lunedì 5 giugno 2006

Il decalogo della riforma costituzionale

Promemoria per cominciare a parlare di referendum e per votare "SI".

I Viene ridotto il numero dei parlamentari: da 950 a 773, con significativo risparmio per le finanze pubbliche.
II Saranno i cittadini, e non più i palazzi della politica, a scegliere maggioranza parlamentare, coalizione di governo e primo Ministro: è il premierato.
III Non più due Camere identiche, l'una doppione dell'altra. Ora il Senato sarà federale ed avrà una sua funzione specifica: rappresentare le esigenze delle Regioni. La Camera si occuperà di quelle dello Stato.
IV Semplificato il procedimento legislativo. Non più lunghi e ripetuti passaggi di testi fra le due Camere, ma ciascuna Camera approverà le leggi nelle materie di propria competenza. Il risultato sarà la riduzione dei tempi e dei costi per le casse pubbliche.
V La legge dovrà stabilire limiti al cumulo delle indennità parlamentari con altre entrate.
VI I regolamenti parlamentari dovranno tutelare i diritti delle opposizioni: ora questo non è previsto.
VII L’ordinamento evolve in senso federale, come sta avvenendo in molti Stati moderni: viene riequilibrato il riparto delle competenze tra Stato e Regioni per garantire migliori servizi ai cittadini, senza compromettere l’unità del Paese. Alle Regioni vengono devolute particolari funzioni in materia di istruzione, sanità e polizia locale. Tutte avranno le stesse opportunità, senza penalizzazioni per alcune aree rispetto ad altre e senza la differenziazione tra le Regioni, prevista dalla riforma del 2001. Si avrà quindi un federalismo equo, solidale ed equilibrato.
VIII Tutte le leggi regionali dovranno rispettare il criterio dell'interesse nazionale, non più previsto a seguito della riforma del 2001.
IX Sulle modifiche alla Costituzione sarà sempre possibile chiamare i cittadini ad esprimersi, mentre ora ciò non avviene se tali modifiche sono state approvate dalle Camere con la maggioranza dei due terzi.
X Aumentano le garanzie per i comuni e le province, gli enti più vicini ai cittadini: potranno ricorrere alla Corte costituzionale in caso di lesione delle proprie competenze.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao maurom,

Panorama online oggi parla di un leggero vantaggio dei SI per quanto concerne il referendum costituzionale di fine mese.
Ho letto gli appelli (pro e contro il referendum) promossi da firme prestigiose del Corriere e leggo i vari interventi dei politici sia di destra che di sinistra su tale argomento.
Quindi, come vedi, sono piuttosto informato sull'argomento.

La situazione e' grosso modo questa:

gli USA dicono che l'Iran sta fabbricando bombe atomiche e cercano l'appoggio internazionale per sferrare l'attacco.

Secondo te gli USA otterranno il placet del Consiglio di sicurezza dell'ONU?

Secondo me non lo otterranno mai. Sai perche? Perche' hanno mentito in occasione dell'invasione dell'Iraq e adesso, anche se l'Iran pone una minaccia reale, in pochi sono disposti a credere a Bush & Co. sulla fiducia.

Il referendum costituzionale e' esattamente lo stesso:
la riforma e' stata fatta male, in fretta e -soprattutto- a maggioranza con voto di fiducia.
Ci sono degli aspetti interessanti ed altri pessimi ma votero' NO (e invitero' altri a fare lo stesso) per il semplice fatto che la CdL non ha neppure aperto il dibattito in Parlamento su qualcosa (la forma dello Stato) che invece interessa tutti.
A nulla servono le timide aperture dei leader della CdL; questa riforma va bocciata con forza per punire -ancora una volta- una ex maggioranza parlamentare che ha fatto solo danni negli ultimi 5 anni.

GG

attila ha detto...

CONTRODECALOGO
del Costituzionalista Leopoldo Elia


I La riduzione del numero dei parlamentari viene
rinviata al 2016 per favorire gli attuali capi e
capetti. Nel lungo periodo c’è tempo anche per
ridurre la riduzione; per ora c’è l’effetto di
annuncio demagogico.

II Il premierato non consiste nella investitura
popolare di una maggioranza parlamentare, di una
coalizione di governo e Primo ministro. Ciò
avviene già in Inghilterra, in Germania e in Spagna
e anche in Italia: è sufficiente perciò una buona
legge elettorale. Il premierato della riforma si
fonda sulla insostituibilità del Primo ministro
durante tutta la legislatura e sui suoi enormi poteri
(scioglimento della Camera dei deputati e
questione di fiducia che, in caso di rifiuto da parte
della stessa Camera, provoca nuove elezioni).

III Il Senato federale non risolve il problema del
bicameralismo perché non è in grado, per la sua
composizione, di rappresentare le esigenze delle
Regioni: d’altra parte i veri rappresentanti delle
comunità regionali non hanno diritto di voto nelle
deliberazioni del Senato.

IV Il procedimento legislativo è straordinariamente
complicato perché la prevalenza della Camera o
del Senato si fonda sulla competenza a legiferare
per singole materie dello Stato e delle Regioni;
siccome i confini di tali materie danno luogo a
gravi dubbi interpretativi (sui quali deve
intervenire sempre più spesso la Corte
Costituzionale) è ovvia la ricaduta di tali incertezze
sulle attribuzioni legislative di ciascuna Camera,
specie nelle leggi, come quella finanziaria, di
particolare complessità. La cancellazione del
rapporto fiduciario tra Senato e governo sarebbe
positiva solo se accompagnata da una chiara
ripartizione di poteri tra una Camera di
rappresentanza nazionale e una Camera veramente
rappresentativa degli enti e delle comunità
regionali e locali.

V La previsione di una legge che stabilisca limiti al
cumulo delle indennità parlamentari con altre
entrate non risolve il problema del conflitto di
interessi che dovrebbe essere superato con regole
giuste di incompatibilità e ineleggibilità anche in
relazione a concessioni o autorizzazioni statali di
notevole entità economica.

VI Il problema delle garanzie dell’opposizione non
si risolve con un generico rinvio ai regolamenti
parlamentari, essendo necessarie puntuali revisioni
costituzionali (ad esempio, attribuzione alla Corte
costituzionale, in ultima istanza, dell’esame dei
ricorsi elettorali per Camera e Senato).

VII La devoluzione alle regioni di particolari
funzioni in materia di istruzione, sanità e sicurezza
è pericolosa anche perché si accompagna ad una
competenza esclusiva dello Stato e delle Regioni
nelle stesse materie. Tale duplicità è illogica e può
arrecare gravi danni all’esercizio (o godimento) di
diritti fondamentali (livelli essenziali delle
prestazioni concernenti i diritti civili e sociali da
garantire su tutto il territorio nazionale). Si avrà
quindi un federalismo iniquo, conflittuale e
squilibrato.

VIII L’interesse nazionale è ampiamente
salvaguardato dal riparto delle competenze tra
Stato e regioni e dalla giurisprudenza della Corte
costituzionale, che ha interpretato la riforma del
Titolo V in senso pienamente rispettoso
dell’interesse della Nazione.

IX L’abrogazione della norma che collega al
raggiungimento dei due terzi in sede parlamentare
l’esclusione della richiesta di referendum sui testi
di revisione costituzionale (articolo 138 della
Costituzione) va giudicata negativamente perché
disincentiva quelle larghe intese che a parole tutti
auspicano per l’adozione di modifiche alla
Costituzione.

X Il ricorso diretto alla Corte costituzionale dei
Comuni, delle Province e delle Città metropolitane
(articolo 46 della Riforma) per sollevare questioni
di legittimità costituzionale su leggi o atti aventi
forza di legge statali e regionali ritenuti lesivi di
competenze costituzionalmente attribuite agli enti
locali appare oggi un puro effetto annuncio perché
la disciplina del ricorso è rinviata ad una legge
costituzionale (condizioni, forme e termini di
proponibilità della questione) di incerta adozione,
nel se e nel quando.

Anonimo ha detto...

Una riforma promossa ed approvata a colpi di maggioranza su una tematica cosi collegialmente delicata NON MERITA di continuare ad esistere;è necessario prima abrogarla,poi discuterne la modifica in sede parlamentare possibilmente con un dibattito che coinvolga la totalità delle forze politiche in campo(anke la lega si è allineata a questa posizione).
Si tratta,a detta di molti costituzionalisti,di una riforma "pericolosa" per gli equilibri del ns paese.Si andrebbero a creare notevoli incongruenze e ambiguità sia in campo legislativo,che in merito alle reali competenze dello stato rispetto alle regioni e viceversa.
Sulla carta potrebbe anche sembrare una scelta conveniente per tutti, ma nn è cosi:
nel ns paese nn sarebbe possibile un federalismo di questo tipo.
I xche abbiamo notevoli differenze sia economiche che culturali tra le varie regioni
II questo comporterebbe grosse diseguaglianze a livello di spesa sociale, sanitaria e economica tra le varie regioni
III consegna al premier un potere quasi illimitato,con competenze mai avute prima
Un'obrobrio legislativo che verrà cancellato dal risultato del referendum;la ns costituzione è stata un modello ispiratore per molte altre costituzioni dopo la fine della II guerra mondiale;sarebbe tremendamente sbagliato dilapidare un'eredità cosi preziosa,per una riforma faziosa,anticostituzionale,e chiaramente viziata dalla volontà di una sola parte politica

attila ha detto...

Per alzata di mano, quanti di quelli che propongono il SI hanno la benchè minima idea di cosa c'è scritto nella costituzione?

L'ASSEMBLEA COSTITUENTE
Bei tempi quelli in cui la costituzione fu scritta... una assemblea immensa, che lavorò per due anni. Al suo interno: democrazia cristiana, comunisti (quelli veri), socialisti... ecc.ecc. tante forze politiche, uscite da poco dalla guerra di liberazione, artefici della rinascita dello Stato Italiano sotto forma di Repubblica...

Due anni di lavoro...

Un'assemblea eletta dal popolo...

Hanno scritto una Costituzione come non ce ne sono altre al mondo! In Europa ci è invidiata da tedeschi, francesi... Una costituzione rigida, che garantisce tutti... bellissima...

LA RIFORMA DEL TITOLO V
Un'assemblea bicamerale... tutto il parlamento al gran completo! Al suo interno alcuni dei costituzionalisti e politici che parteciperanno anche al progetto di Costituzione Europea (molti la sbeffeggiano, ma quanti l'hanno veramente letta?).
Ne esce fuori una riforma in senso regionalistico... un federalismo "tenue" che non genera squilibri... adatto alla situazione italiana. Materie a competenza esclusiva, materie a competenza concorrente ecc.ecc. Tutto perfetto!

...

...

DEVOLUTION
Quattro (dico quattro) esponenti di partiti allora al potere in una baita di montagna...

Due settimane di lavoro...

Uno di loro era un dentista, un altro era nel PCI e se ne è scappato quando ha capito che nel partito non lo consideravano, un altro ha la stessa freschezza politica del carrello del buffet in certe pizzerie e faceva il pianista in parlamento...

...

...

Adesso, così, a naso, di chi vi fidereste?

www.salviamolacostituzione.it

attila ha detto...

Ehm... non lo dico io, lo dice Leopoldo Elia... e come lui lo dicono altri eminenti costituzionalisti... il Sorrentino, il Ridola, il Pace ecc.ecc.

Mi dispiace inoltre informarti trinacrio che sul conflitto d'attribuzione tra Stato e Regioni giudica non la Cassazione, ma la Corte Costituzionale.

Questa è una riforma costituzionale distorta, piena di lacune normative. Una cosa che non è concepibile per una legge fondamentale dello Stato.
Scritta senza cercare il contributo di tutti, inutile in moltissimi aspetti e per molti altri concepita malamente.

La riduzione dei Parlamentari, come scrive il buon Elia non avverrà prima del 2016, tra 10 anni...

La creazione di una camera alta rappresentativa delle istituzioni locali è inutile, soprattutto perchè, in realtà, non permette la rappresentanza ddei consigli regionali.
In Germania il Senato è composto dai rappresentanti dei vari Lander, ma con diritto di voto, in Spagna la camera alta è rappresentativa delle Comunità Autonome, ma ha poteri ben definiti e limitati...
In questa riforma è tutto vago, fumoso, non c'è certamente certezza del diritto!

PS:
le mie idee politiche sono, appunto, mie. Non mi sembra lo spazio adatto per programmi politici personali. E' molto più interressante combattere certi tipi di mala-informazione e di distorsione della realtà.
Se un giorno si parlerà di cellule staminali saprete la mia opinione, per ora vi beccate le mie ideee sul referendum.