giovedì 11 ottobre 2007

Le poche bellissime imposte di Bush. il Foglio

L’America che abbassa le tasse incassa di più. Deficit ai minimi storici.

I dati del bilancio per l’esercizio del 2007, chiuso il 30 settembre, costituiscono per George W. Bush una vittoria campale e per Paul Krugman, economista liberal che da anni sul New York Times prevede l’apocalisse, una smentita schiacciante. Il deficit federale è sceso all’1,2 per cento, contro la media del 2,4 degli ultimi cinquant’anni. Eppure Bush era stato demonizzato come un presidente finanziariamente pericoloso, perché nel 2003 aveva attuato massicci tagli fiscali mentre varava grandi spese per sicurezza domestica e guerre in Iraq e Afghanistan. Il risultato imprevisto (dagli avversari) è dovuto a due effetti che potrebbero definirsi miracolosi, se non fossero dovuti a scelte ponderate. Innanzitutto la riduzione dell’imposte per i redditi personali attuata moderando le aliquote per i redditi maggiori, i dividendi e i guadagni di capitale ottenuti cedendo titoli, imprese, immobili. Il gettito dell’imposta sul reddito, dove sono stati praticati tali tagli, nel 2007 ha avuto un incremento dell’11,3 per cento. E ciò ha comportato una crescita degli introiti federali del 6,7 per cento, oltre un punto in più dell’aumento del prodotto lordo in termini monetari (calcolando un tasso di inflazione del 2,5 per cento e un aumento del pil reale del 3). Le spese federali nel 2007 sono aumentate solo del 2,8, cioè la metà della crescita del pil. Ciò perché si sono sgonfiate le spese per i disastri naturali mentre quelle straordinarie per la sicurezza e la difesa sono aumentate soltanto del tasso di inflazione, rimanendo invariate in termini reali.
Nel complesso, facendo la media fra gli anni di incremento eccezionale di spese e l’ultimo, le spese dal 2001 sono rimaste la stessa quota del pil, che nel frattempo è di molto cresciuto. La pressione fiscale come rapporto fra introito del governo federale e pil è aumentata, mentre si riduceva la pressione fiscale individuale calcolata come rapporto fra redditi dei cittadini e somme a loro richieste dal fisco. Sembra un paradosso, ma l’Amministrazione Bush riducendo le imposte ne ha ricavato più denaro, anche perché l’ha fatto “a favore dei ricchi”, cioè in realtà a favore dei processi di creazione della ricchezza. Il suo aumento di spese per la sicurezza ha generato fiducia e tutelato l’ordine internazionale, generando più crescita, specialmente nei paesi emergenti. Queste sono le“bellissime imposte”di Bush.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

POVERI AMERICANI CHE NON POTRANO MAI APPREZZARE IL PIACERE DI PAGARE PROFUMATAMENTE

LE BELLISSIME TASSE

CHE IL CARO TOMMASINO
CI INVITA A SBORSARE CON TANTA FACEZIA!

Anonimo ha detto...

In effetti e' un successone.

Ci sono circa 6 milioni di minorenni statunitensi che non hanno diritto a prestazioni sanitarie se non a proprie spese.

Ci sono oltre 2.5 milioni di famiglie statunitensi che non riescono a stare dietro ai tassi dei mutui contratti con le banche e stanno cominciando a perdere le proprie abitazioni.

Il dollaro e' ai suoi minimi storici ed il 40% del debito federale e' in mano a Cina e India.

Maurom, prima di scrivere enormi stronzate abbi l'accortezza di documentarti.

Anonimo ha detto...

E CON TUTTE LE TASSE CHE PAGHIAMO

La sanità fa schifo. L'assistenza c'è, ma quando te la fanno. Poi c'è il come te la fanno.
E quanto paghi!
Non per niente l'illustre presidente della camera si è fatto operare alla prostata in una molto proletaria clinica privata a *****
Ma ora lasciamolo in pace perché nella sede del partito qualcuno gli ha rubato un magnifico kit di cravatte, omaggio di una celebre firma (valore circa 1000€), ed ora è tutto imbronciato tanto che
udite udite
ha scritto ai fornitore di non recapitare più i plichi personali presso detta sede.
Pensare male è peccato, ma quasi sempre ci si azzecca!
Meglio indirizzarli presso la catapecchia con piscina nella quale risiede.

Anonimo ha detto...

PS
Con quanto detto sopra non voglio affermare che il sistema sanitario americano va bene. Anzi, va malissimo!