lunedì 22 settembre 2008

Adesso serve la rivoluzione. Nicola Porro

Comprensibilmente l’attenzione è oggi concentrata sul solo caso Alitalia. Dove un sindacato irresponsabile, la Cgil, e una corporazione, quella dei piloti, che si è fatta sindacato, hanno compromesso l’ultimo tentativo per non far fallire l’azienda. Ma converrebbe guardare un po’ più in là. Alitalia, purtroppo, non è un’eccezione. Migliaia di altre imprese, in questi anni, sono passate per un trattamento simile.Il disgustoso applauso per la trattativa che si è interrotta sintetizza alla perfezione un modo di pensare così radicato nel nostro sindacalismo. Il principio è semplice: non conta l’azienda, non contano i prodotti o i servizi, men che mai contano i clienti. Anche al costo di morire, ciò che è importante è il lavoratore. Il monarca assoluto del nostro sistema capitalistico, in cui gli utenti, i cittadini non valgono nulla. E sulla base di questo principio si è costruita un’impalcatura giuridica altrettanto assurda: che va dall’intoccabilità dello Statuto dei lavoratori, approvato quasi 40 anni fa, a una giurisprudenza per cui la parte, supposta ex lege debole, il lavoratore appunto, ha sempre e comunque ragione.
Berlusconi sta facendo di tutto per trovare una soluzione ad Alitalia. Ma non perda di vista la grande preda: rivoluzionare il rapporto tra imprese e lavoratori vale cento volte il salvataggio di Alitalia. E se il costo (si fa per dire) è quello di rinunciare alla Cgil si proceda. Il caso Alitalia gli dà una forza unica. Ha dalla sua parte il sindacato più moderno, ma ciò che più conta, l’intero Paese. Non è una questione di destra o di sinistra, è semplicemente un moto di ragionevolezza. Il suicidio di Alitalia è il suicidio di un sindacato che ha preteso di cogestire la politica italiana sin dal dopoguerra. Di un sindacato che passa più tempo a Palazzo Chigi di quanto faccia nelle fabbriche. È la dequalificazione di un sindacato che facendo finta di tutelare i più deboli, pensa a tutelare se stesso. Molti hanno rivisto nel caso Alitalia la battaglia vinta dalla Thatcher contro i minatori inglesi. Se domani il governo riuscisse a trovare una soluzione per Alitalia (il rientro di Colaninno&co), ma non mettesse mano ad una seria riforma dei rapporti con il sindacato, sarebbe comunque una sconfitta. (il Giornale)

5 commenti:

Anonimo ha detto...

"Berlusconi sta facendo di tutto per trovare una soluzione ad Alitalia" bella questa...

Ricordo il niet di Berlusconi all’Air France che, grazie a Prodi e Padoa-Schioppa, era pronta a comprarsi Alitalia con dentro tutti i debiti e i tre quarti degli attuali esuberi.

Ricordo il salvataggio dell’AirOne di Carlo Toto, il patriota dell’italianità che regalava all’Alitalia il suo miliardo di italianissimi debiti.

Ricordo i conflitti d’interessi di Colaninno, Benetton, Marcegaglia, Gavio, Ligresti, Passera, Tronchetti

Ricordo il governo cambiare tre leggi e abolire l’antitrust per i porci comodi di lorsignori.

Ricordo la buonuscita di 8 milioni di euro donata al terz’ultimo presidente, Giancarlo Cimoli, nominato dal governo Berlusconi2.

Ricordo le accuse del governo e dei suoi house-organ (in testa il Giornale dove scrive il dipendente Porro) alla terribile lobby dei piloti, colpevoli di tutto, anche del buco dell’ozono, visto che un pilota Alitalia costa il 25-30% in meno di un collega di Air France, Lufthansa, British e Iberia e che comunque gli stipendi del personale viaggiante incidono pochissimo sulle spese d’esercizio.

Ricordo le accuse alla Cgil che, contrariamente a quel che si racconta, ha firmato l’accordo con la Cai per il personale di terra, ma non poteva farlo per i piloti visto che in maggioranza non aderiscono alla triade confederale.

Ricordo la latitanza dei politici i quali, dopo aver divorato letteralmente Alitalia per 15 anni, hanno accuratamente evitato di portare la loro solidarietà alle migliaia di lavoratori in ansia.

Ricordo la trattativa clandestina e parallela avviata dal solito Gianni Letta con Lufthansa (tanto più bizzarra in quanto Berlusconi aveva sempre parlato di “cordata italiana”, mentre pare che Lufthansa sia leggerissimamente tedesca, comunque non più di quanto Air France fosse francese).

Ricordo la minaccia del Cainano ai sindacati di negare cassintegrazione e mobilità lunga ai dipendenti Alitalia in esubero se fosse stata respinta l’offerta dei suoi 18 amichetti, una sorta di estorsione con mezzi pubblici per fini privati.

Ricordo la rinuncia del governo e del commissario Fantozzi a cercare sul mercato acquirenti alternativi per una compagnia che - come notava Boeri su Repubblica - ne aveva trovato uno anche quand’era piena di debiti e non dovrebbe faticare a trovarne oggi che non ne ha più (perché li paghiamo noi).

Ricordo la malagestione partitocratica dell’Alitalia negli ultimi 15 anni, facendo nomi e cognomi dei manager, anzi dei magnager, che l’hanno spolpata, ciascuno col suo sponsor politico in sovrimpressione.

Ricordo certe rotte aeree imposte alla compagnia di bandiera da ministri della prima e della seconda Repubblica, ansiosi di atterrare nel cortile di casa propria (il volo Treviso-Roma per far contento il dc Bernini, il volo Crotone-Roma perché l’Udc Tassone ci teneva tanto, il volo Albenga-Roma per recapitare a domicilio il ministro forzista Scajola).

Per fortuna ci sono giornalisti liberi che scrivendo fatti e non opinioni mi fanno ricordare tutto questo

maurom ha detto...

Ricorda anche che non esiste alternativa alla Cai.

Ricorda che Alitalia è praticamente fallita.

Ricorda che le compagnie aeree che hanno mostrato interesse per Alitalia si sono tutte ritirate precipitosamente.

Ricorda che oggi nessun investitore avrebbe interesse a pagare un'azienda che fra una settimana sarà sul mercato praticamente gratis.

Ricorda che il disastro Alitalia ha una storia lunga e le responsabilità non sono solo del centrodestra.

Ricorda che comunque vada per il sindacato, Cgil in particolare, sarà un insuccesso, anzi sarà l'inizio della fine.

Ricorda che il PD ha gestito la vicenda in modo sgangherato e utilitaristico senza preoccuparsi delle conseguenze per i lavoratori e per il Paese.

Anonimo ha detto...

ma veramente?!?...certo che è tutto vero quello che dici , OGGI...ma tu...tu balli il valtzer dell'ovvio...io le ricordo tutte le cose che dici ma il fatto è che arrivi troppo tardi...IERI si poteva salvare l'Alitalia oggi mi sa che è un po' difficile...

"il disastro Alitalia ha una storia lunga e le responsabilità non sono solo del centrodestra"
l'ho anche scritto leggi bene per favore

per me la Cgil non esiste (sono un lavoratore autonomo)ed è un'altra casta che mangia come i politici(se non più dei politici)ma ad onor del vero quello che ho scritto sulla cigl è così

"il PD ha gestito la vicenda in modo sgangherato e utilitaristico senza preoccuparsi delle conseguenze per i lavoratori e per il Paese" :ti ho dimostrato che vendendo ad Airfrance era meglio per tutti (dentro tutti i debiti e i tre quarti degli attuali esuberi)ed Airfrancee ,ti ricordo, si è ritirata perchè non ha avuto,come chiedeva, conferme scritte che l'operazione si potesse fare con l'assenso del governo in carica (Prodi)e del governo futuro(Berlusconi-niet)

continua a leggere Porro,copiare e incollare, ma ti prego se vuoi rispondere provaci con fatti e non con frasi ovvie e scontate

maurom ha detto...

A me risulta che Air France si è ritirata per il veto dei sindacati e oggi aspetta di banchettare sul cadavere di Alitalia.

Anonimo ha detto...

siamo al 4/4/08 da Panorama giornale notoriamente "comunista"
http://blog.panorama.it/economia/2008/04/04/alitalia-e-prodi-spingono-air-france-berlusconi-insiste-perche-resti-italiana/

"A Parigi la posizione ufficiale resta quella di ieri sera: il dossier è chiuso e il futuro di Alitalia riguarda ora solo gli italiani. Una linea che si ritrova anche sulla stampa parigina: Alitalia ha davanti a sé il commissariamento se non il fallimento, come Swissair e Sabena. Alcuni analisti si chiedono però se la partita sia veramente chiusa e se, di fronte a solide garanzie politiche e sindacali, Air France-KLM non possa fare marcia indietro."

secondo te le garanzie politiche le doveva dare uno zombie come Prodi quando sapevano tutti chi avrebbe vinto le elezioni del 13/14 aprile?

secondo te una compagnia prima di investire milioni di euro non aveva previsto oltre all'ostilità sindacale anche quella del futuro governo?

"O si fa Alitalia o si muore", il leader del Pdl Silvio Berlusconi ha rilanciato oggi la soluzione alternativa della cordata italiana per l'acquisto dell'ex compagnia di bandiera. "In tre o quattro settimane la cordata sarà pronta"
21/3/08

ma lui non risulta, leggeva Porro...