mercoledì 26 dicembre 2007

Chi ha ucciso Contrada. Davide Giacalone

Bruno Contrada non chiede la grazia, come non la chiedevano i detenuti antifascisti: si proclama innocente e non ritiene di doversi umiliare innanzi a chi ha assistito, vilmente inerme, a quel che gli è accaduto. Il Presidente Napolitano, del resto, non può graziarlo, semmai dovrebbe graziare noi tutti e proclamare quel che è evidente: se un uomo difeso dai capi della Polizia, suoi superiori, dai prefetti antimafia e dalle più alte cariche dello Stato è condannato per concorso con i mafiosi ciò vuol dire che lo Stato era in mano o a degli imbecilli o a dei delinquenti. La terza è la possibilità più ragionevole: quella sentenza fa orrore.
Il fisico di Contrada, vecchio di 77 anni e malato, potrà morire in carcere, o sarà portato a crepare altrove, giusto in tempo per evitare il decesso di un recluso. Ma l’uomo Contrada, il poliziotto, è già morto. E non tornerà a vivere neanche se gli concederanno la grazia, perché a quell’anima manca l’unica cosa che gli interessa: il riconoscimento di essere un servitore dello Stato, non un suo traditore. Il morto è lì che ci guarda, e noi che abbiamo seguito il suo lungo calvario intendiamo oggi rispondere ad una domanda: chi lo ha ammazzato?
Lo ha ammazzato un legislatore ricattato e privo di senso del diritto, che consente a dei macellai di riverginarsi in pentiti, intenti a perseguire, oggi come ieri, il loro interesse a scapito della vita altrui. Una legge che considera credibile anche chi mente o non racconta tutto, che consente la memoria rateizzata, che mette la sorte di questi infami nelle mani di quanti li utilizzeranno in processo. Lo ha ammazzato una politica vile, che non seppe difendere Falcone dalle aggressioni della sinistra giudiziaria e rimase in silenzio mentre il poliziotto, che di Falcone non era amico, veniva scarnificato per ripittare a nuovo la procura palermitana. Lo ha ammazzato una giustizia che lo condanna dopo averlo assolto, perché lo sbirro siciliano è presunto colpevole, come tanti altri, come noi, e pure se dichiarato innocente questo non elimina il dubbio del contrario. Il colpo di grazia se lo è dato da solo, perché incapace di smettere, come noi, di credere nello Stato. Per questo stiamo morendo con lui, e chi non lo capisce è morto alla civiltà del diritto. Che la sua anima sia dannata.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Ho fatto anche io un post su Contrada, con tanto di documentazione, nomi, fatti, articoli. E' un po' lungo, ma in questi giorni di festa si puo' riuscire a leggerlo tutto. E' inquietante. Cmq bravo. Hai detto bene.
Giorgio

Anonimo ha detto...

P.S.
Non avevo letto che e' un pezzo di Giacalone.
Bravo comunque, sottoscrivo tutto.
:)

maurom ha detto...

Grazie Giorgio e Buon 2008!