venerdì 6 luglio 2007

Servizi pigri, deviati...Se fosse esagerazione? Valerio Fioravanti

Il Csm protesta perché alcune decine di magistrati sarebbero stati spiati dal Sismi. Noi protestiamo assieme a loro perché l’indipendenza della magistratura è un bene importantissimo. Ma protestiamo anche perché il nostro Sismi proprio non è capace a fare le cose. Se le accuse mosse dal Csm sono vere, il fior fiore dei nostri servizi segreti altro non sarebbe riuscito a fare che non raccogliere una lunga, meticolosa, monotematica rassegna stampa. Non risultano ci siano intercettazioni telefoniche di conversazioni intime, non ci sono fotografie prese di nascosto di qualche magistrato con un’amante, non ci sono illazioni su relazioni omosessuali o pedofile, né relazioni su figli che fumerebbero spinelli o frequenterebbero associazioni estremistiche… insomma, questa attività di spionaggio sembra non aver raccolto un bel niente che avrebbe potuto essere utile a un qualche “mandante” per ricattare o “condizionare” i giudici in questione. E infatti, la mole di dati, ossia i ritagli di rassegna stampa, sembra abbiano iniziato ad essere raccolti dal 2001, e ad oggi nessuna delle vittime di questo spionaggio ha denunciato di essere stato ricattato. I costituzionalisti discuteranno delle questioni delicate legate all’equilibrio, mai molto stabile in Italia, dei poteri istituzionali, ad esempio sul perché i giudici possono spiare i servizi, ma non i servizi i giudici. Sono cose serie, importanti, e se ne occuperanno persone serie e importanti. Noi ci faremmo delle domande più semplici. Ad esempio, se davvero hanno raccolto solo una rassegna stampa, questo vuol dire che i nostri servizi sono deviati ma pigri? O deviati ma incapaci? O, invece, c’è qualche millimetro di esagerazione in chi dice che raccogliere una rassegna stampa sia un attentato all’indipendenza della magistratura?

3 commenti:

Anonimo ha detto...

ma giusva fioravanti?quello che faceva stendere i carabinieri in mezzo all'erba e poi gli sparava un colpo alla testa? è ugualmente riprovevole vedere i vari d'elia e battisti in libertà, ma mi chiedo perchè i gasparri e gente del genere non si straccino le vesti per giusva..che avrà scontato 18 anni,ma si merita l'ergastolo per gli omicidi commessi...vero maurom?
non ti da nessun fastidio ospitare le opinioni di chi ha seminato terrore e morte per anni?.. se fosse di sinistra non credo lo faresti..sei inguaribilmente fazioso.. io disprezzo sia gli uni che gli altri,tu dai asilo a giusva

Anonimo ha detto...

Berlusconi fa sapere che, con le spiate del Sismi nominato dal governo Berlusconi, Berlusconi non c’entra. Del resto, se anziché spiare i terroristi islamici e nostrani, i mafiosi, i camorristi e gli ‘ndranghetisti, il duo Pompa&Pollari spiava magistrati, politici d’opposizione e giornalisti ritenuti ostili a Berlusconi, chi mai potrebbe sospettare che lo facesse per conto dì Berlusconi? È vero, i dossìer di Spio Pompa su Prodi finivano dritti e filati su Libero per la firma di Renato Farina, intervistatore di fiducia di Berlusconi, stipendiato dal Sismi. Ma Berlusconi non c’entra. I dossier su inesistenti vertici a Lugano tra magistrati Italiani e stranieri ansiosi di arrestare Berlusconi finivano su Panorama di Berlusconi, sul Foglio di Berlusconi e sul Giornale di Berlusconi per la penna di Lino Jannuzzi, senatore del partito di Berlusconi, ma Berlusconi non c’entra. Pompa e Pollari maneggiavano dossier sulla Telekom Serbia che foraggiavano l’omonima commissione creata da Berlusconi per dimostrare la corruzione degli oppositori di Berlusconi, ma Berlusconi non c’entra. Le teorie sul planetario complotto mediatico-gludiziario ai danni di Berlusconi formulate chez Pompa venivano copiate pari pari e rilanciate da Berlusconi, ma Berlusconi non c’entra. I giornalisti che scrivevano cose turpi (e dunque vere) su Berlusconi venivano pedinati da uomini del Sismi a spese dei contribuenti ma Berlusconi non c’entra. Nei dossier di via Nazionale si progettava di «disarticolare con mezzi traumatici» i magistrati che indagavano su Berlusconi e i suoi cari, ma Berlusconi non c’entra. Pompa nel 2001 scriveva a Berlusconi: «Sarò, se Lei vorrà, il Suo uomo fedele e leale... Desidero averLa come riferimento e esempio ponendomi da subito al lavoro. Un lavoro che vorrei concordare con Lei quando potrò, se lo riterrà opportuno, nuovamente incontrarla… Insieme a don Luigi (Verzè, ndr) voglio impegnarmi a fondo, com’è nella tradizione contadina della mia famiglia, nella difesa della Sua straordinaria missione che scandisce la Sua esistenza», ma Berlusconi non c’entra. In un paese decente, per molto meno, si parlerebbe di regime, tanto più se si associa il caso Sismi a quanto sta emergendo sulla «macelleria messicana» del G8 di Genova (uno a zero per noi!», esultava nel 2001 un poliziotto dopo la morte di Carlo Giuliani) e chi ha avuto responsabilità anche solo politiche in questi sporchi affari andrebbe ipso facto a casa, o forse in luoghi meno ospitali. Invece da noi la parola «regime» è stata per 5 anni vietata dalla stessa sinistra (dava l’orticaria», come ben ricorda Furio Colombo) e non si dimette nessuno. La classe politica, salvo rare eccezioni, guarda a questi scandali con annoiata sufficienza. Poi c’è qualche furbastro trasversale che coglie la palla al balzo per varare la tanto sospirata commissione d’inchiesta sulle intercettazioni. Naturalmente le deviazioni istituzionali del Sismi non c’entrano: le intercettazioni non le fa il Sismi, ma i magistrati, che proprio grazie alle intercettazioni hanno scoperto i dossieraggi e le complicità dei vertici del servizio militare in un sequestro di persona, prima che il governo opponesse un inesistente segreto dì Stato e bloccasse il processo. Non facciano i furbi:la commissione sulle intercettazioni non è contro i dossieraggi illegali, è contro i magistrati che applicano le leggi. Semmai, se le commissioni servissero a qualcosa, ne andrebbe creata una sulle imprese dei Sismi e degli altri apparati di spionaggio abusivi con copertura istituzionali, come quello di Telecom. Invece abbiamo indagato per 5 anni su Mitrokhin, cioè sullo spionaggio sovietico, tema senz’altro stimolante se non avessimo in casa due o tre centrali di spionaggio italiano. Ma il tema non appassiona nessuno, a parte la magistratura, ostacolata in ogni modo. Sarebbe interessante conoscere il parere degl’intellettuali “liberali” che ogni due per tre intasano le prime pagine per denunciare le «invasioni di campo» della magistratura nella politica e nella privacy dei cittadini inermi. Che ne dicono delle invasioni di campo del Sismi nella politica e nella libera informazione, spiate a spese dei contribuenti addirittura nei pubblici convegni e nelle presentazioni di libri? Come si chiamano i posti in cui avvengono queste cose, se non regimi? I Panebianchi, gli Ostellini, i Galli della Loggia e altri liberali a 24 carati staranno preparando articoli di fuoco. sull’argomento. Speriamo pure di leggerli, prima o poi.

Anonimo ha detto...

Ma Valerio Fioravanti il terrorista?