martedì 9 ottobre 2007

Viva la Repubblica. il Foglio

Il giornale-tribuna della sinistra rende ormai obsoleto il nostro fogliuzzo.

La vecchiaia dei giornali porta consiglio, e se avremo la forza di continuare è probabile che anche noi scriveremo, tra una ventina d’anni, che Berlusconi era ineleggibile per via del conflitto di interessi, Craxi un ladro di polli e Andreotti un mafioso con la coppola incastrato da eroi in toga. Può essere ci tocchi anche scrivere che la guerra in Iraq è stata una carneficina inutile, che Dio non esiste e i preti sono tutti pedofili, che la ministra Pollastrini era un genio politico, il Benigni dello shoah-comics un profeta ispirato da Elia, e quel Mordecai Richler della Versione di Barney uno scrittore minore che voleva farci ridere con le barzellette sugli scozzesi. Nell’attesa, e cercando di tenerci sempre giovani, assistiamo con rispetto, e anche una punta di venerazione, alla gioiosa vecchiaia di Repubblica, divenuto un giornale davvero saggio, al punto di rendere spesso obsoleto il nostro fogliuzzo. Ogni giorno ha la sua rivelazione. L’antipolitica giustizialista di Grillo è monnezza, per esempio, firmato Scalfari e Mauro, fondatore e direttore. La tv di Santoro è barbarie, un marchingegno in tutto simile alla gogna che intrappola i suoi fedeli spettatori nella festa degli inganni, anche quando difende i giudici eroi dalle minacce di trasferimento di un Mastella. Firmato D’Avanzo, che non è il fratello di Sandro Ruotolo, ma fa lo stesso. Quel Travaglio, poi, ha un ego smisurato, e Scalfari se la prende con i suoi corsivi antipiduisti. Ollallà, deve essere successo qualcosa, e non parliamo né di nemesi né di ruotola, come preferisce Andrea Marcenaro.
La faccenda si ingentilisce ulteriormente, e l’aura di saggezza repubblicana si fa spessa e densa, si tocca con mano, quando Scalfari ci concede a sorpresa, come è avvenuto domenica, l’impensabile. Ricorderete il pool di Milano che va in tv e affonda con un pronunciamento da repubblica delle banane il decreto Biondi, l’ultima seria decisione politica presa da un governo italiano, consistente nel vietare la custodia cautelare in carcere usata come tortura per sradicare un sistema democratico con mezzi giudiziari. Bene, il fondatore del giornale riconosce che l’appoggio concesso a quei magistrati star dell’ingiustizia fu un “errore”, e con questo è riscritta la storia recente del nostro paese in uno dei suoi passaggi decisivi. Sull’uso criminoso della giustizia e della tv siamo dunque a una virtuale unificazione di Repubblica e del Foglio, e nell’attesa di invecchiare con saggezza anche noi, ci godiamo la serena vecchiaia degli altri.

1 commento:

Anonimo ha detto...

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