martedì 15 gennaio 2008

Libertà economica nel mondo: Italia al 64°posto. Eurofinanza

Vengono diffusi oggi i risultati dell’Index of Economic Freedom 2008 - la classifica annuale della libertà economica, elaborata dalla Heritage Foundation di Washington, DC, e dal Wall Street Journal, in collaborazione con un network di think tanks europei fra cui, per l’Italia, l’Istituto Bruno Leoni di Torino.Secondo l’Indice elaborato da Heritage Foundation, Wall Street Journal e Istituto Bruno Leoni, l’economia più libera del mondo resta Hong Kong (considerata libera al 90.3%). L’Italia è classificata al sessantaquattresimo posto (libera al 62,5%), con un punteggio dello 0,2 peggiore rispetto al 2007. Prima dell’Italia, anche Albania (56), Bulgaria (59), Arabia Saudita (60), Belize (61) e Mongolia (62).

L’Indice stima il grado di libertà economica, considerata come assenza di ostacoli da parte dello Stato all’agire individuale, attraverso dieci parametri: libertà imprenditoriale; libertà di scambio; libertà fiscale; libertà dallo Stato; libertà monetaria; libertà d’investimento; libertà finanziaria; diritti di proprietà; libertà dalla corruzione; libertà del lavoro. Tali parametri si concentrano pertanto sia su fattori macro-economici, sia su indicatori che consentano di stabilire la facilità o la difficoltà di aprire e gestire un’attività economica. Secondo molti aspetti (per quanto riguarda la politica monetaria e il peso delle barriere doganali ad esempio), il nostro Paese è beneficiato dall’appartenenza al club europeo.

Il punteggio dell’Italia in queste classifiche di libertà economica è praticamente il medesimo dal 1995. Alcuni indicatori sono migliorati (il punteggio in termini di libertà del lavoro è ora del 73,5%, ad esempio), ma altri restano fortemente negativi. L’Indice in particolar modo segnala la rilevanza della “questione fiscale”, con imposte ancora troppo alte (libertà fiscale: 54,3%); la difficoltà nel riformare la spesa pubblica (libertà dallo Stat 29,4%); l’eccessiva durata e complessità dei procedimenti, che porta a valutare negativamente il grado di tutela dei diritti di proprietà (diritti di proprietà: 50%); il perdurante peso della corruzione percepita (libertà dalla corruzione: 49%).

L’Italia è considerata una economia “moderatamente libera” ed è classificata come la 29ma economia più libera, sulle 41 considerate parte del blocco europeo. A pesare su questo giudizio, non sono solo le difficoltà del nostro Paese - ma soprattutto la capacità di riforma che hanno al contrario dimostrato altre realtà (i Paesi dell’Est europeo come quelli balcanici).

L’economia più libera del mondo è anche quest’anno Hong Kong. Seconda è Singapore, terza l’Irlanda (primo Paese europeo in classifica). Gli Stati Uniti occupano il quinto posto, il Cile l’ottavo posto, la Danimarca l’undicesimo posto e l’Estonia il dodicesimo.

Secondo Carlo Stagnaro, uno dei direttori dell’Istituto Bruno Leoni che è partner di Wall Street Journal e Heritage Foundation per questa ricerca, “questo Indice della libertà economica ci consegna un ritratto fedele del nostro Paese almeno da un punto di vista: la sua difficoltà nel cambiare passo”. Continua Stagnaro “l’Index of Economic Freedom non è un indice di sviluppo non ci dice che ’siamo messi peggio’ dell’Albania, del Belize e della Mongolia. Ci dice però che teniamo in vita più barriere alla libera espressione della creatività imprenditoriale, di quanto facciano questi Paesi. In qualche maniera, non ci dice come ’siamo messi oggi’: ma come staremo domani, se è vero come è vero che un basso grado di libertà economica inibisce la crescita”. Conclude Stagnaro “l’Index of Economic Freedom ci dice che i due nodi da sciogliere sono tasse e spesa pubblica. E’ un’analisi condivisa da più parti, e dovrebbe essere condivisa anche la preoccupazione per il nostro costante arretrare in queste classifiche internazionali”.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

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STRALCIO DI ALCUNI PASSI … AD HOC
E' lo sfogo di uno molto incaz...

. La mia retorica si è un po’ arrugginita, perché poi ho studiato economia.

Ringrazio Dio ogni giorno di questa scelta, e non solo perché se avessi fatto lettere avrei passato quattro anni in un inferno di zecche strafatte di canne, straccione e aggressive.

Ma soprattutto perché adesso non sarei quadro nella banca svizzera piu’ importante del mondo, sede lussemburghese, non parlerei tre lingue (inglese e francese, non ci metto il tedesco, perché non riesco ancora a sostenere una discussione di lavoro), e non avrei comprato due case da dicembre 2006 ad oggi, una a Bratislava (perché, per tornare al discorso tuo, per le marchette preferisco le slovacche alle liceali che in genere sono imbranate, sboccate e truccate malissimo) e l’altra a Treviri, in Germania, perché non essendo stata bombardata in guerra, si trovano ancora delle belle case liberty in centro coi soffitti alti alti e i bei finestroni che facevano una volta.
Perché ti dico tutto questo? Perché forse hai ragione, per il lavoro che faccio dovrei davvero votare Prodi: lui è il nostro salvatore, il nostro socio di maggioranza.

Una parola sua, o meglio ancora di Bertinotti, ci porta milioni di euro. Da aprile ad oggi i miei colleghi dell’Italian Desk hanno sorrisoni che Berlusconi in confronto è Pierrot piangente. Con lo scudo fiscale di Silvio ce la siamo passata davvero male, e infatti il numero di banche in Lussemburgo è passato da 200 circa a 174 dal 2002 al 2006 (dati sul sito CSSF.lu, la Consob lussemburghese), ma da aprile i rubinetti si sono riaperti.
Tu davvero credi che tutte le bertinottate di redistribuzione del reddito, di tassa sui BOT, di imposizione sui capital gains, di accisa sugli interessi, di European Savings Directive faccia piangere i ricchi?

Andiamo! Per i piccoli risparmiatori, questo si’, è terribile, perché non possono permettersi di pagare le nostre commissioni di tenuta conto e servizi vari (fino all’1% annuo); ma i ricchi veri, quelli non piangono mai. Perché ci siamo NOI.
Ci sono i miei colleghi di Products & Services, pagatissimi per sfornare prodotti che scivolano dalle maglie delle vostre trovate, vere reti contro natura che stritolano la sardina e lasciano passare lo squalo.

E piu’ voi serrate le maglie con interventi liberticidi, piu’ impoverite i poveri e arricchite i ricchi. Ma del resto, non lo diceva anche Gesu’ Cristo “a chi ha sarà dato, a chi non ha sarà tolto anche quello che ha?” Bravi, ci siete riusciti. Solo che Cristo parlava di spirito, voi ammazzate panettieri e idraulici.
: chi ha pochi soldi, diciamo fino a 100 000 euro (quindi pensaci bene, i tuoi genitori, i tuoi nonni), non puo’ venire quassu’ e si fa massacrare dalle tasse. Chi ha i milioni fa una bella holding qui, le intesta le obbligazioni, le obbligazioni pagano interessi alla holding, poi la holding paga i dividendi che NON sono assoggettati alle vostre tasse, e sono tutti contenti. Il socio della holding, i revisori dei conti che sono pagati ogni anno per fare la revisione delle holding (ero revisore fino a 9 mesi fa), e le banche che domiciliano la holding.
Noi non urliamo perché il nostro tempo preferiamo passarlo a costruire case, famiglie e ricchezze, bere e scopare, guidare belle macchine e ascoltare bella musica nell’amplificatore Marantz di ferro da otto chili, ma tutti i nostri hobby CE LI SIAMO PAGATI, STUDIANDO E LAVORANDO COME BESTIE, senza sabati in discoteca e domeniche di doposbronza, senza mesi di occupazione, senza comizi politici e senza vetrine rotte e senza tutte le belle cose che animano le adolescenze vuote e banali e senza Dio di molti.

E voi non ce lo prenderete. Vi piacerebbe, ma non lo avrete mai.

Anonimo ha detto...

MAUROM
HO CITATO QUESTO PASSO PERCHE' PENSO CHE SIA L'ESATTA FOTOGRAFIA DELLA NOSTRA SITUAZIONE ECONOMICA.
TASSE TASSE TASSE
SOLO TASSE
E INTANTO CHI HA MOLTI SOLDI TROVA IL SISTEMA DI AGGIRARE L'OSTACOLO.
E CHI LO PRENDE IN TASCA SONO I SOLITI ... DICIAMO FESSI.
ZEUS

maurom ha detto...

Ho postato il 4 aprile del 2007 come "Lettera dal Lussemburgo" il testo originale che tu hai riportato, caro Zeus.
Allora pensai che fosse originale perché faceva parte di una polemica tra commentatori di questo blog.
In ogni caso, anche se fosse inventata, è certamente verosimile interpretando efficacemente una situazione emblematica.

Anonimo ha detto...

VERO MAUROM,
L'HO INSERITA NEI COMMENTI PROPRIO PERCHE' EMBLEMATICA.
ANZI, DIREI, PROPRIO PERCHE' RISPECCHIA CRUDAMENTE LA REALTA' CHE STIAMO VIVENDO.
CIAO
ZEUS

maurom ha detto...

Mi fa piacere che tu abbia seguito il consiglio di leggere anche i vecchi post.