martedì 18 dicembre 2007

Negare non è governare. Arturo Diaconale

Chissà se il Presidente dell’Ordine dei Giornalisti di Roma, Bruno Tucci, tornerà ad indignarsi perché il Presidente del Consiglio è stato intervistato per quasi un’ora su Rai Tre da un presentatore e non da un giornalista! E chissà se tra tutti quelli che hanno passato la vita a stigmatizzare le interviste in ginocchio fatte dai giornalisti servi dei potenti ci sarà qualcuno provvisto di tanto coraggio dal denunciare l’intervista in estasi di Fabio Fazio a Romano Prodi! Probabilmente va esclusa sia la prima che la seconda ipotesi. Anche Tucci si sarà stancato di ululare al vento le ragioni di un Ordine professionale fuori del tempo. E non sembra che tra gli esaltatori delle schiene dritte alla Montanelli o alla Biagi esistano degli intrepidi osservatori pronti a rilevare lo scandalo di un presentatore talmente abbacinato dalla presenza in studio del proprio santo protettore da sembrare Santa Teresa del Bambin Gesù nei momenti delle estasi mistiche. Ma queste annotazioni appaiono addirittura marginali di fronte al vero ed unico dato politico emerso dalla lunga ed affettuosa conversazione televisiva del Capo del Governo.

Cioè che per sopravvivere a Palazzo Chigi Romano Prodi ha messo a punto una strategia che non è quella del galleggiamento e dell’immobilismo ma quella del tutto inedita incentrata sulla totale ed assoluta negazione dei problemi. Il Caso Speciale? Non esiste. E’ La mancanza di maggioranza al Senato? Non conta. L’esistenza di due linee politiche antitetiche nella coalizione? Non incide. E via di seguito. Non c’è un nodo che arrivi al pettine a cui Prodi non riservi un accurato trattamento fondato sulla negazione del nodo stesso. Non si tratta di rinvio. Niente affatto. Perché rinviare un problema significa comunque riconoscerlo . Il nostro Presidente del Consiglio va oltre. Non rinvia nulla semplicemente perché nega di prendere atto dell’esistenza della questione. Con Fazio non ha fatto altro che applicare alla lettera la sua strategia. Tanto il Santo Tereso in stato di sbalordimento mistico non si sarebbe mai permesso di contraddirlo e rilevare che a furia di mettere la spazzatura sotto i tappeti la casa marcisce. Intendiamoci, nell’ottica prodiana il metodo funziona alla perfezione. Nella testa del “professore”, ad esempio, la verifica di gennaio è un falso problema. Basterà dare la testa di Padoa Schioppa a Rifondazione e convincere la Consulta a cancellare i referendum ed il gioco sarà fatto. Sempre che nel frattempo, però, qualcuno si accorga che a marcire è il paese. E si muova di conseguenza. (l'Opinione)

3 commenti:

Anonimo ha detto...

quello che stavo cercando, grazie

Anonimo ha detto...

quello che stavo cercando, grazie

Anonimo ha detto...

Si, probabilmente lo e