domenica 30 dicembre 2007

Dini: ecco le mie sette richieste al governo. il Corriere della Sera

Caro direttore,
con il nostro voto favorevole, il Parlamento ha approvato la Finanziaria per il 2008 e il protocollo in materia di welfare e pensioni. Al momento del voto abbiamo annunciato in Aula che per noi si concludeva una fase politica. E che il futuro non sarebbe stato la semplice prosecuzione del passato.

Purtroppo la nostra economia continua a manifestare, sia in fase di espansione sia di rallentamento, i tassi di crescita minimi nel mondo sviluppato. Neanche al culmine di una fase economica espansiva il nostro bilancio pubblico raggiunge il pareggio; e si continua ad alimentare quel debito che costituisce la fornace nella quale l'Italia brucia le proprie speranze in un futuro migliore. Il presidente del Consiglio manifesta un ottimismo basato su una valutazione dell'attuale stato dell'economia e della qualità del nostro vivere civile del tutto distorta. Capita a chi è incaricato di alte funzioni politiche di perdere la precisa cognizione della realtà. In questi casi richiamarlo a un fattivo realismo è un preciso dovere civico.

Noi non ci sottraiamo a tale dovere. E partecipiamo alla nuova fase proponendo le cose da fare nei prossimi mesi per frenare il declino dell'Italia e riavviarla sulla strada dello sviluppo.

1. Una decisa azione per la riduzione della spesa pubblica. A partire dall'uscita anticipata di almeno il 5% dei lavoratori pubblici. Il forte aumento registrato dagli investimenti nella information tecnology è in grado di generare un incremento della produttività di questa dimensione. Occorre poi prevedere una parziale sostituzione di quanti usciranno dal lavoro per limiti di età negli anni successivi. Ed aumenti delle retribuzioni legati solo al merito di ciascuno.

2. Il ridimensionamento delle persone che vivono di politica. A partire dall'abolizione delle Province; le Regioni che volessero mantenerle in vita dovranno finanziarle con le proprie tasse. È vero che serve una revisione costituzionale, ma per adottarla bastano sei mesi.

3. Una riduzione del carico fiscale per i contribuenti, secondo un percorso graduale ma annunciato in partenza. Utilizzando l'intero risultato della lotta all'evasione fiscale, e non disperdendolo per mille rivoli come si è fatto nella prima parte di legislatura. Ed utilizzando quella parte della riduzione di spesa non destinata ad anticipare l'obiettivo di pareggio del bilancio. Il tutto senza innalzare il grado di progressività del nostro sistema tributario, già oggi a livelli che ostacolano la crescita.

4. La rinuncia alle centinaia di programmi inconcludenti nei quali vengono disperse le risorse europee dei fondi strutturali, che lasciano il Meridione nella penosa situazione in cui si trova. Drastica revisione dei programmi per il periodo 2007-2013, concentrando le risorse su strade, ferrovie, porti e aeroporti. Con un unico obiettivo operativo: portare il Sud nel 2013 a una qualità dei trasporti pari alla media europea.

5. La realizzazione del sistema nazionale di valutazione dei risultati scolastici, per legare ogni incremento reale delle retribuzioni degli insegnanti a livello e dinamica della preparazione scolastica degli allievi. Altrimenti i ritardi nella formazione scolastica dei nostri giovani, sempre più evidenti nel confronto internazionale, pregiudicheranno la capacità di sviluppo dell'Italia per il prossimo mezzo secolo.

6. La riduzione da 45 a 15 giorni della sospensione feriale dei termini processuali. I ritardi della giustizia sono un elemento non trascurabile del degrado economico e civile della nostra società. Molto può e deve essere fatto. Ma di per sé la sola riduzione del periodo feriale, e il prevedere che i giudici facciano come tutti gli altri lavoratori le loro vacanze a turno, può aumentare di quasi il 10% la produttività del servizio giustizia.

7. Il ridimensionamento del ruolo della politica nella gestione della sanità pubblica. La politica fornisca regole e risorse; scelga ministro, sottosegretari e assessori. Ma non direttori generali e primari. Si è voluto chiamare le unità sanitarie «aziende». Ma quale azienda potrebbe mai funzionare se i capi stabilimento venissero scelti a seconda che siano più vicini a questo o quel partito? Quanto enunciato è un programma minimo che consideriamo imprescindibile e che contiene proposte realizzabili in non più di sei mesi. Tanto altro sarebbe necessario; lo abbiamo indicato nel manifesto politico con il quale abbiano lanciato la nostra iniziativa liberaldemocratica.

Ma se non si comincia non si arriva mai alla fine. E se non si inizia subito non si riuscirà a sollevare gli italiani da quella sfiducia nelle istituzioni e nel futuro che ne frena lo slancio. Siamo pronti a sostenere un governo che si impegni a realizzare questo programma minimo. Se sarà espressione dell'attuale maggioranza, bene. Ma chiediamo una risposta chiara, senza ambiguità, al più tardi al momento della verifica prevista per metà gennaio. Non rinnoveremmo la nostra fiducia a un governo che non volesse impegnarsi a realizzare questo programma per il rilancio del Paese. In tal caso, non ci rassegneremo al fatto che la legislatura debba andar persa. Ci adopereremo dunque, con le nostre modeste forze, affinché un governo che realizzi queste proposte nasca in questo Parlamento. Senza dimenticare che nel frattempo occorrerà comunque cambiare la legge elettorale, per via parlamentare ovvero per via referendaria.

Lamberto Dini
Natale D'Amico

6 commenti:

Anonimo ha detto...

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«Visco penalizza i lavoratori con moglie e figli a carico»
Direttore,
sono un elettore di sinistra. Con il Natale è
arrivata anche la cedolina dello stipendio, verificando
l’importo (stipendio più 13ª mensilità) ci
siamo resi conto di come, purtroppo, questo governo
ha pesantemente penalizzato i lavoratori
con familiari a carico. Le addizionali regionali e
quelle comunali, non più esentate dalla no tax
area e dai carichi di famiglia (no tax family),
hanno avuto un effetto devastante sulle retribuzioni
dei lavoratori e pensionati con familiari a
carico. Queste «innovazioni» che si sono aggiunte
alla rimodulazione degli scaglioni Irpef, anziché
aiutare le famiglie le hanno penalizzate. Il
governo centrale e quelli locali, continuano a
mettere in atto politiche fiscali che penalizzano
sempre più chi ha la «sfortuna» di avere dei
familiari a carico. Un esempio evidente di queste
affermazioni si può riscontrare nei bonus
regali, denominati 14ª mensilità e bonus di Natale
concessi dal governo ai pensionati. Il requisito
per aver diritto ai bonus, fondato sul singolo
reddito e non sul cumulo familiare, ha comportato
uno spreco di denaro pubblico. I bonus sono
stati elargiti anche a soggetti che non ne avevano
bisogno perché titolari di redditi familiari
elevatissimi (oltre 200mila euro). La stessa strada
la stanno percorrendo Regioni e Comuni aumentando
alle famiglie le tasse locali (rifiuti,
mense scolastiche e addizionali) e esentando
dal pagamento dell’addizionale comunale tutti
quei soggetti con reddito personale pari o inferiore
a 15mila euro. Accadrà che nuclei familiari
composti di coniugi con reddito di 15mila euro
ciascuno (30mila complessivi) non paghino le
addizionali Regionali e Comunali. Un insulto a
quel lavoratore con coniuge e figlio a carico
(18mila euro annui di reddito), che si vedrà sottrarre
dal proprio stipendio oltre 400,00 euro
annui di addizionali. La riforma fiscale di Visco
è contro chi, con il sacrificio del proprio lavoro,
cerca di far vivere in modo dignitoso la propria
famiglia. Con l’occasione porgo distinti saluti.
da il Giornale

DINI
HAI LA FAMA DI PERSONA SERIA.
MA SICCOME QUESTO GOVERNO NON RIUSCIRA' MAI AD APPROVARE LE TUE RIFORME TI SEI SOTTOPOSTO AD UNA PROVA DI SERIETA' DI FRONTE A TUTTA L'ITALIA CHE ASPETTA CON ANSIA LA TUA MOSSA.
QUELLA GIUSTA.

Anonimo ha detto...

Ma Prodi ce l’ha
con noi pensionati?
Hodue domande: 1) se qualche
settimana fa è stato evidenziato
un surplus nelle
entrate di 22 miliardi, a cosa
serve fare una Finanziaria
di importo minore? Il
surplus che fine ha fatto? 2)
qualcuno mi dovrebbe poi
spiegare la ragione per la
quale il sig. Prodi ce l’ha coi
pensionati, come il sottoscritto,
che a costo di grandi
sacrifici ed un po’ di fortuna
sono riusciti a fare carriera
e, dopo 38 anni, sono andati
in pensione con una cifra
che consente di vivere dignitosamente.
Forse che punendoli
con il blocco della
rivalutazione annuale si risanano
i conti dello Stato?
da il Giornale

Anonimo ha detto...

CHE! ecche stai a scherza co er foco!
Carro zi’Llammberto
te vojo ricontà ‘na storiela traggica.
Che te condaneno a’a fucillazzionne un povero diavolo che accossì ‘o porteno dennanze a er plottone d’essecuzzionne.
Quanno che è tutto pronto er commannante va da quer povvero desgrazziato e je dicce
-a fuccillazionne è remmannatta che forze te danno 'aggrazzia.
E ‘o reporteno ‘ncela mezo svennuto.
Che doppo quarche ggiorno sa ripete a scena. Talle e qualle.
E accossì pe’ tanto tempo.
Che ognivorta che ce lo portaveno davanti a er prottone ormai che se sveniva e ‘o riportaveno drento in quatro.
Zi’Lambe’. Che stai affà co’noi 'stoggiocchetto?
‘E criticche so’giuste. E alora che stamo affà?
Nun venì fra quarche giorno addì che ‘eccose so’apposto e che annamo avanti co’ zi’Romano, che proppio alora er gioco nun regge più. Ormai’eccarte sossu’r tavvolo bele chiare.
Linciuccio non cinteresa. Fai ‘ecosse serie. E te credemo. Insenò …co’e scenegiate …
nun te credemo ppiù.

Anonimo ha detto...

Su con la vita. Affollate i blog, i forum e i sondaggi di quotidiano.net perchè ne avete le tasche piene dell’Anno del Declino. Chi l’ha detto che non c’è più voglia di impegnarsi, di discutere, di dialogare?
I vostri post sono cento volte più chiari dei discorsi pieni di nulla che ci ammanniscono quelli del Palazzo, convinti che siamo tutti scemi, che tutto funzioni in questa Repubblica fondata sul ritardo e sulle stangate.

Non vi fidate di nessuno e non avete torto, considerata la Casta politica da cui siamo oppressi, indecisa a tutto tranne che nella strenua difesa dei privilegi e delle poltrone, concentrato planetario di inettitudine e protervia. Per non parlare delle tasse che non finiscono mai, come il dibattito sulla riforma elettorale; del terrorismo, della violenza, dell’ipocrisia, degli impuniti, del vuoto pneumatico che sembra circondarci. Sembra. Poi leggi i dialoghi del 30 dicembre fra un Ragazzo di diciannove anni e un Cardinale di novantatré anni che, in realtà, ne ha diciannove e scopri che, in fondo, l’importante è non mollare mai. Se siamo noi i fabbri del nostro destino, allora picchiamo duro.

Xavier Jacobelli
da La Nazione

E SE L.DINI TUTTE QUESTE COSE LE SA, PERCHE' LE HA DETTE, ANCHE SE CON ALTRE, MA SEMPRE DURE, PAROLE, ASPETTIAMO ... ASPETTIAMO ... ASPETTIAMO ...!

Anonimo ha detto...

HO PAURA CHE SIA TUTTA UNA SCENEGGIATA.
AL MOMENTO DELLA VERIFICA:
... SI', E'VERO, VA TUTTO MALE!
PERO' ... SE CADE IL GOVERNO RITORNA ... OHIBO'!!!
BERLUSCONI!!!
E COSI' PER IL BENE DELL'ITALIA ... NON SUCCEDE NIENTE.
FUMO NEGLI OCCHI AGLI ELETTORI SCONTENTI.
... VEDI COME SI RIBELLANO? ...
... AHO! NON SI SCHERZA ... SO' PURE CAPACI DI FAR CADERE IL GOVERNO!
MA VA!!!!!
FINE DELLA SCENEGGIATA. CALA IL SIPARIO.
LE SCENEGGIATE CONTINUANO!!!
ANVEDI AHO! ...LUI SI' CHE GLIELE CANTA!!!
E AVANTI.

Anonimo ha detto...

e tu
CARO SILVIO
stai attento a non farti prendere per il c... da questo ambiguo personaggio.
Questa è l'ultima prova. Dopo di che non rimane che conferirgli la laurea di
GRAN COMMEDIANTE.
Il palcoscenico è una cosa.
La realtà un'altra.