venerdì 20 giugno 2008

Se il problema è la comunicazione. Arturo Diaconale

Il pacchetto-sicurezza è presentato all’opinione pubblica come un unico provvedimento. Quello salva-premier. E la manovra economica subisce la stessa sorte. Viene dipinta come un coacervo di banalità che il Consiglio dei Ministri approva in nove minuti e che rischia di reintrodurre l’odiata misura dei ticket per le prestazioni sanitarie. Grazie a questa presentazione la stessa Robin Tax perde l’aspetto di un freno all’eccesso di speculazione sullo spaventoso aumento dei prodotti petroliferi per diventare una misura demagogica se non, addirittura, le vendetta del milanista Berlusconi contro il petroliere presidente dell’Inter Massimo Moratti.
Tutto questo dimostra che il governo sta correndo un grave pericolo, lo stesso in cui è incappato dal 2001 al 2006. Quello di veder vanificata la grande vittoria politica ottenuta alle ultime elezioni perdendo la successiva battaglia sul terreno della comunicazione e dell’informazione. Questo non significa chiedere che la maggioranza soffochi di valanghe di comunicati inneggianti alle proprie misure le redazioni dei giornali e delle televisioni.

Non significa nemmeno auspicare, all’insegna di quel presunto gramscismo di destra che alcuni stenterelli del centro destra vanno riscoprendo in questi giorni, occupare e lottizzare tutti gli organi d’informazione del paese.
Significa, al contrario, ricordare che nella società dell’immagine e della comunicazione non basta andare incontro alle richieste dell’opinione pubblica con provvedimenti che affrontano concretamente le emergenze. E non è neppure sufficiente avviare concretamente a soluzione i problemi che marciscono sul tappeto da anni ed anni. Si deve obbligatoriamente imparare a presentare nel modo più efficace possibile all’opinione pubblica l’attività di governo. E farlo tenendo nel debito conto che l’informazione positiva ha un impatto sul pubblico decisamente minore di quella negativa e catastrofista, che la vecchia egemonia della sinistra è ancora attiva ed operante all’interno di una categoria di informatori professionali per troppi anni ignorata ed abbandonata a se stessa dai dirigenti del centro destra e che questa egemonia ideologica è affiancata, se non addirittura sopravanzata, dall’egemonia di quella parte del mondo della comunicazione che fa capo ai cosiddetti “poteri forti”.

Non è normale, infatti, che di fronte ad un elettorato maggioritario che ha chiesto a gran voce misure per la sicurezza si subisca passivamente la vulgata prevalente di chi cerca di avallare la tesi che il governo alza un gigantesco polverone solo per nascondere una improvvisata operazione di salvataggio personale del Cavaliere. Non è concepibile che un piano triennale destinato a rappresentare l’atto più significativo dell’attività del governo e che suscita interesse e consensi anche all’interno delle forze dell’opposizione, venga sminuito a livello di una trovata estemporanea destinata al massimo a far ridurre lo stipendio a Mourinho o la liquidazione a Mancini. Gli esponenti della maggioranza sono stati da sempre abituati a considerare normali, scontate, immodificabili queste distorsioni e queste strumentalizzazioni informative. Se non vogliono ripetere gli errori del quinquennio 2001-2006 debbono incominciare a considerare come una emergenza d’importanza pari a tutte le altre la necessità di correggere le distorsioni e combattere le strumentalizzazioni. Come? Non con il gramscismo di destra, con le lottizzazioni indiscriminate o, peggio, con l’idea che venire a patti con gli uomini ed i gruppi delle egemonie forti sia sempre meglio che accettare la loro sfida. Basta incominciare ad essere consapevoli del problema. Ed imparare che nelle democrazie liberali la questione è stata sempre risolta puntando sul pluralismo. Quello che in Italia è zoppo da anni. (l'Opinione)

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ahhh il problema della comunicazione e della propaganda, tutta in mano alla sinistra forte degli insegnamenti di Gramsci.Si sente ovunque questa tiritera
Peccato che la sinistra si lamenti della medesima cosa: Berlusconi attraverso i media di sua proprietà e quelli che controlla (RAI) ha crato paure immotivate, emergenza zingari, violenza urbana, furti scippi degli extra-comunitarei ecc... per poi proporsi come risolutore dei problemi. Ed è così che l'italiano medio videodipendente e semianalfabeta si è spaventato ed ha votato in massa per i partiti del centrodestra.

maurom ha detto...

Ecco perché la sinistra continua a perdere...