lunedì 19 giugno 2006

Sul cattivo Strada. Davide Giacalone

Gino Strada è riuscito, con parole semplici e sincere, a raffigurare tutta l’insipienza del pacifismo un tanto al chilo. A Kabul, rivolgendosi a Parisi, ha detto: gli aiuti medici siano da preferire a quelli militari, molti ospedali si sarebbero potuti costruire con quel che si è speso per fare la guerra. Un monumento luogocomunista.
Si sarebbero potuti fornire gli ospedali ai talebani, avendo cura, nel rispetto delle diversità culturali, di far curare le femmine dalle femmine ed i maschi dai maschi. Con l’occasione si sarebbero potuti diffondere i disinfettanti quando, applicando in modo blasfemo la legge coranica, si fossero amputate delle mani o lapidate delle adultere, perché, diciamolo, un moncherino è pur sempre meglio di una setticemia e la nostra vocazione è quella della riduzione del danno. Con lo stesso spirito pacifista ed internazionalista si potrebbero vaccinare tutti i bambini ceceni, in modo da consegnarli immuni da germi a chi provvederà a massacrarli a scuola. Avremmo anche dovuto, se avessimo avuto coscienza democratica, avviare un serio programma di prevenzione della carie presso i curdi, talché Saddam potesse gasarli senza prima far vivere loro quei fastidiosi mal di denti. E non ci pentiremo mai abbastanza di non avere provveduto alla prevenzione dell’infarto nel mentre Milosevic, inseguendo il sogno della grande Serbia, passava la livella del genocidio su cardiopatici e non. In Ruanda non abbiamo provveduto a curare i mal di testa provocati dalle roncolate con cui Hutu e Tutsi si sfondavano il cranio, e quanto sarebbe stato increscioso inviare l’esercito per bloccare la scucuzzata. Adesso, in Somalia, mandiamoci i carmelitani scalzi a magnificare i pregi dell’aspirina, nel mentre i fondamentalisti portano tutti nel buio della violenza religiosa. E se l’Iran dovesse minacciarci con la bomba atomica, replichiamo offrendoci volontari per aprire cliniche dermatologiche, così utili in caso di radiazioni vaganti.
Strada neanche è sfiorato dal sospetto che la scuola e la storia della libertà è fatta di guerre, di conquiste armi in pugno, per abbattere dittatori, carnefici, genocidi e liberticidi. Forse non sa che la libertà italiana è frutto di una guerra, anche civile. A lui basta che ci sia l’ospedale targato Emergency, dove farsi fotografare.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

invece a voi , brava gente che siete pronti a fare la guerra in nome degli interessi americani e del petrolio , che governa l' opec ...siete subito pronti a dire esportiamo la democrazia, peccato che a combattere non ci vada tu caro mauro m...

che dubito tu sappia davvero cosa sia una setticemia....

Anonimo ha detto...

Gino Strada è riuscito, con parole semplici e sincere, a raffigurare tutta l’insipienza del pacifismo un tanto al chilo. A Kabul, rivolgendosi a Parisi, ha detto: gli aiuti medici siano da preferire a quelli militari, molti ospedali si sarebbero potuti costruire con quel che si è speso per fare la guerra. Un monumento luogocomunista.


chissa se chi muore di setticemia, per le ferite provocate dalle bombe, vorrebbe avere piu un ospedale disinfettato o un carrarmato che spara bombe.

potremmo chiederlo a loro.

voi che dite?

Anonimo ha detto...

Mauro perche non lasci moglie e figli , imbracci un fucile e vai laggiu?

vai ad aiutare l' export della democrazia visto che sei cosi convinto.

Mi sembra un po il film di Michel moore.. quando intervista i parlamentari americani che avevano promosso e appoggiato la guerra di bush.. Lui gli chiede: ma siete convinti della guerra .. e loro si si certo e allora perche non avete mandato i vostri figli o non ci siete andati voi??


nessuno rispose

attila ha detto...

Intanto quest'uomo è stato sotto le bombe a Kabul e ha aperto il primo ospedale a Suleymania nel curdistan iracheno, facendo fronte anche ad un'epidemia di colera.
Combatte da anni una battagli contro le mine anti-uomo di cui l'Italia è stata fino a poco tempo fa iuno dei principali produttori mondiali.
Non lo dice Gino Strada, ma lo dicono i dati ufficiali che nelle "missioni di pace" il 90% del budget se ne va per spese militari, mentre le briciole arrivano alla popolazione.
Vorrei sapere cosa Giacalone avrebbe fatto invece per aiutare la popolazione, avrebbe fornito fucili per difendersi?
Il lavoro di Gino Strada non è trovare una soluzione ai problmei del mondo, ma salvare delle vite umane distrutte dagli orrori della guerra.

Questo post è semplicemente meschino.

PS:
stavolta non si tratta di contestare il vostro modo di vedere, si tratta di dare alle cose il loro giusto valore. Forse Gino Strada sarà anche spudoratamente di parte, ma fa il suo lavoro con una passione e un impegno e delle responsabilità che pochi avrebbero avuto il coraggio di accollarsi. Tanto meno persone come Giacalone che criticano per partito preso dalla loro poltrona dientro una scrivania.

Anonimo ha detto...

Un post che si commenta da solo;l'ignoranza di questi biechi giornalisti è sconcertante.Accusare una figura universalmente al di sopra delle parti,che ha speso parte della sua vita x aiutare e sostenere le popolazioni in difficoltà,manifesta la totale mancanza di rispetto e la consueta faziosa interpretazione verso chi ha espressamente manifestato le proprie idee politiche.
La feccia produce fecciA,nn ci si discosta. PT