venerdì 28 novembre 2008

Si saldi chi può. Davide Giacalone

Riusciamo ad imbrogliare anche sugli sconti, sui saldi. Un’assurda politica dirigista, statalista, regionalista e municipalista, pretende di stabilire quando iniziano e come funzionano, togliendo la libertà di scelta al singolo commerciante. Più le norme sono rigide ed anacronistiche, più ne è garantita la violazione. Così i saldi sono già in corso, ma in clandestinità, con due effetti deleteri: a. non tutti i consumatori sono sullo stesso piano, perché invitati ai primi sconti sono solo i clienti abituali; b. proprio a causa di questo tipo di rapporto, i saldi cominciano anticipatamente presso i negozi di lusso, a beneficio di coloro che ne hanno meno bisogno. A farlo apposta, non ci si sarebbe riusciti.
La sensazione generale, confermata dai dati reali, è che le festività si avvicinano in un clima di minore propensione all’acquisto. Quando i soldi mancano, naturalmente, non c’è modo di cambiare andazzo solo facendosi coraggio. Ma, nella maggior parte dei casi, i soldi ci sono, magari pochi, ma ci sono, solo che si esita a tirarli fuori sia perché ogni giorno va in scena lo spettacolo della crisi, che magari si capisce poco cosa sia, ma fa paura, e sia perché quel che serve ci si ripromette di acquistarlo da lì ad una settimana, quando cominceranno i saldi. In altri anni ed altre situazioni, il Natale era l’occasione per vendere al meglio, giacché i clienti erano disposti a pagare pur di avere una carrettata di doni da fare e ricevere. Oggi vale l’approccio opposto, e gli sconti, se fatti prima di Natale, concilierebbero il desiderio di risparmiare con la brama di avere e regalare, portando beneficio ai consumatori, ai commercianti ed al mercato. In tempi di vacche magre, per giunta, rimandare a dopo le feste porterà molti a rinunciare, evitando del tutto acquisti non indispensabili.
Purtroppo, nessuna testa è più dura di chi pretende di sapere meglio di te qual è il tuo bene, e s’incarica di scegliere per tuo conto, stabilendo quando è giusto cercare di vendere ed acquistare di più. Da noi la ripartenza può essere propiziata proprio dalla cacciata dei tutori, dalla cancellazione di regole che servono solo a chi non sa fare il proprio mestiere, dalla liberazione del cittadino. La libertà funziona meglio di quattro euro regalati, che ne costano otto di tasse.

1 commento:

Anonimo ha detto...

magari liberalizzando le licenze dei tassisti, aprendo il numero dei notai, farmacie ecc


a Giacalone dormi tranquillo, che il liberista Silvio pensa a tutto