sabato 5 gennaio 2008

L'Economist: tutta colpa di Visco. Felice Manti

Gli italiani sono ubriachi di povertà, e se ne sono accorti all’inizio dell’anno. L’Economist, il settimanale britannico che giudicava l’ex premier Silvio Berlusconi unfit, «inadatto» a governare l’Italia, si è accorto che gli italiani si sentono più poveri rispetto a qualche anno fa. L’espressione che usa, hangover, rispecchia «lo stato di confusione e malessere dopo una sbornia», secondo la definizione della Garzanti. Mai espressione fu più azzeccata, verrebbe da pensare stando alle statistiche 2006 che certificano (nonostante l’ottimismo del premier Romano Prodi) come anche la Spagna sia più ricca di noi. E sempre i freddi numeri confermano che anche il Pil 2008 segnerà un passo indietro rispetto all’1,8% segnato nel 2007, «peraltro merito in gran parte - ammette il periodico economico - delle scelte del governo Berlusconi».

La spiegazione per l’Economist è semplice: è tutta colpa di Vincenzo Visco, il vicepremier ds con delega alle Finanze, e della sua stretta fiscale che ha portato nelle casse dello stato 25 miliardi di euro di extragettito nel 2007 e 36 miliardi nel 2006, «nonostante la leggendaria abilità degli italiani nel tenersi stretti le proprie ricchezze e i propri guadagni», sottolinea il settimanale. Secondo il commentatore britannico «Visco ha cambiato le leggi per consentire controlli incrociati (la cosiddetta anagrafe tributaria, ndr) compresi i conti correnti bancari», ha aumentato le ispezioni in negozi, bar e ristoranti e ha obbligato i professionisti a pagare con denaro elettronico e assegni. Peccato che «più della metà dei 40 milioni di contribuenti italiani siano lavoratori dipendenti e pensionati» e che siano stati loro a soffrire di più. «L’anno scorso le imprese hanno ottenuto una riduzione fiscale - riconosce l’Economist - ma per le persone fisiche c’è stato un peggioramento», tanto che «perfino i sindacati chiedono tagli selettivi delle aliquote».
E qui il settimanale cita il «raro liberale Nicola Rossi», da tempo in aperta polemica con il Partito democratico nel quale milita, che afferma come i contribuenti italiani siano «gravati in maniera irragionevole» da un carico fiscale senza precedenti» e che «quel tesoretto» spetti «ai lavoratori». Ma il perché questo non avvenga, secondo il periodico economico, è presto detto. Si chiama spesa pubblica, che secondo uno studio degli economisti di lavoce. info,Tito Boeri and Pietro Garibaldi, si è mangiata «più dei due terzi dell’extragettito », di cui larga parte è stato dirottato dal governo per «fini clientelari (patronage) e per «ammansire» (appease) consorterie dagli «interessi consolidati». «Non saranno in grado di ridurre le tasse finché non tagliano la spesa pubblica», dice Boeri all’Economist, una spesa pubblica «cresciuta come un treno di circa il 2% in termini reali». «Per il bene dell’economia - conclude Boeri - e per quello del centrosinistra è bene che qualcuno decida di tirare il freno a mano». Questa è l’Italia vista dall’Economist. Italiani sbronzi di povertà, governo sempre più vorace. (il Giornale)

5 commenti:

Anonimo ha detto...

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Ha ritirato dalle mani del ministro delle Finanze Tommaso Padoa-Schioppa il biglietto numero 100mila della mostra «Tiziano ultimo atto» in corso a Belluno, ma ha stentato a sorridere nonostante il riconoscimento, Monica Bergo, 25 anni di Dolo, in provincia di Venezia. Neolaureata in giurisprudenza, la giovane infatti ancora non ha digerito l’appellativo di «bamboccioni» affibbiato qualche mese fa ai giovani italiani dallo stesso ministro, e alla fine non ha resistito a replicare. «Non siamo bamboccioni - ha detto ai giornalisti subito dopo aver ritirato il biglietto -, quello di Padoa-Schioppa è un messaggio di negatività. Noi abbiamo il mondo davanti, basta crederci, mentre questo ministro non ha nessuna idea di come siano i giovani oggi».

Anonimo ha detto...

E IN CAMBIO DEL DENARO?
Poi dicono che siamo senza soldi. Ma va’, non deve essere vero. Probabilmente ne abbiamo in abbondanza, anche se non lo sappiamo: altrimenti perché ne distribuiamo a pioggia in tutto il mondo? Sentite qua: 900mila euro agli italiani di Algeri (che sono solo 441, fra l'altro) per una serie di progetti formativi, fra cui spicca «l'individuazione di nuove opportunità di business in relazione alle tendenze del commercio internazionale»; due milioni e 200mila per formare elettricisti, falegnami e qualcos'altro a Rio de Janeiro; un milione di euro per essere sicuri di avere orefici, chef, guide turistiche ed elettromeccanici a Bogotà. E un milione di euro per fornire, fra l'altro, fresatori e tornitori alla regione di Caxias do Sur e Bento Goncalves: sono le spese piuttosto allegre di Porto Alegre. Samba ragazzi, qui ce n'è per tutti. E anche di più.
L'importo complessivo (a carico del contribuente) ammonta a 30 milioni di euro. Non sono pochi. Soprattutto sono troppi se si pensa alla vera ragione per cui vengono spesi: non risolvono nessun problema, in pratica, a parte quello di Prodi, che per restare attaccato alla poltroncella deve tenersi buoni i parlamentari eletti all'estero.
Ma come si fa a tagliare le tasse finché non si tocca la spesa pubblica?
E come si fa a toccare la spesa pubblica se chi governa ha come esclusivo obiettivo quello di restare abbarbicato al governo? La conseguenza è inevitabile, ed è purtroppo sotto i nostri occhi. La finanza pubblica viene ridotta a merce di scambio.
E soprattutto, poi, non dire che mancano i soldi per ridurre le tasse ad artigiani e operai.
da Il Giornale
COMMENTO DELL’UOMO DELLA STRADA
Chissà cosa pensa, ora, quel fessacchiotto di Tremaglia che volle ad ogni costo quella legge grazie alla quale l’abbiamo preso nel c …, in tutti i sensi?
Fu proprio una bella idea! Per gli avversari che, riconoscenti, ringraziano.
A trema’: ma va a ffa’n …

Anonimo ha detto...

MA CHE BELLA PENSATA!!! TREMA'

Anonimo ha detto...

IN NOME DELLA DEMOCRAZIA E DELLA LIBERTA’ POLITICA, DI PAROLA, DI PROFESSIONE DI FEDE, DI IDEE E QUANTO ALTRO.
GRAZIE ALLA SX CHE LI HA IMPORTATI, CHE LI DIFENDE E LI PROTEGGE E’ GIA’ ARRIVATO IL MOMENTO IN CUI GLI STRANIERI, ESTRANEI ALLA NOSTRA CIVILTA’ E ALLA NOSTRA CULTURA, CI IMPEDISCONO DI PENSARE E DI DIFFONDERE LE NOSTRE IDEE.
AVANTI COSI’
GRAZIE PRODI

Milano - Due pallottole ai fratelli Berlusconi. Paolo, editore de il Giornale, e Silvio, leader di Forza Italia. Spedite in busta chiusa nella redazione milanese del nostro quotidiano. Accompagnate da una lettera di avvertimenti e minacce di morte. Una pagina scritta al pc, tutta in stampatello, due bossoli inseriti nella missiva, incollati al foglio con un nastro di scotch. Tutto il materiale è già in possesso degli investigatori della Digos che lo stanno esaminando.
Il documento, che contiene minacce di carattere islamico, era indirizzato al direttore de "il Giornale Nuovo", curiosa dicitura che riprende il titolo originale della testata fondata da Indro Montanelli nel 1974.

Alla prima occasione propizia, con o senza predellino, faremo come hanno fatto in Pakistan con la Bhutto: un colpo con pallottole vere in testa e poi un kamikaze, all'italiana, per essere certi della loro scomparsa da questo mondo. Le guardie del corpo e i servizi di sicurezza non potranno fermarci perché non siamo prevedibili. Allah è grande".

Anonimo ha detto...

prodi fa così Schifo perché lo Schifo di prodi impazzisce, si suicida, e il suo Cadavere putrefatto si tramuta in prodi, visco e padoaschioppa