martedì 25 marzo 2008

Le pensioni di Walter. Federico Geremicca

Probabilmente l’immagine che rende meglio l’idea dello stato della competition elettorale tra Walter Veltroni e Silvio Berlusconi a tre settimane dal voto è quella di una partita di calcio.

Meglio: del secondo tempo di un match che ricomincia con una squadra che torna in campo dopo aver dato molto, se non tutto, nella prima frazione, e l’altra che - avendo potuto giocare di rimessa - appare più fresca e in grado di controllare la partita. Dopo un avvio sprint, infatti, il passo di Veltroni sembra essersi fatto più pesante: e se è vero che ha recuperato parte dello svantaggio iniziale, la sensazione è che nel momento in cui dovrebbe mettere a segno la rete decisiva si ritrovi d’improvviso col fiato grosso e a corto di energie. Dopo la rimonta iniziale, da una settimana i sondaggi segnano una fase di stagnazione; e messo alle spalle l’avvio spettacolare e coraggioso fatto di rottura delle vecchie alleanze e candidature a effetto, ora la campagna si combatte in un tran tran un po’ noioso (in un gioco a centrocampo, insomma) che avvantaggia soprattutto chi deve difendersi. L’interrogativo dunque è: può - e come - Veltroni ripartire all’attacco per completare la rimonta?

Lo staff perennemente al lavoro nel loft del Circo Massimo esclude cambi di rotta e colpi a sorpresa: «Veltroni - spiegano - continuerà lungo la linea tracciata: niente polemiche e toni alti, replica all’avversario solo se costretto e da adesso in poi insistenza ancor maggiore sugli obiettivi programmatici del suo possibile governo. E’ il profilo di una campagna elettorale normale, finalmente da Paese europeo: ed è un po’ avvilente che la si consideri invece noiosa, solo perché usciamo da quindici anni di competizioni condotte a colpi di insulti e di paure del comunismo». Il fatto, però, che cambi di toni e di rotta non ce ne saranno non vuol dire che Veltroni non abbia ancora in cantiere iniziative capaci di far discutere. Il leader del Pd, infatti, si prepara a mettere in campo alcune proposte tematiche di sicuro impatto: la prima, già oggi, riguarderà le pensioni medio-basse, ferme da anni ed erose dall’inflazione. Ci hanno lavorato per settimane Morando, Tonini e Treu, approdando ad una proposta che punta ad agganciare questa fascia di pensioni al continuo aumento del costo della vita.

Sul piano dei «colpi d’immagine», invece, resta da calare la carta della squadra di governo, che Veltroni vorrebbe riservare per gli ultimi giorni di campagna elettorale. Il leader del Pd non annuncerà i nomi di tutti e 12 i membri del suo possibile esecutivo ma solo quelli che al loft definiscono i «ministri della società civile», cioè personalità non parlamentari ma provenienti dal mondo dell’economia e delle professioni: si tratterà di nomi illustri, portatori di competenze che dovrebbero garantire circa l’efficacia dell’eventuale azione di governo. Basterà a ridare slancio alla rincorsa del Pd? «Dipende naturalmente dal tipo di proposte che avanzerà e dalla qualità di quella parte della squadra di governo che vorrà annunciare - spiega Claudio Velardi, ex consigliere di D’Alema e fondatore, oltre che di Reti, di New Politics, società di marketing politico e comunicazione istituzionale -. E dipende, soprattutto, dalle mosse che farà il suo avversario. La svolta alla campagna elettorale l’ha infatti impressa Berlusconi con la sua sortita su Alitalia, tema di sostanza e di grande impatto. Veltroni deve augurarsi che il Cavaliere non abbia in serbo altri colpi così, e soprattutto deve sperare che alla fine il duello tv si faccia, perché non c’è dubbio che nel confronto diretto la sua freschezza comunicativa prevarrebbe sugli argomenti di Berlusconi».

Non dissimile è l’analisi di Antonio Polito, direttore de «Il Riformista», che alla vicenda Alitalia attribuisce - però - un valore ancor maggiore: «Berlusconi se ne sta avvantaggiando - dice - perché con la sua sortita è riuscito a riportare al centro della scena il governo Prodi, che Veltroni - al contrario - ha tentato in ogni modo di far dimenticare e tener lontano dalla contesa. In Tv c’è di nuovo Prodi che deve spiegare e difendersi, sono ricominciate le liti tra ministri...

Insomma di fronte agli italiani è ricomparso il teatrino che tanti danni aveva fatto al centrosinistra. Credo che per uscire dalle secche - conclude Polito - Veltroni dovrebbe puntare con forza su un tema altrettanto concreto, tirando fuori soluzioni praticabili e accompagnate da dati e cifre. Immagino ci proverà. E immagino lo farà sul tema del precariato, che lui stesso ha definito la priorità delle priorità».Insomma, è necessaria una scossa. Ma è a una scossa assai meno leaderistica che pensa, dal suo osservatorio bolognese, Sergio Cofferati. «A Veltroni non si può chiedere di più. Sta facendo una campagna elettorale ottima e impegnativa perché, dico per dire, se annuncia che toccherà tutte le province italiane, poi deve farlo. L’importante - però - è che prima e dopo l’arrivo del leader, in quelle province poi la campagna elettorale cominci davvero, con le iniziative locali, i porta a porta, i contatti personali... Questa legge elettorale non stimola certo l’attivismo dei candidati, non essendoci le preferenze ed essendo tutti più o meno sicuri o dell’elezione o del fatto che non saranno eletti: ma per completare la rimonta è indispensabile la mobilitazione di tutto il popolo delle primarie». Veltroni ci ha pensato, e domenica prossima saranno allestiti 12 mila gazebo nei quali verranno distribuiti kit con materiale di propaganda pensato per convincere gli elettori ancora indecisi. A quel punto, alla fine della campagna elettorale mancheranno appena una decina di giorni. Un’inezia o un’eternità, secondo i punti vista... (la Stampa)

4 commenti:

*paraffo* ha detto...

Mi pare una analisi impeccabile della situazione, tanto che non mi sembra di dover aggiungere nulla, salvo ricordare che i sondaggi sono sempre saldamente a favore del cavaliere. Per lasciare che questo gap rimanga invariato, il nostro Berlusca deve solo evitare di fare cazzate ... per esempio il faccia a faccia con Veltroni. Questi incontri servono solo a chi deve rimontare, cioè a chi non ha niente da perdere. Chi è in vantaggio ha tutto da rimetterci.

Anonimo ha detto...

Paraffo è il classico berlusconiano che un paio di anni fa braitava e sberciava che se Prodi non voleva fare il faccia a faccia con berlusconi era perchè era un codardo,che ne andava di mezzo la democrazia, che in America nessun candidato si sognerebbe di non fare il faccia a faccia, che deve intervenire il Presidente della Repubblica e via via le solite coglionate che il Berlusca propina al suo elettorato analfabeta, ignorante e videodipendente

*paraffo* ha detto...

Se frequenti questo blog, dovresti sapere che paraffo non risponde ai villanzoni ...

Se invece non lo sapevi, adesso lo sai, mio piccolo e anonimo lord ....

Anonimo ha detto...

... e via via le solite coglionate che il Berlusca propina al suo elettorato analfabeta, ignorante e videodipendente ...!!!???

E invece io questa volta, almeno, rispondo.
Rispondo perché l'anonimo delle 17'11 ha tratteggiato il ritratto dell'elettore, "sputato", come diceva il celebre attore francese che impersonava Don Camillo, di sx.
L'elettore che non per niente fu chiamato "trinariciuto" (concetto già chiarito in altri commenti) che "beveva" e "aspirava" tutte le balle dell'Unità, da quelle sulla rivolta di Berlino est, a quelle sulla rivolta di Praga.
Giorgio, Walter, Massimo, e tutti i compagni duri e puri scrivevano lì, ne dicevano di balle colossali, fra le quali la balla più bella fu quella di dire che i carri armati sovietici portavano la libertà. E COME CI CI CREDEVANO. E COME CI CREDETE ANCORA!
Allora, quando parlate di elettorato analfabeta e ignorante, non fate altro che guardare la vostra immagine allo specchio!
E non avete finito di bere balle! Avete il palato grosso!
Guarda le balle raccontate da Prodi nella scorsa campagna elettorale.
Ci sarebbe da scrivere un'enciclopedia. Ma è meglio chiudere qui.
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