giovedì 10 luglio 2008

Ecco la verità sul caso Mills. Filippo Facci

Il «Berlusconi-Mills» è in assoluto il processo più inconsistente e ridicolo tra tutti quelli che il presidente del Consiglio ha subito da una quindicina d’anni a questa parte: gli imputati dovrebbero augurarsi di poter andare a sentenza quanto prima per incassare un’assoluzione che sarebbe inevitabile anche per il giudice più prevenuto di questa terra. Questo al netto di qualsiasi lodo, ricusazione o probabile prescrizione.
Si tratta di un processo che due pubblici ministeri che hanno la fama che hanno, Fabio De Pasquale e Alfredo Robledo, hanno frettolosamente imbastito per interrompere i termini di prescrizione e soprattutto nella speranza che in corso d’opera, a mezzo di mille approfondimenti e soprattutto costose rogatorie, potesse spuntare un appiglio per sostenere la seguente e a tutt’oggi insostenibile tesi: l’avvocato David Mills sarebbe stato ricompensato da Silvio Berlusconi come ringraziamento per due deposizioni testimoniali a lui favorevoli; lo si sarebbe scoperto per via del fatto che questo avvocato inglese, per non pagare le tasse su una determinata cifra che aveva guadagnato, a un certo punto raccontò ai suoi commercialisti che questa cifra corrispondesse a un regalo che aveva ricevuto da Berlusconi appunto come ringraziamento. I suoi commercialisti denunciarono le cosa che giunse all’orecchio di alcuni magistrati italiani oltreché del Fisco inglese: la differenza è che il Fisco inglese ha giudicato la cosa poco credibile e ha intimato a Mills di pagare ugualmente le tasse, i magistrati italiani invece l’hanno rinviato a giudizio con Berlusconi. Nota: lo stesso Mills ha infine già smentito il racconto del regalo di Berlusconi. Altra nota: sin dalle indagini preliminari è documentalmente noto che la cifra oggetto della presunta corruzione ha seguito un percorso che non riconduce a Berlusconi ma proviene dal un terzo soggetto, un armatore napoletano che vedremo poi. Terza nota: il processo sarebbe prescritto da un paio d’anni ma l’accusa ha creativamente sostenuto che il presunto reato non decorrerebbe da quanto Mills ha ricevuto materialmente il denaro (come spiega la giurisprudenza corrente) bensì da quando ha cominciato a movimentarlo e a spenderlo: difficile che il tribunale, una volta in camera di consiglio, accolga questa tesi e non dichiari comunque la prescrizione. Ultima nota: la pubblica accusa, in pratica, ha ottenuto un rinvio a giudizio per un reato compiuto genericamente «in Milano, Londra, Ginevra, Gibilterra e altrove» ma a oggi non è in grado di precisare di quali e quanti soldi si parli, dati da chi e quando, e soprattutto perché: almeno una testimonianza di Mills, infatti, non avvantaggiò Berlusconi bensì contribuì a farlo condannare in primo grado.
Da capo, dunque. David Donald Mackenzie Mills era il creatore della galassia di società che gestiva il comparto estero di Fininvest: dunque l’amministratore, per esempio, della processatissima società All Iberian. Nel dibattimento in questione fu teste d’accusa: in aula, infatti, disse che la società apparteneva anche a Berlusconi e l’attuale presidente del Consiglio fu condannato anche per questo. Ed è il primo salto illogico: Berlusconi, cioè, avrebbe ordinato a un suo collaboratore di versare quei soldi a Mills affinché fosse reticente in due processi (Guardia di Finanza 1997 e All Iberian 1998) dove reticente non risulta esser stato. Secondo l’accusa, il collaboratore di Berlusconi che avrebbe passato i soldi a Mills è Carlo Bernasconi, cugino del presidente del Consiglio. Ma è morto. Come si è arrivati a tutto questo? Tutto deriva da un incredibile pasticcio di Mills: comunque sia andata.
L’avvocato, nel 2000, usò i proventi di alcuni suoi investimenti (l’accusa sostiene che erano soldi di Berlusconi) per estinguere dei mutui anche a nome della moglie, il ministro della Cultura Tessa Jowell: una grana per cui lei rischierà le dimissioni forzate. Il problema, infatti, è che nel gennaio 2004 da Mills aveva bussato il fisco. Ed ecco la follia, o il reato: l’avvocato volle sostenere che erano soldi esentasse, e per rafforzare la tesi chiese consulenza a uno dei suoi commercialisti, Bob Drennan, e gli lasciò una lettera che riassumeva il problema sostanziale ma ne inventava gli attori: questo sostiene la difesa ma oggi anche i documenti. Nella missiva, infatti, scrisse che la cifra in questione corrispondeva al regalo di un certo Bernasconi a seguito delle testimonianze rese in due processi. Brennan, come Mills certo non aveva previsto, fece però leggere la lettera al suo socio David Barker e insieme decisero di passarla al Seriuos Fraud Office (l’antiriciclaggio inglese) che a sua volta chiese spiegazioni a Mills. Panico. Ma il peggio doveva venire: la lettera giunse alla Procura di Milano e i magistrati s’ingolosirono, come di primo acchito pareva giusto.
Il 18 luglio 2004 Mills venne interrogato per dieci ore sinché «crollò» e fece il nome di Berlusconi. Non spiegò, però, come gli erano arrivati quei soldi. Mills, al Daily Telegraph, racconterà che i magistrati lo inquisirono a notte fonda, con cattiveria, sino a fargli dire «scrivete qualcosa e io lo firmerò». Successivamente smentirà.
Come andò veramente? Una prima opinione la diede la vertenza col fisco inglese: quei soldi furono effettivamente dei proventi di investimenti e basta, sancì. Non un regalo. Mills infatti ha dovuto pagarci le tasse. Chiusa la vertenza, e con essa forse la necessità di parlare di regali, Mills cercò di parlare coi magistrati che però non l’ascoltarono. Era il novembre 2004. Preparò allora una memoria dove ecco, raccontò una verità che a oggi appare insuperabile: quei soldi provenivano non da Berlusconi, ma da una serie di operazioni condotte sin dal 1992 per conto dell’armatore italiano Diego Attanasio, un tizio che peraltro era stato inquisito a Salerno per corruzione ed era interessato a salvare un po’ di soldi con un gioco di compravendite di due navi. La ricostruzione della partita di giro, che parte dalle Bahamas e che è complicatissima, figura nelle carte del processo da almeno due anni: ma nei giorni scorsi è stata spiegata in aula dal consulente contabile Andrea Perini, docente di diritto penale commerciale e Torino. Quei soldi si originano dalla compravendita quinquennale della motonave Ocean Installer: e da nessun’altra direzione.
Non fosse chiaro: il capo d’imputazione non si regge più su nulla. La consulente Claudia Tavernari, nell’udienza di lunedì prossimo, dovrebbe inoltre demolire la tesi di ripiego dell’accusa: ossia che soldi passati da Berlusconi a Mills possano essere rintracciabili nei circuiti del paradiso fiscale di Gibilterra. Ma l’esito, in termini cartacei, è già noto. Non c’è nulla neanche lì. Ai magistrati, in pratica, rimane solo la lettera di Mills (smentita da Mills) dove Mills raccontava che una certa cifra corrispondeva a un regalo di Berlusconi (come smentito dalle carte e dal disco inglese) effettuato tramite un morto. Ergo: il processo è finito. La temuta requisitoria dell’accusa, di cui si temeva l’eco politica, non risulta in calendario neppure per settembre. (il Giornale)

16 commenti:

Anonimo ha detto...

Il 18 luglio 2004 Mills venne interrogato per dieci ore sinché «crollò» e fece il nome di Berlusconi.

chissà perchè chi crolla fa il nome di Berlusconi, chi mangia fa il nome di Craxi, chi ride fa il nome di Benigni...

Facci, che personaggio!

Carlo ha detto...

Vergognoso quello che ho letto.
Il vero reato di Berlusconi è quello di aver messo alle corde la sinistra dopo decenni di potere assoluto.
Il vero Berlusconi e quello di Napoli ; l'uomo del fare.
E hanno paura, così mandano avanti i giudici politicizzati per creare ansia all'uomo.
La riforma della giustizia deve essere fatta per evitare che non succeda un'altra volta lo scandalo del 94 quando sotto i riflettori mondiali ricevette un avviso di garanzia da un giudice sconosciuto .
Quel giorno il danno lo ebbi anch'io come italiano.
Silvio vai avanti !

Anonimo ha detto...

Mai letta una serie così lunga di cappellate...

Anonimo ha detto...

Mills ha pagato le tasse su quella cifra solo perchè il fisco inglese è serio e non ha voluto fargliela passare.
Lode al commercalista che lo ha denunciato.
E vergogna per la prescrizione che continua nonostante il processo sia già incominciato!!
E tu Facci sei ridicolo, ma ti pagano per scrivere cagate o è una tua passione?!

maurom ha detto...

Non mi sembra corretto offendere un giornalista che fa il proprio mestiere.
Quanto al Caso Mills, temo che prevarrà la prescrizione: così sarà più facile accusare il Cav. di essersi sottratto al giudizio...

Anonimo ha detto...

Ragazzi,ma mi dite cosa trovate di così speciale nel "Cavaliere"?Sembrate tutti così stregati(intendo chi lo vota).
Ma nessuno di voi si accorge di che attore è e delle menzogne che vi vende?
Davvero incredibile come più della metà di questo Paese si beva un mucchio così grande di balle!
La Giustizia va riformata davvero:se uno dei più grandi farabutti della storia d'Italia siede sulla sedia più importante della nostra Nazione,invece che su uno sgabello in un tribunale per rispondere dei propri reati,è veramente impossibile anche solamente sperare in un futuro vagamente migliore.
Facci:giusto sul giornale personale del tuo sultano puoi posare la tua firma!

Anonimo ha detto...

Minchia........................

Anonimo ha detto...

....e poi c'era la marmotta che incartava la cioccolata.....

Anonimo ha detto...

...Facci...come mai non scrive che l' Armatore attanasio ha smentito di aver dato quei soldi a Mills??? Eh raccontiamo TUTTO. Sarebbe meglio, no? Mills ha ritrattato la confessione, ma allor chiunque ritratti la confessione vuol dire che ha ragione quando ritratta? Non potrebbe essere la ritrattazione la bugia?

Anonimo ha detto...

Ma perhè ci vuole Mills o qualcun altro che faccia il nome di Berlusconi per capire in che mani siamo finit? O meglio, non siamo finiti, ci hanno messi quegli idioti della sinistra, invischiati nei medesimi affari del Cavaliere. Ma Piazzale Loreto II parte sta per entrare in scena. Sono così gli italiani. Maurom, se vuoi fare qualcosa per Berlusconi, prenotagli una villetta ad Hammamet. Ci siamo.

anonimo ha detto...

Continuate così, difendete l'indifendibile...
Penso che il nostro Paese, per riconquistare un minimo di dignità agli occhi del mondo, dovrebbe liberarsi dei furbi ignoranti come il nostro premier e i suoi leziosi lacché. Povera italia e poveri noi.
E benvenuto al Piano di Rinascita Democratica... almeno Gelli creperà col sorriso

Anonimo ha detto...

"facci" ridere... sei un comico spassoso... hai mai pensato a zelig??
Guido Sorrentino

Anonimo ha detto...

molto intiresno, grazie

Anonimo ha detto...

good start

Anonimo ha detto...

A prescindere il 90% delle notizie scritte sul "il Giornale" sono favole.. quindi le probabilita` che Facci abbia scritto qualcosa di sensato sono meno di quelle che ha di vincere chi gioca 66 contro AA (e penso di essere stato largo di manica) a texas hold em... "e poi c'era la marmotta che incartava la cioccolata" GENIO

Unknown ha detto...

Udite udte: non sono Berlusconiano e forse non voterò neanche centrodestra, ma detesto la sinistra: da quando picchiavano nelle univerità, da quando dicevano che il Leninismo era il futuro, da quando asserivano che a Berlino non sparavano se volevi scappare, da quando hanno cominciato a perseguitare Berluscono grazie alla cricca dei magistrati, Scalfari e Scalfaro.
Perederanno sempre come si perde alla fine di fronte all'evidenza ed alla verità.