lunedì 15 maggio 2006

L'atomo italiano. Davide Giacalone

L’Italia dell’eccellenza affondata dall’Italia dei demagoghi. Una notizia di cronaca dovrebbe provocare dolore, della carne e dell’anima, invece passa inosservata, relegata a cuoriosità: è stata rimossa l’enorme turbina che giaceva nel cuore della centrale Enrico Fermi, a Trino Vercellese. Leggete oltre, ed arrabbiatevi, per cortesia.
La centrale nucleare di Trino era ferma dal 1987, quella è la sua data di morte. Ma è più interessante la data di nascita: novembre del 1964. In quell’anno entrava in funzione, in Italia, la prima centrale europea per la produzione d’energia con combustibile nucleare. Eravamo i primi, il Paese era all’avanguardia, ed intitolava il merito al suo scienziato simbolo della ricerca nucleare, anche questa sul podio più alto. Abbiamo distrutto tutto.
Nel 1964 la Francia era alle nostre spalle, dipendente dal petrolio ed impegnata a spendere soldi nel nucleare militare. Oggi comperiamo energia elettrica dai francesi, e loro la producono, proprio dietro le nostre frontiere, con le centrali nucleari. Siamo compartecipi dei rischi, ma paghiamo anziché guadagnare. Ci spetta l’oscar degli scemi.
E veniamo ai rischi. I sofisticati sistemi di sicurezza della “vecchia” centrale Fermi hanno avvertito di un pericolo concreto, reale, terribile, una volta sola. Venti anni fa suonarono gli allarmi perché era possibile vi fosse una fuga di radioattività. Ma non era così, stava solo piovendo e la pioggia portava la radioattività sprigionata a Cernobyl (non dietro l’angolo, in Francia, no, nella lontana Unione Sovietica). Anche per i sistemi di sicurezza eravamo all’avanguardia, e la collaborazione con la Westinghouse ci metteva nelle condizioni di avere un potenziale mercato mondiale, di profittare dei vantaggi dell’essere più bravi e pionieri.
Su quel successo italiano si abbatté il vento velenoso della demagogia verde, tutti si scoprirono ecologisti, qualcuno anche grazie ai soldi dei petrolieri. Nel 1987 si tennero tre referendum da rincitrulliti, nessuno contro l’energia nucleare, ma uno contro il fatto che l’Enel partecipasse ad accordi internazionali, un altro contro il potere del Cipe di stabilire le localizzazioni, ed il terzo contro le agevolazioni ai comuni che ospitavano centrali. E chiudemmo la partita, grazie ad un elettorato imbesuito dalla paura radioattiva ed un mondo politico che se la faceva sotto a mettersi contro vento. Sol per questo quel mondo meritava d’essere punito e sfiduciato, invece fu abbattuto da altro. Non pagò per le proprie responsabilità politiche, ma mostrò, davanti all’attacco giudiziario, la stessa lucidità e lo stesso coraggio mostrati davanti alla demagogia ecologista. E cadde.
Adesso smontiamo la centrale, ne mettiamo dei pezzi in un museo, e portiamo i bimbi a visitare l’Italia che sarebbe potuta essere e che non fu.

22 commenti:

attila ha detto...

Non sono per nulla d'accordo.
La risposta ai problemi energetici italiani non è nella ripresa della ricerca sul nucleare, ma in una rapida "cura" dalla dipendenza da carburanti fossili.
Secondo stime dell'IEA (Agenzia Internazionale per l'Energia) il solo potenziale d'uso di tutte le superfici copribili con pannelli fotovoltaici potrebbe soddisfare il 45% del fabbisogno nazionale di energia.
Non dico che da domani si potrebbe abbandonare il petrolio, così su due piedi, ma che bisogna iniziare a lavorare in questa direzione.
Non solo, lo sfruttamento dell'energia atomica oltre ad avere dei costi intrinseci (basti pensare alla semplice, si fa per dire, materia prima di cui l'Italia non è produttore e che quindi andrà comprata altrove) ha anche tantissimi lati negativi.
Basti pensare alle esternalità negative relative alla produzione di energia nucleare: il semplice smaltimento delle scorie, oltre che oneroso economicamente, è anche pericoloso per l'ambiente. Ricordate quelo che è successo a Scansano? Vi immaginate cosa succederebbe se lo stoccaggio delle scorie dovesse avvenire una settimana sì ed una no? Aggiungiamoci le emissioni di gas serra nell'atmosfera, il degrado urbano delle aree vicine alle centrali e la perdita di valore di quegli immobili.
Ricordiamoci inoltre che in Italia bisogna sempre fare i conti con il fenomeno mafioso, che dove ci sono i soldi mette le mani.
Se dall'oggi al domani si decidesse di riavviare il programma di arricchimento dell'uranio e rimettere in attività le turbine, ci vorrebbero, si stimano, circa 25 anni prima che le centrali riescano ad essere di nuovo in attività.
25 anni. Quelli che auspicano il ritorno al nucleare questo non lo dicono.
Non sono una bazzecola. Perchè, invece di sprecare il nostro tempo così non lo utilizziamo per investire in energie completamente sicure, rinnovabili e a basso costo? Non capisco dove sarebbe il problema!
MI sembra che i vantaggi siano tutti da questa parte.
I pannelli solari sono brutti? Non più, visto che hanno inventato le "tegole solari" che rivestono direttamente il tetto e non deturpano la facciata delle case! Il rendimento di tali pannelli supera l'80% anche in inverno!

La maggior parte delle nostre abitazioni sono state costruite tra gli anni 50 e 60, durante il boom economico. Ebbene, in quel periodo non si aveva idea della futura carenza energetica e quei palazzi sono stati cotruiti senza un occhio di riguardo per il risparmio energetico. La dispersione di calore è altissima, in Europa siamo secondi solo al Belgio che sta peggio di noi. Invece di comprare il climatizzatore nuovo, mettete in conto un intervento di isolamento termico, il suo costo sarà ammortizzato semplicemente dall'energia elettrica che risparmierete per riscaldarvi e raffreddarvi!

Non bisogna pensare in termini di compravendita dell'energia, ma in termini di completa autosufficienza. Essa è raggiungibile sfruttando solo ed esclusivamente l'energia che è già presente sul nostro territorio: sole, vento ed acqua.

Anonimo ha detto...

perche qualcuno ha inventato l'aria ad aria compressa è nessuno ne parla??

cercate eolo su intenet e vedete da soli...

a chi ad fastidio unautomobile che cammina ad aria?

avete indovinato?

Anonimo ha detto...

scusate... sto un po rinco.. dicevo l'automobile ad aria compressa,,,,, si chiama eolo.
la fabbrica è chiusa, gli operai sono in cassa integrazione...

Anonimo ha detto...

certo, i nostri industriali saranno entusiasti dell'energia solare!

Anonimo ha detto...

NUCLEARE/SOLARE

a questo punto devo intervenire!!! i pannelli solari vengono usati quasi esclusivamente per riscaldare l'acqua. I costi sono limitati e si riesce a risparmiare qualcosa. Per quanto riguarda il fotovoltaioco, quello che produce energia elettrica, i costi sono spaventosi. Un normale consumatore per averne un guadagno, cio non vuol dire non pagare la bolletta, ma riprendersi la spesa iniziale, deve avere un bel pezzo di terreno, non basta un tetto di 80 metri quadrati.

Oltretutto dal punto di vista strettamente tecnico il grado di effetto utile e´ notevolmente inferiore a quella del nucleare. Il nuvcleare e´ la piu pulita fonte d'energia oltretutto allo stato attuale della tecnica i rischi possono essere contenuti e portati nei paraggi dello zero.

l'utilizzo del nucleare sarebbe anche una spinta per la ricerca, quella per il solare e´ gia abbastanza avanzata e negli ultimi anni non si sono avuti passi avanti

non bisogna mai fermare la tecnica solo per dei principi piu o meno politici

potrei farvi un esempio:

in germania due miei amici hanno consegnato pochi mesi fa la loro tesi in ingegneria meccanica con specializzazione energia. Bhe la loro tesi e´ una pompa di benzina, reale non di carta, che nel serbatoio ti versa olio di semi. Nel parcheggio dell'universita si puo adesso fare sto tipo di benzina

sarebbe pensabile in italia???

maurom ha detto...

Qui di seguito la recensione di un libro fondamentale per capire le problematiche ambientaliste: l'ho letto e ne consiglio la lettura ai verdi-rossi-ecopacifisti-ambientalisti.
Bjorn Lomborg

L'ambientalista scettico
recensione di Carlo Stagnaro - 4 luglio 2003

Molti militanti verdi lo considerano un mascalzone. Il WWF e il World Resources Institute gli hanno dichiarato guerra, intimando addirittura ai giornalisti di tenersi alla larga dal suo libro. La prestigiosa Scientific American lo ha "stroncato" con un editoriale presuntuosamente intitolato: "Science Defends Itself Against the Skeptical Environmentalist". La scienza si difende dall'ambientalista scettico. Eppure Bjørn Lomborg se la ride sotto i baffi perché, nonostante questa mobilitazione davvero degna di cause migliori, il suo monumentale lavoro ha bruciato ogni record di vendite. E' divenuto un best seller a livello mondiale, e proprio in questi giorni sta conquistando gli scaffali delle librerie italiane. Dopo una lunga attesa, Mondadori propone L'ambientalista scettico. Non è vero che la Terra è in pericolo (pp.522, €26,00). Una bomba.

A dire il vero, di questo volume si parla già da un po' anche in casa nostra. Aveva dato il via alle danze Gilberto Corbellini, con un'entusiastica recensione pubblicata su Le Scienze. L'avevano seguito a ruota molte altre testate, da Ideazione a Il Giornale, fino a culminare in un'intervista al vetriolo concessa da Lomborg ad Antonio Gaspari per la trasmissione d'Antonio Socci, Excalibur. Una ventina di minuti sono stati sufficienti allo statistico di Aarhus (Danimarca) per sparare ad alzo zero contro la "Litania". Vale a dire, quella lunga, infinita serie di credenze pseudo-scientifiche che i mercanti di terrore seminano sui fertili campi delle paure popolari. La sovrappopolazione? Non esiste. Le risorse naturali? Non s'esauriranno. La fame e la sete nel mondo? Sono in via di diminuzione. La biodiversità? Non c'è da preoccuparsi. L'inquinamento? E' molto meno grave di quanto si creda. L'effetto sera? Palle.

La lista dei totem che lo studioso nordeuropeo abbatte prosegue ancora. Né egli può essere accusato di parlare a vanvera: ogni affermazione è minuziosamente giustificata; l'apparato critico di quasi 3000 note e una bibliografia di 1800 titoli lasciano spazio a ben pochi dubbi. D'altronde, la storia di Lomborg fornisce ulteriore prova della sua credibilità. Membro di Greenpeace, vegetariano, uomo di sinistra, nel 1997 egli s'imbatté, quasi per caso, in un'intervista all'economista americano Julian Simon. Questi sosteneva che non fosse possibile definire alcun limite allo sviluppo - come avevano tentato di fare, con ben scarsi risultati, gli autori del famigerato rapporto del Club di Roma, The Limits to Growth. Ciò implica che si possa parlare di "sviluppo infinito". L'esperienza sembra confermare quest'idea: i prezzi di pressoché tutti i beni e le risorse sono andati costantemente calando nel corso della storia. Quei beni e quelle risorse, cioè, si sono fatti più abbondanti, e non più scarsi nel lungo termine. La ragione, secondo Simon, è che l'uomo non è un mero consumatore; di fronte ai problemi, grazie alle azioni concorrenti e indipendenti di molti individui una soluzione creativa finisce necessariamente per emergere, lasciando l'intera umanità in una situazione migliore. L'automobile è nata in virtù dell'esigenza che alcuni avevano di muoversi rapidamente; ma, dopo la sua diffusione, anche altri - che forse non avvertivano quel bisogno - hanno avuto un'opportunità in più e hanno goduto dei benefici derivanti dalla nuova tecnologia.

Poco meno d'una bestemmia, agli occhi dello scienziato danese. Che quasi se la prese a male, fu trafitto da queste teorie come da una tempesta di spilli. Era inammissibile che un cialtrone yankee andasse in giro a prender il prossimo per il naso, esponendo idee talmente folli da apparire quasi credibili. Così, mise in piedi un gruppo di studio per confutare, una per una, tutte le panzane a stelle e strisce. Ed ecco il fulmine a ciel sereno. Dopo mesi di dura fatica, ore e ore passate sul computer a elaborare dati (gli stessi dati in base ai quali gli ecologisti scandiscono la loro mesta via crucis di catastrofi prossime venture), Lomborg s'avvede che Julian Simon aveva ragione. Il mondo sta, tutto sommato, benino. Non benone, benino. Di sicuro, meglio di quanto stesse decenni e secoli fa. Il vagheggiato "ritorno al passato", a una vita "in armonia con la natura" è, con rispetto parlando, un pacco. Oggi l'aspettativa di vita alla nascita è maggiore, il tenore della vita è superiore, l'inquinamento minore e meno grave. Insomma: la storia dell'uomo è la storia della sua prodigiosa lotta contro la morte; che, nell'arco dei millenni, ha dovuto mordere la polvere e fare tanti passi indietro. In Occidente, nessuno soffre più di malattie quali la malaria, il tifo, il colera; nessuno muore per infezioni all'alluce e al dito mignolo. E anche i paesi in via di sviluppo sono incamminati su questa strada, pur tra mille difficoltà.

La lezione, allora, è che, se solo abbiamo la forza di toglierci le proverbiali fette di salame dagli occhi, osserveremo un mondo assai più gradevole di quel che ci viene dipinto dai "profeti di sventura" ambientalisti. Per giunta, comprenderemo che i problemi sono problemi, non tragedie; e che dunque possono essere affrontati e risolti grazie alla crescita economica, al progresso scientifico, all'evoluzione tecnologica. Infine, capiremo che le cose vanno analizzate per quello che sono, non per quello che sembrano. Che cause ed effetti non possono essere deliberatamente confusi. Così, il libero mercato (la deprecata "globalizzazione") non è la causa della povertà del Terzo Mondo, ma la sua grandiosa opportunità di sparigliare le carte. Del resto, non deve stupire che i paesi a economia capitalistica sappiano tutelare l'ambiente meglio delle nazioni comuniste: il mercato rende tutti più ricchi, e una società più ricca può permettersi di prendere in considerazione anche beni immateriali - ma di centrale importanza - come la qualità dell'ecosistema e la difesa della natura.

Un vecchio proverbio dice: scodella vuota, un solo problema; scodella piena, tanti problemi. Ecco: l'esistenza di tante preoccupazioni è, paradossalmente, indice del nostro benessere. Sarebbe folle sputare in questo piatto nel nome d'una chimera o, peggio, d'un'ideologia mefitica. Non può esservi paragone tra il benessere occidentale e la miseria del socialismo.

Carlo Stagnaro
stagnaro@ragionpolitica.it

Anonimo ha detto...

Il punto è uno solo:l'energia atomica,e nn lo dico io ma autorevoli esperti in materia,è decisamente troppo rischiosa e costosa per poter essere considerata come il futuro energetico del ns paese.
Esistono tanti altri tipi di energia,sicuramente piu puliti e sostenibili(eolica-solare-)che possono rappresentare un importante occasione x rendersi + indipendenti a livello energetico.
Il nucleare rappresenta il passato remoto,nn possiamo continuare a piangere su un'occasione che ormai ci siamo giocati 20 anni fa.
Occorrono nuove proposte,nuovi incentivi per ragionare insieme verso un'universo energetico meno invasivo ambientalmente e piu convienente economicamente.
Il popolo italiano ha bocciato il nucleare,cher si condivida questo o no,è una scelta che va accettata.

attila ha detto...

C'è un sito Danese che si occupa solo di enumerare gli ERRORI di Lomborg.

http://www.lomborg-errors.dk/

E' una ricerca molto seria, divide addirittura gli errori per categorie e ce ne sono a bizzeffe!

Alla faccia dell'autorevole ricercatore!


Per quello che riguarda i costi del fotovoltaico specificati da trinacrio alle 10:51:
il problema di costi inerisce però anche ad una questione economica di Domanda e Offerta, ad oggi l'uso di fotovoltaico in Italia si attesta allo 0,4% del totale di energia prodotta. E' chiaramente ovvio che una variazione della domanda e dell'offerta, unita ad un aumento della concorrenza potrebbe influire molto sui prezzi dei pannelli e sui costi di istallazione.
Inoltre le cifre esatte sono più o meno queste: un impianto da 3 kW che copre una superficie di circa 20 m2 ha un costo iniziale di 20.000 Euro ai quali vanno sottratti i contributi regionali e statali e può essere ammortizzato in 8 anni. Calcolando che la vita media di un pannello fotovoltaico arriva ai 30 anni (anche di più con rendimenti un po' inferiori), si può continuare a produrre energia gratis per 20 anni senza spendere più una lira.
Inoltre esistono sistemi misti di pannelli e mini-centrali geo-termiche.

www.ilportaledelsole.it

Inoltre hanno inventato da un po' di anni le ESCO. le Esco sono società che si accollano le spese di ristrutturazione degli appartamenti per renderli a risparmio energetico ed in cambio incassano, per circa 5 anni, la differenza che andate a pagare sulla bolletta. Se ad esempio pagavate prima 300 euro e dopo ne pagate 150, loro per 5 anni intascheranno i 150 di differenza. Passati i 5 anni vi ritroverete con una casa a risparmio energetico senza aver sborsato una lira.
Per ora le Esco funzionano solo per i palazzi molto grandi (più di 30 abitazioni) e per aziende ed enti pubblici. Ma in futuro, sicuramente, sarà possibile contattarli anche per la vostra villetta in campagna.

Anonimo ha detto...

sicuramente se la domanda aumenta i costi scendono. i sovvenzionamenti funzionano proprio perche la domanda e´ abbastanza scarsa. inoltre i 20 metri quadrati di cui tu parli vanno bena per che ha la villetta, per chi abita in un normalissimo palazzo l'area utilizzabile si riduce paracchio, la devi dividere per tutti gli inquilini. certo mi potrai dire che non solo i tetti ma anche le facciate potrebbero essere ricoperte, ma dimmi tu se per i bei centri storici delle citta italiane non sarebbe uno scempio un vasto uso di pannelli? riguardo la ristrutturazione degli edifici anche qui il discorso e´ limitato dai costi e dal guadagno effettivo, inoltre i consumi d'energia tendono a salire e continuerenno a farlo.

vi ripeto: certe selte non andrebbero fatte in base ad una idea politica.

Io personalmente applicherei i pannelli su tutti gli edifici pubblici, l'illuminazione di essi e delle strade potrebbe essere risolta, ma parlandone anche con gente del mestiere mi e´ sempre stato detto tutto cio non risolverebbe il problema

sono quindi favorevole anche all'energia atomica, che ha anche dei costi, ma sarebbe una spinta per tutto il mondo della ricerca, non solo strettamente dell'energia e della fisica ma anche delle strutture degli impianti della meccanica applicata, bisogna favorire sempre il progresso

la sicurezza nella tecnica non e´ un'opinione. Esiste un valore di solito chiamato "S" calcolato con formule abbastannza lunghe e astratte. Per esempio il piede di un tavolo viene progettato con un S tra 1,5 e 2. Un pannello di un aereo ha gia una sicurezza che va dai 3 ai 5, e quanti sono quelli che hanno paura di volare????

Anonimo ha detto...

sicuramente se la domanda aumenta i costi scendono. i sovvenzionamenti funzionano proprio perche la domanda e´ abbastanza scarsa. inoltre i 20 metri quadrati di cui tu parli vanno bena per che ha la villetta, per chi abita in un normalissimo palazzo l'area utilizzabile si riduce paracchio, la devi dividere per tutti gli inquilini. certo mi potrai dire che non solo i tetti ma anche le facciate potrebbero essere ricoperte, ma dimmi tu se per i bei centri storici delle citta italiane non sarebbe uno scempio un vasto uso di pannelli? riguardo la ristrutturazione degli edifici anche qui il discorso e´ limitato dai costi e dal guadagno effettivo, inoltre i consumi d'energia tendono a salire e continuerenno a farlo.

vi ripeto: certe selte non andrebbero fatte in base ad una idea politica.

Io personalmente applicherei i pannelli su tutti gli edifici pubblici, l'illuminazione di essi e delle strade potrebbe essere risolta, ma parlandone anche con gente del mestiere mi e´ sempre stato detto tutto cio non risolverebbe il problema

sono quindi favorevole anche all'energia atomica, che ha anche dei costi, ma sarebbe una spinta per tutto il mondo della ricerca, non solo strettamente dell'energia e della fisica ma anche delle strutture degli impianti della meccanica applicata, bisogna favorire sempre il progresso

la sicurezza nella tecnica non e´ un'opinione. Esiste un valore di solito chiamato "S" calcolato con formule abbastannza lunghe e astratte. Per esempio il piede di un tavolo viene progettato con un S tra 1,5 e 2. Un pannello di un aereo ha gia una sicurezza che va dai 3 ai 5, e quanti sono quelli che hanno paura di volare????

attila ha detto...

Per trinacrio

Le cifre che avevo detto è ovvio che si riferivano ad abitazioni singole. Chiaramente la suddivisione in un palazzo sarebbe estremamente diversa (sebbene un normale terrazzo condominiale rivestito a pannelli sarebbe sufficiente ad alimentare perlomeno l'ascensore e le luci scale).

Per quello che riguarda le superfici verticali dei palazzi, mi sembra che siano già pieni di orridi climatizzatori.

Se venite a Roma date un'occhiata la Ministero dell'Istruzione, tanto per dirne uno, e rimarrete di stucco tanto è zeppo di quei "cosi" su ogni finestra. Un Palazzone Umbertino distrutto... Da qui a montare dei pannelli mi sa che stiamo allo stesso livello, anzi, forse ci si guadagna.

La sicurezza relativa alle centrali nucleari mi risulta essere piuttosto fittizia. Certamente hanno fatto dei passi avanti rispetto a Cernobyl, ma la creazione di centrali si ricollega ad un sacco di problemi strutturali a cui ho già accennato.
Pensiamo alla riduzione di valore degli immobili nelle vicinanze delle centrali stesse o dei siti di smaltimento delle scorie, che per quanto minime ci saranno sempre. Significa dover ripensare anche il sitema del risparmio per centinaia (fore migliaia o più) di persone che, non per scelta, vedranno costruire sotto casa una centrale. E resta anche il problema delle materie prime e dei tempi d'attivazione. Se poi, per ridurre questi tempi dovessimo comprare la tecnologia necessaria ( i Know how) dall'estero, dove sarebbe la convenienza? Si parla di un investimento iniziale dei miliardi di euro per partire da zero in un campo dove partiamo svantaggiati.
Perchè non cercare nuove fonti energetiche ed investire in quelle?
Sono convinto che i fisici o gli ingegneri potranno trovare altrettanta soddisfazione a studiare altre cose...

Il problema invece, è essenzialmente politico e solo in Parlamento va risolto. Non si tratta di una discussione accademica, le uniche soluzioni fattibili sono quelle che terranno conto della volontà dei cittadini e quelle decisioni si possono prendere solo in Parlamento o tramite un referendum.

attila ha detto...

Per elettore anomalo:

4% agli attuali ritmi di crescita...

Non si tratta di potenziale d'uso, si tratta di crescita d'uso. E' ovvio che se non si decide di investire in maniera efficace in questa direzione le cifre salgono piano.
Non voglio ripetere le cifre dell'IEA, ma lì si parla di un potenziale d'uso del 45%.

Quella di cui aprli tu è una semplice estrapolazione statistica di dati che tiene conto dei ritmi dic rescita di oggi, non prevede un eventuale cambio di liena politica sull'argomento. Non mi sembrano dati molto validi per definire il problema, anzi, forse sono più utili alla mia posizione, in quanto si dice anche:

"Perché il fotovoltaico mantenga fino in fondo le sue promesse, però, sono indubbiamente necessari ulteriori sforzi in ricerca e sviluppo, per migliorare l’efficienza delle celle già in commercio e perfezionare i metodi di nuova concezione"

attila ha detto...

Ma allora non mi so spiegare molto chiaramente.

Il dato del 4%, da quello che è scritto, è relativo ad una estrapolazione statistica su dati che già abbiamo.
Esempio: nel 2000, 2001 e 2002 è cresciuto dell'1, 2 e 3%... secondo questi dati nel 2003 sarà del 4%.
Questo significa il dato del 4% che è stato scritto. Basandoci sui dati che abbiamo oggi e non ammettendo variazioni significative nella domanda e offerta. In effetti l'autore dice:
"Se il mercato continuerà a crescere con la tendenza degli ultimi anni"

Questo perchè non sono ancora state avviate vere politiche di sfruttamento dell'energia solare.
Facendo un riferimento al Protocollo di Kyoto, se pensiamo ad esempio ai diritti di emissione, l'Italia non lo ha ancora applicato, anzi, ha addirittura aumentato le emissioni di CO2 nell'atmosfera. Dati relativi al 2004 (UNDP) pongono l'Italia da sola a contribuire per l'1,8% delle emissioni mondiali, corrispondenti ad oltre 400 tonnellate di CO2 emessa. La Francia contribuisce per 1,4-1,5% e glia ltri paesi europei per molto meno.
L'unica nostra soluzione è l'applicazione chiara e concreta del protocollo e ciò è possibile solo col ricorso ad energie totalmente pulite e rinnovabili.
A proposito di rinnovabilità: il nucleare può essere anche sostanzialmente più pulito di una centrale a carbone, ma certamnte non è rinnovabile ed ha costi strutturali molto elevati. Gli input di produzione sono estremamente "scarsi" e ciò non si avvicina molto al modello di produzione energetica utile per il nostro futuro.

Anonimo ha detto...

aggiungo:

costo delle celle: 7000-10000 euro pro KW

per 1 KWh prodotto pagano mediamente 0,5 euro

é sicuramente un buon investimento a lungo termine per chi puo permetterselo ma da solo non puo mai bastare

ripeto quello che ho gia scritto prima: il grado di effetto utile é basso, intorno al 14% sino a dei massimi di 40% ma qui i costi salgono notevolmente

queste celle in se hanno gia una perdita dato che bisogna raffreddarle, per lo piu lo si fa con dei circuiti d'acqua che naturalmente bisognano di corrente.

trovo piu interessante il risparmio con una piu mirata construzione degli edifici, in quanto i climatizzatori quelli si che possono essere cambiati con soluzioni davvero interessanti

Anonimo ha detto...

http://www.luciano.gatto.name/Colore/Disegni_B-N/Normali_BN/Fantasmi.jpg

attila ha detto...

Trinacrio, su questo siamo d'accordo.

Il "ripensare" l'edilizia con sistemi che garantiscano un migliore isolamento termico è sicuramente il primo passo per il risparmio energetico.
Magari non siamo d'accordo sui pannelli solari, ma non si può pretendere tutto dalla vita.

Per quanto riguarda quello che hai scritto, tu fai riferimento a dei pannelli fotovoltaici a celle (se ho capito bene!), ma oggi come oggi esiste anche un nuovo tipo di pannelli, mi risulta, che non sono divisi per celle singole, ma hanno superfici uniformi che in media garantiscono un rendimento maggiore [ora non ricordo il nome:-( ]

Tuttavia come punto fermo resta la necessità di razionalizzare i nuovi sistemi di costruzione, cosa che, peraltro, si sta già iniziando a fare. Non solo, ma l'impianto di pannelli solari in una casa in costruzione, risulta comunque meno oneroso di un'istallazione successiva e questo può essere un passo avanti!

Anonimo ha detto...

L’ANTICO CHE VA AL POTERE
di Mario Giordano

Il governo vien di notte con le liste tutte rotte. Molti cercan la Bonino, ma lei sta sull’Aventino, quando parla Diliberto ecco cresce lo sconcerto, interviene Capezzone e fa tremar tutta l’Unione, trovate un posto per Tonino e che non sia da fattorino, si consuma la favella ma al fin non basta per Mastella. Benvenuti in Prodiland, il paese delle filastrocche al potere. Ci sarà da divertirsi un mondo, considerato l’inizio. Dopo l’exploit dell’elezione di «non è Francesco» Marini al Senato, abbiamo infatti assistito a un’altra prova di assoluta compattezza del centrosinistra: la preparazione della lista dei ministri. In poche ore: a) i comunisti italiani minacciano di non entrare nel governo; b) la Rosa nel Pugno sale sulle barricate; c) l’Udeur annuncia l’appoggio esterno se non avrà l’«irrinunciabile ruolo politico» che gli compete. Come partenza, nemmeno uno zoppo sui cento metri riuscirebbe a far peggio.
I non addetti ai lavori forse si chiederanno cosa si intende per «irrinunciabile ruolo politico». Siamo per fortuna in grado di tradurre dal mastellese: significa poltrone. «Non è una trattativa sanguinosa», ha commentato Prodi. E meno male: se era sanguinosa, come la concludeva? Con una frusta in una mano e un machete nell’altra? Subito dopo, in effetti, ha precisato: «Stanotte faremo le ore piccole». Ma sicuro: ore piccole, grandi baratti. Se io do un ministero a te, tu poi dai due sottosegretari a me. Mussi o Minniti? Amato o no? Parisi sta sul chi va là, ma i comunisti vogliono Minà, interviene il lodo Spadolini, ma accidenti c’eravamo dimenticati di Ugo Intini. E così la filastrocca ricomincia da capo: si finisce a discutere nella notte, come nelle peggiori tradizioni. Del resto, certe cose ci si vergogna a farle alla luce del sole.
Alla fine un accordo si troverà. Una poltrona di qui, un’auto blu di là: ci sono «irrinunciabili ruoli politici» per convincere tutti. Però, diciamocelo: lo spettacolo offerto in queste ultime 24 ore è così brutto, che in confronto il mostro di Loch Ness vince un concorso di bellezza. Ma questi non dovevano cambiare il Paese? Non erano quelli che davano lezioni di moralità? Non erano quelli della serietà al governo? Suvvia: se volessero essere seri davvero spiegherebbero a che serve scrivere un programma elettorale di 280 pagine, per poi usare il solito manuale Cencelli.
Ma sì, diciamo la verità: usano metodi così antichi che oggi non ci stupiremmo di vederli salire al Quirinale sulle ali delle convergenze parallele. Hanno discusso per una settimana sul vicepremier unico, si sono inventati ruoli bizantini per escludere Fassino, poi hanno trattato l’ex premier Amato come se fosse il figlio della portinaia. Infine la lite conclusiva sulle poltrone con Mastella offeso, la Rosa nel Pugno ridotta alla Marina Mercantile e Diliberto che s’impunta sul medico palestinese Fouad Aoudi. Manca solo che dietro l’angolo spunti Nicolazzi a chiedere i lavori pubblici.
Niente da dire, per carità. A noi, in fondo, le filastrocche piacciono. Le comunicazioni van di certo a Gentiloni, Pecoraro Scanio sale, e ride come al funerale, date un posto ad Asor Rosa, ma la giustizia non è cosa, Rosy Bindi all’istruzione? serve una consultazione, e se la torta non è cotta entra pure la Lanzillotta. Che ci volete fare? Ridiamoci su. A chi gli chiedeva se c’erano grandi scogli, Prodi ieri ha risposto: «Sì, ci sono tanti scoglioni». Da sbellicarsi, no? In effetti di scoglioni ce ne sono tanti. E sapesse Prodi, a volte, come girano.

attila ha detto...

Eccolo il problema!

Non si può parlare di destra e sinistra senza entrare nei problemi politici! E' chiaro che se una delle due parti rileva un'inclinazione della sua base vero l'una o l'altra ipotesi deve cercare di seguirla e assecondarla.

Inoltre non è una questione dei verdi o no. La sinistra ha da sempre un contatto più diretto con le piccole comunità e con i singoli cittadini e si adatta meglio, per una questione di impegno sociale, all'amministrazione e alla tutela dei beni pubblici.
Facendo un esempio: vi siete mai chiesti perchè regolarmente la destra viene stracciata nelle elezioni amministrative ed invece va a vincere (o a pareggiare) nelle elezioni politiche? Perchè la destra, secondo me (ma riprendo l'idea da alcuni politologi) ha delle idee che pagano di meno nella politica "di quartiere" mentre la sinistra si adatta meglio a quest'esigenza. E' chiaro che, per tale vocazione, la sinistra non può appoggiare il ritorno al nucleare, oltre che per una questione ambientale anche per quei motivi di svalutazione del territorio che ho già detto. Inoltre è anche possibile che molti uomini politici di sinistra siano veramente cotrari al nucleare per convinione personale.

Anonimo ha detto...

Perché le nazioni vicine a noi usano l'energia atomica?
E' pericolosa? E allora per noi sono un pericolo. E dato che quando succede a loro succede anche a noi, non vedo perché anche noi non lo si possa fare.
Alla faccia di FinocchiaroScanio.
Inoltre la democraticissima Unione Sov. la usava? E allora?
Inoltre la civilissima Cina non la usa? E allora?
FinocchiaroScanio farebbe meglio ad essere più verde e meno rosso.
Ma ora è il caso che Finocchiaro salga sul ring per qualche ministero in più.
Quello che conta sono le poltrone.
Alla faccia delle 180 pagine di stronzate.

Anonimo ha detto...

ULIVO AL COMANDO PRODI FACCI FELICI:
DURA POCO
Oggi nasce il nuovo governo di sinistra. E noi già sogniamo quando cadrà L'arrivederci di Berlusconi. «Cambio Forza Italia e poi il partito unico»
È arrivato il momento di Romano Prodi, e lui gongola nel costatare che finalmente i riflettori sono puntati sulla sua personcina. Umanum est. È vero che ha già fatto il premier dal 1996 al 1998, ma tornare in scena dà emozioni forti. Credo ai ricorsi storici se non proprio alla cabala. Nel 1994 Silvio Berlusconi, esordiente naïf in politica, col suo seguito di impiegati Fininvest e amici del bar Biscione batté Achille Occhetto fra lo stupore e la stizza generali. Il Professore (nell'aspetto ricorda un insegnante d'istituto tecnico commerciale più che un docente universitario; nella sostanza non so) non era ancora sceso in pista benché avesse desiderato farlo; purtroppo per lui, nessuno lo aveva spinto a realizzare le sue smodate ambizioni. In ogni caso il Cavaliere, con un ex comunista di recente conversione quale avversario, non incontrò molte difficoltà a vincere. Il governo a maggioranza forzitaliana durò meno di un semestre, il tempo di un sospiro; e sappiamo perché: ribaltone a guida scalfariana, pasticci sindacali, marcia rossa su Roma, attacchi giudiziari. Storia abbastanza recente. Ci toccò un Lamberto Dini salpato a destra e approdato a sinistra per puro carrierismo; a distanza di un anno o poco più, si rivotò. Ed ecco Prodi. Gonfio di finta umiltà, toni ispirati tipici di chi la sera vede la Madonna invece che la tivù, fu collocato al comando dell'Ulivo da D'Alema, consapevole di un fatto: in Italia se la sinistra desidera sfondare alle elezioni non può presentarsi con la faccia truce di uno che fu comunista; serve un pacioccone autentico o fasullo, non importa, purché con le stigmate democristiane. Romano era l'uomo giusto. Tenero fuori, nel senso di molliccio, e duro dentro, nel senso di cattivo e non privo di cinismo.

attila ha detto...

Per estrpapolazione statistica si intende in parole povere il misurare dei dati di domani con dei dati di oggi.

Significa che il 4% è misurato a un ritmo di crescita che è quello che c'è stato fino ad oggi.
Il 4% è un dato che non tiene conto di evetuli variazioni di produzione o modifiche nella domanda e nell'offerta o uove scoperte scientifiche che potrebero ridurre i costi di messa in opera e utilizzo.
E'un dato che quindi non è utile a sostenere l'ipotesi di ritorno al nucleare. Come infatti sottolinea anche l'autore dell'articolo citato.

attila ha detto...

Evidentemente siamo un po' tosti di capoccia.
Le stime si riferiscono a dati di oggi, DI OGGI! Non è così difficile!
La speranza è che i dati possano cambiare attraverso responsabili politiche di applicazione dei parametri i Kyoto.
In realtà, si potrebbe arrivare anche ad un 80% se di colpo tutti quanti la pensassero come gli ecologisti!