martedì 26 febbraio 2008

L'ipoteca giustizialista. Angelo Panebianco

Dopo l'iniziale sconcerto di alcuni e qualche protesta, è calato il silenzio sulla scelta di Walter Veltroni di allearsi con l'Italia dei Valori di Antonio Di Pietro (che mantiene il proprio simbolo a differenza dei radicali), facendo così un'eccezione rispetto alla regola dello «andare da soli». Eppure quella decisione può essere foriera di rilevanti conseguenze sui rapporti fra la futura maggioranza (quale che essa sia) e la futura opposizione. Da quel che si è capito, la mossa di Veltroni è giustificata dalla volontà di «coprirsi» rispetto agli umori antipolitici che circolano nell'opinione pubblica. Non pare però che ci sia stata una attenta riflessione sui prezzi politici da pagare.

Da molti, e giustamente, è stata apprezzata, del segretario del Pd, la volontà, più volte affermata, di farla finita con l'eterna guerra civile italiana, di scegliere una competizione con il centrodestra non più fondata sulla demonizzazione dell'avversario. Quel nuovo stile e il nuovo clima politico che ha contribuito a suscitare hanno anche reso possibile ai leader dei due schieramenti (Veltroni e Berlusconi) di parlarsi fra loro con linguaggi nuovi. E fanno ben sperare, in linea di principio, anche per le future relazioni fra maggioranza e opposizione.

Ma l'alleanza del Partito democratico con l'Italia dei Valori mette a rischio tutto ciò. Di Pietro rappresenta l'antipolitica nella variante giudiziario- giustizialista. I suoi elettori tutto possono volere meno che la fine della guerra civile italiana. D'altra parte, nemmeno era ancora stato siglato l'accordo che già Di Pietro chiariva a tutti il senso della sua presenza politica proponendo, in pratica, l'esproprio proletario di alcune reti televisive. Come si concilieranno, nel prossimo Parlamento, lo stile nuovo e quella presenza?
Ma c'è di più. Non ci sarà mai nessuna possibilità di chiudere l'eterna transizione italiana se non interverrà un accordo bipartisan sulla giustizia. Ma Veltroni si è messo in casa una forza che lavorerà strenuamente (e giustamente, dal suo punto di vista, essendo quello il mandato che avrà ricevuto dagli elettori) perché un accordo del genere non possa essere siglato. Sarà difficile rimettere ordine, in modo consensuale, nel sistema giudiziario italiano. E continueranno le solite invasioni di campo (l'ultima in ordine di tempo, con il caso Mastella, ha dato il colpo di grazia al governo Prodi). L'Italia dei Valori, una piccola formazione che, in queste faccende, è in grado di trovare il sostegno esterno di un vasto esercito giustizialista, sarà lì, vigile, pronta a mettere veti. Prendiamo il caso delle intercettazioni che sono non solo una delle armi più avvelenate della politica italiana ma anche una spia evidente degli sviluppi patologici del nostro sistema giudiziario.

Riportare la giustizia alla normalità significa anche mettere regole e paletti, e cioè limiti, all'uso che i magistrati possono fare di uno strumento così delicato, che comporta l'intrusione nella sfera privata dei cittadini. Significa mettere la parola fine alle inchieste-mostro fondate sulle intercettazioni selvagge, «di massa» (intercetto mezzo mondo: alla fine qualcosa salterà pur fuori). Ne abbiamo viste fin troppe di inchieste del genere: grande fracasso, tante reputazioni fatte a pezzi, e poi, quasi sempre, una volta giunti in tribunale, tutto finisce in niente. Non è solo una questione di uso politico-mediatico delle intercettazioni. E', prima ancora, una questione di rispetto delle libertà individuali. Ed è un problema di responsabilizzazione che sempre deve accompagnare e limitare il (grande) potere di chi fa inchieste giudiziarie.
Per dimostrare di non essere condizionato dai giustizialisti alla Di Pietro, Veltroni ha dichiarato di voler limitare l'uso mediatico delle intercettazioni. Lodevole proposito. Peccato che ad esso si sia accompagnata, forse involontariamente, l'affermazione, di sapore un po' giustizialista, secondo cui i magistrati, a patto che ciò non finisca sui giornali, possono utilizzare le intercettazioni come, dove e quando vogliono. Ma ciò non è consentito ai magistrati senza che vi siano dei limiti nei regimi politici che rispettano davvero i diritti individuali di libertà. E' difficile credere che l'alleanza del Partito democratico con Di Pietro non finirà per incidere negativamente sulla futura politica di quel partito. (Corriere della Sera)

8 commenti:

Anonimo ha detto...

ACCUSE PROCESSI INCHIESTE PROCEDIMENTI GIUDIZIARI INTERCETTAZIONI ...
BERLUSCONI = VADE RETRO SATANA.

Ma quando imparano a presentarsi alle elezioni con un loro programma e con la LORO FACCIA PULITA?
Tutto si regge sulle accuse e, ultima mossa, sul copiaticcio.

Ma non avete capito che l'elettorato, date le malefatte del governo Prodi, e non solo quello, si è già fatta un'opinione?
Qui non si è capito che è la vostra politica che non va agli elettori. Tasse, immigrazione, grandi opere, caro vita, stipendi, pensioni, politica per le famiglie, anziani, imprese che non ce la fanno più, tasse che diminuiscono il potere d'acquiesto, tasse che frenano la produzione, potere d'acquiesto semprte in calo, produzione sempre più in crisi.
Ma bisogna fare il processo a Berlusconi.
Ma non avete capito che del processo a Berlusconi non me ne frega niente, come non gliene frega niente alla maggior parte dell'elettorato, e che tutti sono stufi della politica di sx e che non vogliono la sx?
Berlusconi sarebbe il capo della mafia? Bene. Ma con questo non darei certo il voto a voi!
E' la vostra politica che rifiutiamo.
Non vogliamo più tasse su tasse. Non vogliamo più immigrazione selvaggia.
Vogliamo combattere il caro vita.
Vogliamo che le imprese tornino a lavorare con tranquillità.
Vogliamo la ripresa della produzione.
Tutto quelo che con il governo Prodi è finito in malora.
Ora è chiaro?

Anonimo ha detto...

PINOCCHIO LA VOLPE E IL GATTO

Il libro di Pinocchio è emblematico. C’è dentro tutta la storia della nostra politica recente.
Le bugie di Prodi hanno ispirato l’analogia fra Romano e l’immortale burattino che si ritrovò col naso sempre più lungo, man mano che le sue bugie aumentavano di numero.
Ma anche l’analogia fra Walter-Romano e Gatto-Volpe è straordinariamnte calzante.
Le promesse elettorali di Walter (ricordiamoci quelle di Romano, due anni or sono) ci ricordano il CAMPO dove si possono seminare gli zecchini d’oro. Per ogni zecchino che metti in una buchetta, che deve essere accuratamente ricoperta, ne nasceranno dieci. …
Salvo restarci dopo con tanto di naso … !!!
Vota Walter e ritrovi Romano. Stesse promesse, stessi risultati !!!! …. Gioco delle tre carte! … Però un merito ce l’hanno.Come illusionisti ci sanno davvero fare. Non li batte nessuno!
E questa volta i due compari non si possono limitare a PROMETTERE che non saranno aumentate le tasse: Troppo poco. Già promesso. E mantenuto. Abbiamo visto come.
Ora il piano è di vasto respiro.
“Corro da solo (e con chi vuol venire con me)”, dice Walter.
Poi va alla fotocopiatrice e stampa tutto il programma di Berlusconi (Quel programma che fino a pochi mesi fa era roba da fascisti).
A parte la mala fede, anche volendo, con chi lo realizza? Con i Verdi? Con Rifondazione? Con i Com. It:? Con Caruso?
Oppure con Casini? Con Mastella? Gli basta?... Oppure ritorna a mendicare i voti dei senatori a vita? Sarebbe questa la democrazia del PD?
Se ha bisogno di numeri li trova solo a sx, quella estrema. E con quelli che cosa combina?
QUELLO CHE HA COMBINATO ROMANO.
NIENTE!!
E l’analogia non finisce qui.
Perché il Gatto e la Volpe si mettono in testa un bel cappuccio nero, entrano nella parte degli assassini, e inseguono, nel cuore della notte, il povero Pinocchio per estorcegli tutto quello che gli rimane: non ci vedete Visco e P.Schioppa che a furia di ESTORCERE tasse su tasse hanno impoverito tutta l’Italia?
Occhio!! finché sono in giro il Gatto e la Volpe bisogna sempre stare in guardia. E infatti alla fine della fiaba si ripresentano; e con che faccia!: per fortuna che questa volta Pinocchio ha capito la lezione …
… e noi l’ abbiamo capita?

Anonimo ha detto...

Roma - Trentasei passi di marciapiede nel cuore di Roma sono lo spartiacque tra lo spuntino povero dell’uomo qualsiasi e il pranzo a quattro portate dell’uomo di palazzo. Lo scontrino appesantito dall’inflazione e quello alleggerito dal contributo pubblico. Tre euro e cinquanta per tramezzino e mezza bottiglia di acqua naturale sul conto dell’uomo qualsiasi, al bar. Tre euro e settantacinque per farfalle al sugo di tonno, gallinella in guazzetto, patate al forno, macedonia e un quartino di vino bianco nella pancia dell’uomo di palazzo, alla mensa della Camera. Trenta metri, stessa piazza: San Silvestro. È il marciapiede del doppio scontrino, la città a due prezzi. Il Paese a due prezzi.

Le pietanze dei dipendenti di Montecitorio, dei portaborse e dei deputati sono mediamente per più della metà a carico dei cittadini italiani. Pranzi e cene, quattro portate intese come pranzo completo.
I dati del bilancio interno confermano: l’intera ristorazione nel 2007 alla Camera ha avuto un costo di 5 milioni e 200mila euro. Ma le entrate, cioè i soldi pagati da chi ha effettivamente mangiato in mense e ristoranti di Montecitorio, sono di un milione e 400mila euro. Il resto? Tre milioni e ottocentomila euro di farfalle, gallinelle, frutta, acqua, vino, dai contribuenti.

Dalla Camera spiegano come proprio l’esternalizzazione dei pasti, affidati dall’autunno alla ditta Onama, porterà a un risparmio tra costi diretti e indiretti di 3 milioni 163mila euro l’anno. In tempi passati, si fa notare, ogni pranzo dei parlamentari costava più di 90 euro. Si sottolinea anche come in alcune aziende pubbliche, come la Rai, le mense sono addirittura più economiche (meno di 2 euro?). Ma la vita fuori è diversa, che sia Camera o che sia Rai.

!!!!!!!!!!!
!!!!!!!!!!!!!!!!!

Anonimo ha detto...

LA STORIA DI
PADRE FORMICOLA
CHE PREDICAVA BENE MA
RAZZOLAVA MALE

Non sono pochi i seguaci di Antonio Di Pietro su cui pendono inchieste, richieste di condanne, sentenze avverse e tante, troppe, ombre. Lo stesso «Tonino nazionale» è indagato dalla Procura di Roma - con la tesoriera del partito, l’onorevole Silvana Mura - per truffa aggravata, appropriazione indebita e falso in un procedimento che cerca di fare luce sulla gestione delle risorse finanziare dell’Italia dei Valori. L’ex Pm è «sotto processo» anche all’ordine degli avvocati di Bergamo perché quando lasciò la magistratura per fare il legale, prima difese il suo miglior amico accusato della morte della moglie a Montenero di Bisaccia, eppoi si costituì parte civile nello stesso procedimento. Tradendo due volte: l’amico e il cliente.

Anonimo ha detto...

Giustizialismo? Ma che'cce frega, tanto noi cci compriamo i processi e cci cambiamo pure le leggi! Immunità ai politici, immunità dai processi "politici", libertà dalle intercettazioni! Libertà di fare il cazzo che vogliamo...

Anonimo ha detto...

liberta' di pagare tasse su tasse

promessa con parola d'onore:
NON AUMENTEREMO LE TASSE
E PER QUELLI CHE NON HANNO ANCORA CAPITO
NON AUMENTEREMO LE TASSE!!

TASSA DI SUCCESSIONE?
MIIILIIAAAARDIIII e
semoer econ voce strascicata e sussurrata
MIIIIIILIIIIAAAAARDIIIII !

ora e' il turno delle pallonate di Waltere!

Anonimo ha detto...

libertà dalle intercettazioni!

noi cci compriamo i processi

cambiamo pure le leggi!

... E SE NON SBAGLIO LE INTERCETTAZIONI HANNO INFASTIDITO (diciamo così) DI PIU' UNA CERTA PARTE POLITICA, QUELLA DEI "PURI"
(Facci sognare!!!)
(allora abbiamo una banca!!!)
-alla faccia dei risparmiatori, con operazioni illecite- (ndr)

... SEI CONVINTO CHE L'ALTA MAGISTRATURA CHE HA ASSOLTO IL CAV. SIA STATA COMPRATA? E AVREBBERO FATTO TUTTO QUEL CHIASSO PER NIENTE, O SOLO PER INCASSARE QUALCHE LIRA? LA TESI NON REGGE.

... LE LEGGI LE HA CAMBIANTE IL PARLAMENTO, COMPOSTO DA UNA MAGGIORANZA DI VARI PARTITI, E NON SOLTANTO DA QUELLO DI BERLUSCONI.

NOTA BENE
ASSOLTO PERCHE' IL FATTO NON COSTITUISCE PIU' REATO, NON SIGNIFICA AVER COMMESSO IL FATTO. SIGNIFICA CHE E' INUTILE PROCEDERE.
PS
Sai quanti processi avrebbero fatto a carico di DeBenedetti, se fosse schierato dall'altra parte!
Pensi proprio che a furia di frugare non avrebbero trovato niente?
Sai che esito diverso avrebbe avuto l'affare DeBenedetti-Prodi, con la svendita della Sme, se entrambi si fossero trovati dalla paarte sbagliata?
ciao ciao!
Z

Anonimo ha detto...

PS del PS
Ora che nella pania giudiziaria c'è cascato Tonino il Predicatore, cosa vogliamo concludere?
-E' un mascalzone
-I giudici sono politicizzati
-E' vittima di eccessi di giustizialismo
-E' sotto processo, quindi deve dimettersi e non presentarsi nelle liste
-E' un fanfarone
-E' corrotto
-E' un martire della giustizia
-E'un arruffapopoli

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