusivi che le tante donazioni di questi giorni stanno creando. Sostanzialmente verrebbe introdotta una nuova gabella da applicare al momento del ricongiungimento tra usufrutto (che in genere si tiene chi dona un immobile) e nuda proprietà, come spieghiamo a pagina 4. C’è qualcosa di vero?
4 Scudo fiscale. Grazie a questa manovra rimpatriarono in Italia 70 miliardi di euro. Esiste, Professore, la volontà di fare applicare alle banche che custodiscono questi danari, una nuova imposta sostitutiva, magari una tantum?
5 Contributi sui lavoratori autonomi e precari. Oggi sono mediamente sotto al 20%. Ha intenzione di alzarli?

Gentile Professore, sono cinque domande. Sono le cinque paure che avete alimentato in questa campagna elettorale in materia di fiscalità. Dare una risposta precisa e di coalizione a questi interrogativi, farebbe svanire il timore, senza offesa, di ritrovarci al governo una banda Tassotti.

Anonimo ha detto...

Non cambiano mai
Per la sinistra la proprietà è un furto

L'altra sera si discuteva di tasse e imposte nel corso di una trasmissione televisiva di Raitre (la "casa"di Lucia Annunziata e colleghi). C'era il postcomunista Luciano Violante, capocamera dei Democratici di sinistra, e a giustificazione della sua idea che i "ricchi" debbano pagare tasse salate tirava fuori questa teoria: che chi ha "preso" tanto, un po' deve "restituire". Scelta terminologica non casuale, e molto significativa. Nel quadro di principio, sostanzialmente accettabile e condiviso, che impone un regime fiscale in qualche modo misurato sulle capacità contributive, la teoria scappata di bocca a Violante si segnala per una premessa diversa e per un obiettivo ulteriore: e cioè che guadagna - re ed arricchirsi è "prendere", e che per ricondurre a giustizia questa stortura è necessario "restituire" una parte di ciò che si è in quel modo ottenuto (non guadagnato, appunto, ma "preso").

Anonimo ha detto...

Voglio raccontarvi un piccolo aneddoto, poko significativo forse per molti di voi, ed anche passato inosservato da tutti , o quasi.

parlo del gioco del lotto.

premessa: il gioco esiste in Italia dal 1871 e per piu di 100 anni è stato piu o meno sempre lo stesso.

la giocata minima era di 1000 lire e la TASSA SULLE VINCITE del 1%.

con l' entrata dell' euro si è passati da un giorno all altro a 1 euro, per cui IL RADDOPPIO della posta minima e al 3% di TASSE SULA VINCITA.

nel 2004 , il Min. TREMONTI, con la sua finanziaria radoppia ancora la tassa sulla vincita portandola al 6% (con un aumento del 600% in pochi anni) e, non contento, aumenta il numero di giocate settimanale pasando da 2 a tre.

Ora so gia' che qualcuno dirà: ma mica sei obbligato a giocare al lotto. VERO. ma le lotterie rappresentano una forma di TASSAZIONE INDIRETTA, di quelle che il pelato non considera, SOSTANZIALI , al punto da considerarle come una entrata SICURA nelle finanziarie.

qualcuno ha parlato di pura fantasia prima... questi dati purtoppo sono reali, non mi potete smentire.

Anonimo ha detto...

vi ricordate quanto si pagava quando ala posta saldavate un conto corrente postale??
la tassa era di 1200 lire.

con l'euro si va a 1 euro ( cioe 1900 vecchie lire)

1900-
1200=
600
______

600 Lire per ogni conto corrente postale pagato da ogni singolo italiano ogni singoo giorno in ogni ufficio postale.

avete idea di quanti MILIARDI di tasse indirette ci stanno fottendo ??

Anonimo ha detto...

Dal 10 aprile in poi, addio impunità. Avete fatto vomitare il mondo intero salvando Previti dalla galera, quando invece bisognava salvare l'Italia dalla crisi.

Anonimo ha detto...

Bravi ragazzi!
Avete ragione voi! Viva l'Unità. Viva i cervelli all'ammasso!
Votate tranquillamente Prodi, poi i conti, dato che non li fate prima, li farete dopo. A spese delle vostre tasche.

Saluti proletari.

Anonimo ha detto...

PRODI MANDA IN SVIZZERA UNA PACCATA DI MILIARDI

GIÀ ESPATRIATI 6MILA MILIARDI DI VECCHIE LIRE PER PAURA DELL'ULIVO

Il dato è già contenuto nelle pieghe del puntuale bollettino economico trimestrale della Banca d'Italia, nel capitolo dedicato all'analisi del "Risparmio finanziario delle famiglie e il finanziamento delle imprese in Italia", esattamente a pagina sessantotto (numero 46 di marzo). Bisogna leggerli con attenzione: i depositi bancari delle famiglie italiane all'estero sono cresciuti da meno 4.750 milioni di euro, del 2004, quando per effetto dello scudo fiscale i soldi erano tornati in Italia, a 1.082 milioni dell'ultimo periodo, con una consistenza di 3.079 milioni. In altre parole 3 miliardi di euro hanno attraversato il confine e sono finiti (...) (...) nelle banche estere, che tradotto in vecchie lire fa seimila miliardi. Non basta, si è passati da -20 milioni di euro di titoli a breve termine a più 445 milioni di titoli a breve termine, circa novecento miliardi di lire, poi ci sono quelli a lungo termine cresciuti da -3.412 a 7.266 milioni di euro, in lire circa 14mila miliardi. Cifre da capogiro che indicano chiaramente una tendenza; alla fine del conto gli italiani hanno all'estero, secondo i dati della Banca d'Italia, consistenze per oltre 3.434.450 milioni di euro fra depositi, titoli e fondi comuni. Un bel gruzzolone rispetto al quale sono diminuite solo le partecipazioni azionarie, perché come è noto sono gli stranieri che comprano le nostre aziende e non viceversa.

Anonimo ha detto...

Ecco la tassa occulta della sinistra
MILANO
È inutile girarci intorno. Se vince l'Unione arriverà una tassa da oltre 4 miliardi. Colpirà le famiglie. Quelle che hanno investito i loro risparmi: in Bot, fondi e azioni in Borsa. Romano Prodi l'ha confermato: la tassazione sulle rendite finanziarie salirà dall'attuale 12,5 al 20%. Tradotto significa un aumento del gettito pari a 4,144 miliardi di euro. Per capirsi, 8.023 miliardi di vecchie lire. Almeno in base ai dati del 2004. Il conto è presto fatto. Due miliardi e 200 milioni arriveranno dal capital gain, cioè l'imposta che si paga quando, vendendo un titolo, si realizza un guadagno. Altri 1,6 miliardi saranno frutto dell'adeguamento delle ritenute su interessi su depositi e su redditi di capitali ( dividendi): in questo caso l'aliquota dovrebbe scendere dal 27 al solito 20%. " Briciole" giungeranno infine dall'inasprimento della tassazione sull'imposta sui fondi d'investimento ( 56 milioni) e sulle ritenute su utili distribuiti da una società ( 184 milioni).

Anonimo ha detto...

Inoltre:
La terza casa (ma forse basta la seconda) verrà espropriata per legge.
Mesi 18+18
E quando te la rendono (se te la rendono) la trovi devastata.
Inoltre:
0 (zero) introiti per affitto + tasse irpef e ICI.
Ti conviene regalarla!!!!
Piccolo risparmiatore del ceto medio
----------VOTA PRODI! --------
E SCHIACCIATI LE P... FRA DUE MATTONI!

Anonimo ha detto...

Sulle tasse l'Unione ha perso tre punti
ROMA
Non è più solo un timore. Perfino tra i più vicini a Romano Prodi ora si ammette che un errore, da qualche parte, c'è stato. Il martellamento del Cavaliere sulla sinistra pronta ad aumentare le tasse e a colpire i risparmi sta colpendo nel segno. Secondo un sondaggio che circola a Palazzo Chigi il centrosinistra, da quando è iniziata la querelle sulle tasse, avrebbe perso tre punti percentuali. Nella war room del Professore, ovviamente, smentiscono. Ma la preoccupazione c'è. Anche perché perfino sui giornali che gravitano attorno alla sinistra il processo è cominciato. " Il Riformista", in un editoriale del condirettore, parlava ieri di un « triplice errore: di comunicazione, di disciplina di coalizione e di contenuti » .

Anonimo ha detto...

Per accontentare la Cgil l'Unione colpirà gli autonomi

Prodi sembra vergognarsi del programma fiscale della sua coalizione con riguardo alla tassazione delle rendite finanziarie e ai contributi sociali obbligatori. E si dà da fare per smentirlo, perché desta preoccupazioni e paure. Ma si tratta del programma della Cgil, di Bertinotti, dei Comunisti Italiani, dei Verdi, della sinistra cattolica e dei Ds. Ed è un programma senza cui non si può attuare la riduzione di cinque punti del cuneo fiscale sui costi del lavoro dipendente, che Prodi sostiene perché piace ad alcune grandi imprese e alla Cgil. Dei cinque punti di sgravio, l'onorevole Fassino dice che metà andranno in aumento di salario e metà in riduzione dei costi delle imprese, mentre Bertinotti al fifty fifty sostituisce i due terzi a salario e un terzo alle imprese. Ora 2,5 dei 10 miliardi necessari per l'operazione di taglio di cinque punti di cuneo fiscale, secondo quanto si legge nei testi tecnici che stanno a base della proposta, dovrebbero derivare dalla cosiddetta armonizzazione della tassazione sulle rendite finanziarie. E a negare questo progetto non basta certo l'affermazione che non saranno tassati i Bot di vecchia emissione.

Anonimo ha detto...

Per cucinare i bimbi i cinesi hanno pure la ricetta

B ando allo scetticismo: se qualcuno, sordo alle numerose testimonianze storiche, ancora non credesse che in Cina la tradizione di mangiar bambini fosse tenuta in gran conto, ebbene si dovrà ricredere. La " Cucina Italiana", rivista culinaria d'antico prestigio e rinomanza, ne da' testimonianza addirittura nel suo numero 0, datato 1929: comunismo o non comunismo, in Cina i bambini venivano mangiati, e marinati erano ancora più appetitosi. Il primo ad accorgersene è stato Edoardo Raspelli, che ebbe in dono il prezioso numero da Anna Gosetti della Salda, storica direttrice della rivista: incuriositi, abbiamo guardato anche noi.

Anonimo ha detto...

BENEDETTO XVI

'Non sacrificare l'uomo alla scienza'

Il Papa agli accademici di tutto il mondo: 'E' fondamentale chiarire quale sia la condizione dell'uomo che è alla base dei nuovi progetti'

Città del Vaticano, 1 aprile 2006 -
«Occorre dire con forza che l'essere umano non può essere mai sacrificato ai successi della scienza e della tecnica: ecco perché appare in tutta la sua importanza la cosiddetta questione antropologica, che per noi, eredi della tradizione umanistica fondata su valori cristiani, va affrontata alla luce dei principi ispiratori della nostra civiltà, che hanno trovato nelle Università europee autentici laboratori di ricerca e di approfondimento». Lo ha detto Papa Benedetto XVI nel nel discorso rivolto, nella Sala Clementina, centinaia di accademici partecipanti al Seminario promosso dalla Congregazione per l'Educazione Cattolica (dei Seminari e degli Istituti di Studi) provenienti da una cinquantina di Paesi europei aderenti al cosiddetto «Processo di Bologna» a cui anche la Santa Sede ha offerto il proprio contributo.

«La questione fondamentale oggi - ha riocordato Papa Ratzinger -, come ieri, resta quella antropologica. Si tratta cioè di chiarire quale sia la concezione dell'uomo che è alla base dei nuovi progetti. E giustamente voi vi domandate a servizio di quale uomo intenda essere l'Università: di un individuo arroccato nella difesa dei soli suoi interessi o di una persona aperta alla solidarietà con gli altri, nella ricerca del vero senso dell'esistenza?
Ci si chiede, inoltre, quale sia il rapporto tra la persona umana, la scienza e la tecnica. Se nel XIX e XX secolo la tecnica ha conosciuto una crescita stupefacente, all'inizio del XXI secolo ulteriori passi sono stati fatti: lo sviluppo tecnologico ha preso in carico, grazie all'informatica, una parte anche delle nostre attività mentali, con conseguenze che coinvolgono il nostro modo di pensare e possono condizionare la nostra stessa libertà».

Anonimo ha detto...

State farnticando.

postate dati reali, non vostre supposizioni derivate da patetici slogan

Anonimo ha detto...

DEMAGOIA E FINANZA

Prima i capitali, poi i Bot
La questione fiscale ha suscitato fra i leader del centrosinistra e delle sinistre cupidigie, furori e tremori. Il programma dell’Unione, pur nella sua prolissa ambiguità, presuppone strutturalmente, come direbbe un tecnico, un aumento della pressione fiscale perché altrimenti non si spiega come potrebbe essere abbattuto quel cuneo fiscale, che è il vero padre di tutti i cunei e di tutte le polemiche. Lo stesso Prodi ha detto, disdetto e contraddetto, ma sostanzialmente ha confermato la vocazione tributaria e predatoria, tant’è che alcuni suoi alleati per calcolo elettorale (Rutelli, Fassino, Mastella) hanno cercato di smarcarsi negando, attenuando, diluendo. Altri ancora, però, come Bertinotti in materia di successioni, hanno ribadito la pulsione incontenibile a imporre tasse, balzelli, gabelle. Infine, l’altro ieri, Alfonso Pecoraro Scanio, che nella compagnia di giro fa l’attor giovane e il finto ingenuo, ha tirato fuori, durante una trasmissione televisiva, un’altra idea geniale: ritassare, con una stangata aggiuntiva del 10 per cento, i miliardi di euro (fra 70 e 80) rientrati dall’estero con l’intesa del cosiddetto «scudo fiscale». Com’è noto, su questi capitali è stata pagata, al momento del rientro, un’imposta del 2,50 per cento e con questo concordato si è chiusa ogni questione fra il fisco e i proprietari di quelle risorse. Che sono tornate a casa, per essere impiegate nel nostro sistema economico e finanziario.
È difficile dire quale senso dello Stato abbia l’onorevole Pecoraro Scanio, ma non sfugge a nessuno che l’amministrazione finanziaria, che mantiene la stessa faccia quale che sia il governo in carica, non può mai venir meno alla parola data e ai patti sottoscritti. Soprattutto in materia di finanza, di fisco, di risparmi. Una misura come quella ipotizzata dal parlamentare verde è tipica degli Stati assoluti o primitivi, nei quali il sovrano poteva, con artifici, editti e fatti compiuti, confiscare i beni dei sudditi. Se è questa la concezione dello Stato di diritto che hanno taluni esponenti della sinistra, c’è veramente da preoccuparsi e non poco.
Come si procederebbe? Le banche e i fondi dove attualmente sono collocati quei capitali verrebbero incaricati di incamerare per conto delle Finanze, magari una tantum, una fetta di quelle sostanze? E ai proprietari cosa direbbero i funzionari del fisco: «Ci abbiamo ripensato, avete fatto male a fidarvi?». Nei sistemi di democrazia liberale le cose funzionano in maniera diversa, ci sono delle regole, dei principi, delle garanzie. Pecoraro Scanio e i suoi compagni pensano che la demagogia possa sopraffare anche il senso della legge e la consapevolezza dei diritti. In fondo, nessuno dovrebbe protestare se si spremono «i ricchi», i «detentori di capitali». Ma la demagogia è una cattiva consigliera. I principi valgono sempre e per tutti. La ritassazione dei capitali rientrati si rivelerebbe soltanto il primo passo all’indietro di una regressione civile incontrollabile. Se lo Stato non mantiene la parola per lo «scudo fiscale» può benissimo riperdere la faccia in materia di Bot e dichiarare unilateralmente decaduto il patto sulla misura della tassazione dei vecchi buoni del Tesoro. E giù stangate, pardon: armonizzazioni, suona meglio, capirai l’armonia.
E ancora, si potrebbero rivedere successioni e donazioni già chiuse, tutto diventa possibile quando la demagogia si traveste da ragion di Stato. In nome della socialità si possono attaccare il lavoro e i risparmi dei cittadini, anche di quelli che hanno impiegato una vita a mettere da parte ventimila euro. In Bot, s’intende, perché i vecchi dicevano: «Lo Stato non fallisce e non tradisce». Una volta era così, oggi non siamo sicuri di nulla.

Anonimo ha detto...

RICORDI AMARI

Quando Amato, a volo radente, RAPINO', di notte, proprio come fanno i ladri, i nostri conti correnti.
Questa è l'affidabilità che ci dà la sinistra.

Anonimo ha detto...

DEMAGOGIA E SPUDORATAGGINE

Prima ci dicono che tassano i titoli (tutti)compresi bot e cct.
Visto l'insuccesso fanno marcia indietro: solo quelli di nuova emissione.
Poi fanno ancora marcia indietro: solo quelli di grande consistenza.
Poi ci ripensano: non li tasseremo ma ripristineremo la tassa di successione.
Alta gaffe.
Marcia indietro.
Solo a partire dalle grandi fortune.
Quali? 180mila, no 250mila, no 500mila, no solo l'1 per cento degli italiani, le grandissime fortune.
E intanto si accorgono del malcontento.
Come fare?
Niente tasse!
Anzi, non lo sapete che le tasse le abbiamo abbassate noi?
Mi appello all'intelligenza degli elettori.
Questa è serietà?
Questa sarebbe la garanzia che ci danno?
Allora non tasseranno.
Una domanda:
E I SOLDI DOVE LI VANNO A PRENDERE?
Risposta
Dalle nostre tasche con le tasse (e salate) che ci appiopperanno addossso.

Anonimo ha detto...

Con la vittoria (facendo gli scongiuri) dell'Unione si celebrerà il rito funebre dell'Italia.
Prodi in testa con una mortadella.
Fassino a cassetta con la tuba e il vestito nero (la faccia va bene com'è).
Dietro tutti i componenti dell'Unione seguono il corteo. Dalle loro bocche escono denti di vampiro.
E quanto sangue sono già pronte a succhiare!

Anonimo ha detto...

DAI CHE SON COTTI

Berlusconi all'ultimo assalto. Ecco perché si possono ancora vincere le elezioni Quando un pretone dossettiano come Romano Prodi arriva a dare di delinquente all'avversario significa che è disperato, non ce la fa a reggere il confronto, boccheggia, sembra un ciclista piegato dai tornanti e più vicino alla cotta che al traguardo; cerca e accetta qualsiasi aiuto, la spinta di un tifoso, una secchiata d'acqua, un refolo refrigerante. Spettacolo deprimente quello di un leader senza partito né autorità né autorevolezza; d'accordo, il Professore vinse le primarie e ciò gli dà legittimità formale. Ma le primarie si svolsero mesi e mesi dopo che egli era stato scelto dalle segreterie di partito per rappresentare prima l'Ulivo poi l'Unione. Penoso. In pratica l'epiteto fallaciano Mortadella si attaglia perfettamente al personaggio: Mortadella, se tieni conto dell'etimologia, deriva da morte; mortadello, mortaio ovvero mortale eccetera. In questi giorni Prodi è anche pallido. Devono avergli detto che le distanze fra i due schieramenti si sono ridotte a poco niente: una virgola qualcosa, inapprezzabile per gli studiosi di scienze statistiche. Fra una settimana, nelle urne può succedere di tutto. L'esiguo vantaggio della sinistra rischia di essere divorato dalla Cdl; basta che Berlusconi e suoi annoiati soci fingano almeno di credere nella vittoria; basta che domani il Cavaliere rovesci il tavolo nel faccia a faccia con il suo "nemico"; basta che alcuni dei famosi o famigerati indecisi, infastiditi dalle minacce fiscali dei compagni, vadano al seggio e traccino la croce su Forza Italia, sulla Lega, su An o sul simbolo casiniano (o casinista).

Anonimo ha detto...

Prodi nostro che sei nei Mieli...

Prodi nostro che stai con Mieli, sia De Benedetti il tuo nome sia Fiat la tua volontà come in Sme...

Anonimo ha detto...

rispondo all' anonimo delle 9.01 quando dice che:

"ritassare, con una stangata aggiuntiva del 10 per cento, i miliardi di euro (fra 70 e 80) rientrati dall’estero con l’intesa del cosiddetto «scudo fiscale». Com’è noto, su questi capitali è stata pagata, al momento del rientro, un’imposta del 2,50 per cento e con questo concordato si è chiusa ogni questione fra il fisco e i proprietari di quelle risorse.

quei soldi erano all'estero perche evasi in maniera disonesta dalle tasche dello stato italiano, a danno di tutti i cittadini, per cui anche a danno mio e tuo.

i grossi capitali esportati all'estero che vanno a rifocillare le banche degli altri stati , invece che del tuo, che tanto ami, si chiamano evasione fiscale, e il governo berlusconi, invece di colpire duramente chi si macchia di un simile reato, di fatto , lo premia rendendo possibile uno sconto alla pena con un misero 2,5%..

capisci che quei soldi erano anche tuoi? chi li ha fottuti, in parte ti ha fottuto anche a te, rieci a capirlo? invece di costruirci un ospedale o un asilo, ci si sono comprati uno yacht personale.. riesci a comprendere ???

Anonimo ha detto...

x uomo nero
o bravo!
Ma il ciuco, quando c'è cascato una volta, non ci casca più.
Probabilmente, molti avranno già fatto il trasferimento (di nuovo), ma anche se ...
col cavolo! che d'ora innanzi, chi ha i soldi li investirà qui in Italia!
Secondo -
La serietà di uno stato si vede dalla scrupolità con cui mantiene gli impegni.
Che credito potrà avere un governo di sx che compie queste dabbenaggini?
Ultimo - I proventi di quelle tassazioni non basteranno.
Sai chi pagherà tutto il resto?
Indovinala grillo
Indovina indovinello!

Anonimo ha detto...

x uomo nero
Ma ti sembrano persone serie?
Prima hanno incominciato col dire che tasseranno rendite, case e successioni.
Visto l'insuccesso della proposta è arrivato il diluvio delle correzioni e delle smentite.
Sì, ma a partire da 180, no da 250, anzi da 500, no nessuno, ma solo i grandi patrimoni (??).
Sì, ma i bot in atto non si toccano, si parte dagli altri, ma no, da una certa cifra, ma sì, non si sa, vedremo, ma voi state tranquilli, i vostri risparmi non si toccano.
Insomma alla fine, tranne i grandi patrimoni, poco sugo, non paga più nessuno.
E le spese chi le copre?
Non ti illudere!
Il bischero del contribuente che paga le tasse. Su tutto.

Anonimo ha detto...

x uomo nero
Basta ricordare le acrobazie notturne di Amato che ci svuotò i conti correnti. Di notte. Come fanno i ladri.

Anonimo ha detto...

La sx e la stangata
Tutto diventa possibile quando la demagogia si traveste da ragion di stato.

Anonimo ha detto...

Una parte del mondo politico e intellettuale continua a pensare che la complessità della nostra società abbia bisogno di un maggior ruolo dello stato per poter essere governata al meglio, quando è vero il contrario. Più poderoso è l’intervento dello stato, più pericoli corre la libertà dei cittadini. Il dibattito sul conflitto di interessi, sulle tasse e sulla flessibilità del lavoro, al di là dei tecnicismi, verte esattamente su questo punto.
A grandi linee, c’è chi preferisce che sia l’opinione pubblica a sanzionare le violazioni dell’interesse pubblico, mentre gli altri non si fidano del libero arbitrio del popolo sovrano e si battono per regolare a priori e vietare per legge un eventuale conflitto di interessi, a patto che sia quel particolare conflitto di interessi a cui sono particolarmente interessati.
Sulle tasse c’è un’Italia che crede sia ingiusto lavorare metà anno per sé e gli altri sei mesi per lo stato, contrapposta a un’Italia che vuol tassare ancora di più i ricchi perché convinta che la povertà si sconfigga combattendo la ricchezza, non favorendola. E, non contenta di ciò, questa Italia inquadra nel mirino quel ceto medio costretto a lavorare in nero non perché mascalzone, ma a causa dell’eccessiva tassazione. C’è, infine, chi pensa che la libertà di poter licenziare in realtà significhi libertà di assumere, e non penserebbe mai di risolvere il problema del cosiddetto “precariato” proponendo di tassare i precari salvaguardando i già garantiti, come da programma dell’Unione.
Nel linguaggio politico corrente lo schieramento delle libertà viene definito conservatore, quello delle regole invece progressista. E’ vero il contrario. Archiviato nella pattumiera della storia il socialismo reale, l’inganno semantico nasce in America, ovvero nel paese che non ha mai conosciuto né fascismo né comunismo. Gli Stati Uniti sono una società liberale, nella quale i conservatori vogliono conservare le proprie libertà e i progressisti, che peraltro si chiamano liberali, si limitano a voler temperare gli eccessi del capitalismo, per farlo diventare più equo, più stabile e metterlo quindi al riparo da controrivoluzioni socialiste. Entrambi condividono la necessità di proteggere la società capitalista e il libero mercato. In Italia e in Europa quelle libertà non ci sono.
Viviamo, piuttosto, in società rigide, ingessate e ingabbiate da regole che l’omicidio di Marco Biagi e le rivolte di piazza a Parigi dimostrano quanto siano difficili da superare. Eppure c’è un’Italia che a queste difficoltà replica proponendo, anzi minacciando, ulteriori regole che necessariamente limiteranno le nostre libertà. E’ un’Italia che non si limita a voler normare tutto il normabile, ma espropria i genitori del diritto di scegliere l’istruzione dei figli, decide dove è più conveniente investire i propri risparmi, impone il servizio civile obbligatorio ai diciottenni, spiega agli imprenditori come si fa il loro mestiere. Tutto ciò, si badi, “per il bene dell’Italia” e, come ha detto lo stesso Romano Prodi, per “organizzare anche un po’ di felicità”. Ecco, ce la lasci organizzare a noi italiani adulti la nostra felicità.

Anonimo ha detto...

La laicità
Questa campagna elettorale ha avuto uno dei suoi punti focali nel tema della laicità dello stato, sicché si fa un gran parlare della necessità di separare lo stato dalla chiesa. Si dimentica però di aggiungere che quel principio costituzionale in America è nato per difendere la libertà religiosa dall’invadenza dello stato, non viceversa. Si dimentica inoltre che in una società libera vige anche la separazione tra lo stato e l’economia, tra lo stato e la vita quotidiana dei suoi cittadini. Noi, invece, viviamo in una società dei divieti che a destra, con Girolamo Sirchia, ci impone di non fumare, mentre a sinistra, con i coniugi Prodi, vuol togliere le merendine dalle mense scolastiche. C’è il paradosso per cui risulta legittimo che un interesse economico organizzato come il sistema coperativo possa fare politica, mentre il proprietario di tre televisioni (e molto altro) rischia di essere fatto fuori per legge. Ma anche che il sindacato possa intervenire nel dibattito politico, mentre per qualche strano motivo la Conferenza episcopale italiana no.
C’è sempre, o almeno quando conviene, un allarme ingerenza, un allarme democrazia, un allarme rincretinimento degli italiani. Come dice Sergio Ricossa, mai una volta che il partito delle regole e dei divieti dimostri stima dell’intelligenza altrui o che faccia fiducia agli elettori, alle loro capacità, alla loro libertà di espressione. Questo, ovviamente, non vuol dire che il conflitto di interessi berlusconiano non esista, ma non si può non tenere conto che, malgrado ciò, metà degli italiani continua a votare liberamente per il Caimano. Tanto più che l’anomalia berlusconiana ha origine da un’anomalia precedente, anch’essa unica al mondo, quella di un sistema televisivo bloccato, di proprietà dello stato, finanziato dai contribuenti, che le televisioni private hanno contribuito a rompere e a modernizzare contro la volontà del partito delle regole e dei divieti. Un partito che, successivamente, ha pure provato a far fuori la tv privata con tre referendum punitivi. La società libera allora disse di no.

Stefano Reves S. ha detto...

La riduzione delle Banane direi. Vi fate prendere per culo come i peggiori deficienti.

Anonimo ha detto...

Posso dire una cosa?
Fassino è un ingrato. Perché tutto si può capire. Che è in campagna elettorale e si ritrova a sostenere un tipo incattivito come Romano Prodi; che gli è capitato tra i piedi quel cuneo fiscale del cacchio; che si è intruppato con una banda di assatanati per i quali la forma più raffinata della politica è disegnata dai marciapiedi di piazzale Loreto; che anche così non si aspettava tanti passi falsi e che il mortaretto delle tasse gli è diventato una Fuorigrotta. Tutte cose per le quali è perfettamente comprensibile che Fassino reagisca e che lo faccia di brutto. Rovesciando le capre e le panche, gridando che l’Unione è la vittima inerme di una feroce aggressione, provando a far credere che la sua parte è sinonimo di galateo politico, giurando che la sinistra e le tasse si sono tolte il saluto da mo’ e perfino facendo passare il ragionier Tremonti per Capitan Fracassa. Tutto bene. Ma se Fassino dice: “Ora basta, esigo un interlocutore rispettoso”, ecco lì che si dimostra un ingrato. Ha fatto miracoli, Mieli, ma pretendere che trasformasse le boccucce a culo di gallina in interlocutori era un po’ troppo.

Anonimo ha detto...

- Mi permetto di ristabilire qualche verità sulla legge Biagi, ingiustamente accusata di essere la causa di un diffuso precariato.

Quali sono – a torto o a ragione – gli istituti contrattuali ritenuti responsabili della destrutturazione del mercato del lavoro? Soprattutto, le collaborazioni, i contratti a termine, il lavoro interinale. Nessuna di queste tipologie è “figlia” della legge 30 del 2003. Le collaborazioni sono esplose dopo che la legge Dini sulle pensioni, nel 1995, istituì una gestione previdenziale obbligatoria per queste figure. La legge Biagi ha cercato di ridimensionare il fenomeno separando – con il contratto a progetto – le collaborazioni vere da quelle fittizie (che sono automaticamente ricondotte, se accertate, a fattispecie del lavoro dipendente). Quanto ai contratti a termine, essi si fondano su di una direttiva europea recepita dal Parlamento italiano sulla base di un avviso comune delle parti sociali. Il lavoro interinale è stato istituito, meritoriamente, dal “pacchetto Treu”. Quanto agli ammortizzatori sociali è bene ricordare che – nella legislatura finita nel 2001, quando il centrosinistra aveva la maggioranza – fu approvata persino una legge delega di riforma del settore, a cui non venne mai data attuazione.

Infine, i posti fissi non nascono a colpi di norme, ma dalle performance economiche e dall’incontro delle volontà del datore e del lavoratore.

Anonimo ha detto...

Infine, i posti fissi non nascono a colpi di norme, ma dalle performance economiche e dall’incontro delle volontà del datore e del lavoratore.

4:29 PM

___

Il datore che investe soldi all'estero per po riportarli in italia grazie ad una legge salva-ricchi?
o l'industriale che va a costruire fabriche incina per èpagare meno tasse?

questo è successo. ed e' sucesso gia'.

stiamo parlando degli ultimi 5 anni. mica di quelli che dovranno ancora venire.

quello che dite è gia successo con il governo Berlusconi signori mie. e nessuno ha fatto nulla per proteggere il popolo.

anzi

Anonimo ha detto...

“Il Cavaliere non ha fatto nella sostanza nessuno sforzo per introdurre serie riforme per invertire il declino economico dell’Italia. “Durante i suoi cinque anni non sono avvenute né grandi privatizzazioni, né riforme strutturali”, dichiara Boeri della Università Bocconi di Milano, “La sua idea è di aumentare la spesa pubblica e di tagliare le tasse per rivitalizzare la domanda”. Non ha funzionato. Numerosi uomini di business europei sono preoccupati che in futuro l’economia italiana si deteriori al tal punto da costringere l’Italia ad uscire dall’euro”.

cauro maurom, la tua ricerca affannosa di articoli a fovore dello psiconano non dovrebbe eludere alcune considerazioni.

buon voto.

Anonimo ha detto...

17.03.2006
Il «Guardian»: Berlusconi è il nuovo fascismo, Blair e l'Europa se ne accorgano


«Berlusconi è il fenomeno politico più pericoloso oggi in Europa». Di più:
«È la più temibile minaccia alla democrazia in Europa occidentale dal 1945».

A scriverlo non è uno dei tanti giornali italiani che il premier ascrive all?opposizione, ma uno dei più autorevoli quotidiani inglesi, The Guardian, indipendente, ma da sempre vicino al Labour.

Anonimo ha detto...

Forse la gente non ricorda più:
Nel 1996 Prodi appena giunto al governo tassò i libretti e i certificati di deposito bancari vincolati oltre i 18 mesi "armonizzandoli" in via retroattiva ai conti correnti: l'aliquota passò improvvisamente dal 12,50 al 27%. Era una forma di risparmio molto utilizzata dai risparmiatori soprattutto anziani che alla scadenza (anche dopo 5 anni), loro disperati, si videro gli interessi decurtati di una quota consistente rispetto a quanto promesso alla sottoscrizione. L'ENNESIMO FURTO! Un ulteriore precedente che tradisce le reali intenzioni del candidato premier della sinistra

Anonimo ha detto...

Prodi ora ha paura: «Tasse, quanti errori»

Unione in affanno. Mentre BERLUSCONI va all’attacco e prepara il lancio di un piano per la casa


Romano Prodi ammette: «Non è stato un errore, ma uno SBAGLIO di comunicazione(!!!???)». E di quello «sbaglio», che gran confusione ha innescato sulle intenzioni fiscali del centrosinistra, si assume la responsabilità, in condominio con Fausto Bertinotti: «Abbiamo dato RISPOSTE D'ISTINTO». E così son venute fuori quelle due cifre, 180mila euro per il leader di Rifondazione, 250mila per il candidato premier. Cifre ENTRAMBE SBAGLIATE, si auto-boccia il Professore.
Sulla casa Berlusconi è pronto ad annunciare un nuovo piano che darà a un milione di italiani la possibilità di poterla acquistare.

Vista la mala parata corre a metterci un toppino.
Ma vinte le elezioni, non c'è più bisogno di toppini!!!!
E allora tasse!!! Un pretesto lo trova sempre!!!
Ma che siamo tutti fessi?
Che in fronte c'è scritto "Gio-Condor?".

Anonimo ha detto...

CHE CHIAREZZA!
PRIMA SPARANO LE CIFRE, POI VISTA LA MALA PARATA, LE SMENTISCONO (CON LA SOLITA VOCE DA PRETE) E DANNO ADDOSSO ALL'AVVERSARIO, PERCHE' LE DIFFONDE E LE SOTTOLINEA.
CHE VERGOGNA!
CHE IPOCRISIA!
CHE FACCE DI BRONZO!

IL CETO MEDIO E I PICCOLI RISPARMIATORI SI SCHIERINO A SPADA TRATTA CONTRO QUESTI SUBDOLI MENZOGNERI, CHE OGNI GIORNO SPARANO NUOVE BUGIE!
BISOGNA ESSERE CIECHI PER NON CAPIRE CHE PRODI E COMPAGNI CI PORTANO SU UNA STRADA COSPARSA DI TASSE E BALZELLI. TASSE E BALZELLI CHE DI GIORNO IN GIORNO SI FARANNO SEMPRE PIù PESANTI!

LA CASA DELLE LIBERTA', BERLUSCONI, VI PROPONE UNA POLITICA DI DETASSAZIONE E DI SGRAVI FISCALI!

A VOI LA SCELTA!
PS
CELANO LE LORO INTENZIONI SOTTO LA SUBDOLA FRASE
--------ERRORI DI COMUNICAZIONE---
-------SCAPPATO D'ISTINTO----

SI'. L'ISTINTO DI APPIOPPARE ADDOSSO AL CONTRIBUENTE UNA MONTAGNA DI TASSE.
ATTENTI ALLA TRAPPOLA! SI SONO ACCORTI (VELOCEMENTE) DEL MALCONTENTO SUSCITATO DAI LORO PROGETTI!
CHE PROGRAMMI CHIARI!
300 PAGINE PER NON DIRE NIENTE. O MEGLIO, SOLO TASSE.
UNA VOLTA AL GOVERNO VEDRETE QUANTI
SBAGLI DI COMUNICAZIONE
QUANTE RISPOSTE D'ISTINTO
SCAPPERANNO FUORI!

Anonimo ha detto...

GLI APPELLI NON SONO RIVOLTI AI COMPAGNI.
MA A QUEI FESSI DEL CETO MEDIO CHE VANNO A DARE IL VOTO A PRODI!

Anonimo ha detto...

Berlusconi ha gia governato 5 anni.

quando parliamo di lui , parliamo di un consuntivo, non di un preventivo.

Le cose che promette oggi, le aveva gia promesse 5 anni fa.

ma non le ha mantenute.
è inutile che girate e rigirate... andate a dirlo a tutti i milioni di italiani che non c hanno piu una lera (anzi un euro) che non è vero che l 'italia ha fatto passi indietro.

fate una prova : andate al mercato la mattina e cercate di convincerli.. sempre che riusciate a scappare..