giovedì 28 agosto 2008

Per i giornali italiani i cristiani vittime dell'Islam non fanno notizia. Carlo Panella

Suggeriamo un utile esperimento: leggete con interesse i due paginoni fitti fitti di notizie e stupore sui due cristiani uccisi in India dagli induisti. Apprezzate come è giusto il rilievo scandalistico che tutta la stampa progressista ha dato in Italia al caso. Poi andate su Internet e scoprite quanti sono i cristiani uccisi nello stesso modo da musulmani negli ultimi anni, negli ultimi mesi, nelle ultime settimane. Infine, controllate lo spazio che la stessa stampa progressista (Repubblica, Corriere, Stampa, Messaggero, ecc…) ha dato loro. Vi anticipiamo il risultato: nulla.

Dunque: se due cristiani vengono barbaramente massacrati da estremisti indù è una notizia, anzi: una notiziona. Se decine e decine di cristiani vengono con uguale barbarie massacrati da estremisti musulmani, è una non notizia, un nulla, è cosa di cui non si deve parlare. Per dirne una, il 30 luglio scorso, 4 cristiani sono stati tirati giù da un bus e massacrati a suon di botte da estremisti musulmani nelle Filippine. Rilievo sulla stampa nazionale: zero.

Dunque, se i massacratori dei cristiani sono musulmani, la consegna è il silenzio. Se sono indù, fa sensazione: pagine e pagine di inchieste, cronache e commenti. E’ questa una delle tante follie del politically correct di cui però è anche pesantemente responsabile la stessa Chiesa. Da anni infatti, la Chiesa di Roma accetta in silenzio non solo - e questo è comprensibile e giusto - il martirio dei suoi fedeli e padri, ma anche una consegna ben peggiore che pure subisce senza protestare: il divieto di proselitismo in tutti i paesi musulmani.

Da anni si fa finta che il tema della reciprocità riguardi solo la libertà di culto. Da anni in Vaticano si accetta la pantomima che questo sia il punto. Ma se così fosse, il palmarés della tolleranza spetterebbe all’Iran di Khomeini e di Ahmadinejad, là dove esistono conventi e chiese e vengono dette messe senza scandalo. Ma il punto vero non è questo. La follia dell’Islam contemporaneo, in prima fila l’Islam “moderato” o laico come quello algerino e siriano è il divieto assoluto di fare proselitismo cristiano in terra d’Islam. E questo divieto viene supinamente accettato da tutte le chiese locali che si accontentano di celebrare i sacramenti - quando possono - dentro comunità verticali, tra cristiani che sono tali per generazione, mai per conversione.

E’ ora che la Chiesa s’interroghi e chiarisca a sé stessa e al mondo perché rifiuti, come rifiuta, di abbassare la testa a fronte del divieto del proselitismo così crudelmente praticato dagli estremisti indù e perché invece accetti senza veementemente protestare contro il divieto al proselitismo praticato anche dai moderati musulmani. Ed è ora soprattutto che di questo tema si facciano carico i laici, i non credenti, che devono finalmente capire che la libertà religiosa non è solo la libertà di non avere nessuna religione. (l'Occidentale)

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Ed è ora soprattutto che di questo tema si facciano carico i laici, i non credenti, che devono finalmente capire che la libertà religiosa non è solo la libertà di non avere nessuna religione. (l'Occidentale)

... e anzitutto di non farsi imporre regole, da nessuno, che derivano da credenze o da tradizioni o da leggi tribali,verso le quali noi abbiamo il dovere
di non riconoscerle, non solo, ma di metterle assolutamente al bando. E punire severissimamente chi le pratica.
La nostra legge è uguale per tutti.
Quindi al bando gli orrori delle imposizioni e delle torture alle donne, al bando la poligamia, al bando ogni pretesa di praticare nel nostro paese usi e costumi che contrastano con la nostra civiltà, specie se col fine di sopraffarla.

Anonimo ha detto...

La ringrazio per intiresnuyu iformatsiyu

Anonimo ha detto...

good start