lunedì 15 dicembre 2008

Falso in bilancio. Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

Il falso in bilancio è un reato, contemplato in Italia agli articoli 2621 e 2622 (e, in passato, anche il 2623, poi abrogato) del codice civile (Libro quinto, Titolo XI, Capo I).
Consiste nelle cosiddette "false comunicazioni sociali" ovvero una rendicontazione non veritiera e corretta dei fatti aziendali accaduti e che dovrebbero essere espressi nel bilancio.
Spesso i dati monetari, ovvero le determinazioni quantitative d'azienda non sono sufficienti di per sé a qualificare l'andamento aziendale, necessitando di nota integrativa (parte integrante il Bilancio d'esercizio) ed il rendiconto finanziario.

Ciò nonostante è ancora troppo facile e conveniente alterare i contenuti "quantitativi" di un bilancio trasmettendo false informazioni agli stakeholder.

Il governo Berlusconi, con una riforma del 2002, ha inserito alcuni limiti di punibilità: al di sotto di una certa soglia, il reato viene derubricato a illecito amministrativo.

È punito:

a) Con l'arresto fino a due anni, ma la punibilità è esclusa se non altera in maniera sensibile la rappresentazione della situazione economica, patrimoniale e finanziaria della società o se le falsità determinano una variazione del risultato economico non superiore al 5% o una variazione del patrimonio non superiore all'1%. In quest'ultimo caso, scatta una sanzione amministrativa e l'interdizione dai pubblici uffici da sei mesi a tre anni.

b) Con la reclusione da 6 mesi a 3 anni se il fatto è commesso in danno dei soci o dei creditori (è necessaria la querela della parte offesa). Per le società soggette alle disposizioni della parte IV, titolo III, capo II del testo unico del 24 febbraio 1998 (ovvero le società quotate), la sanzione prevista va da uno a quattro anni, ed è perseguibile d'ufficio. La punibilità è esclusa se non altera in maniera sensibile la rappresentazione della situazione economica, patrimoniale e finanziaria della società o se le falsità determinano una variazione del risultato economico non superiore al 5% o una variazione del patrimonio non superiore all'1%. In quest'ultimo caso, scatta una sanzione amministrativa e l'interdizione dai pubblici uffici da sei mesi a tre anni.

c) Con la reclusione da due a sei anni, se il falso in bilancio cagiona grave nocumento ai risparmiatori. Per grave si intende il caso in cui abbia colpito lo 0,1 per mille della popolazione, basandosi sull'ultimo censimento ISTAT, ovvero se il valore dei titoli si è ridotto in misura superiore allo 0,1 per mille del PIL.

69 commenti:

Anonimo ha detto...

"Stabilito, infatti, che l’interesse tutelato nei delitti in esame è il patrimonio sociale (aspetto su cui si tornerà tra un attimo proprio in relazione alle soglie quantitative), mal si comprende perché al danno, comunque cagionato attraverso la falsa comunicazione, non consegua alcuna tutela per il solo fatto, ad es., che l’alterazione del risultato economico dell’esercizio non supera il 5%!
Paradossalmente, il socio (o il creditore), che pure ha subito un danno individuale, rimane SENZA TUTELA proprio quando la falsità è più insidiosa perché meno riconoscibile attraverso una diligente verifica dei dati comunicati[48].
Ragionevoli perplessità si avanzano, dunque, sulla scelta del legislatore di fondare l’intervento penale in materia di falso in bilancio esclusivamente sulla repressione del “falso quantitativo”, trascurando quello “qualitativo”: in molti casi, infatti, non è l’alterazione della situazione economica complessiva delle società che integra l’effettivo rischio per gli interessi tutelati dalle nuove norme incriminatrici, quanto, piuttosto, l’OMISSIONE o la FALSA RAPPRESENTAZIONE di alcuni dati qualificanti, che, ancorché inidonei ad incidere in maniera sensibile sulla rappresentazione del risultato complessivo di gestione, sono IN GRADI DI ORIENTARE I COMPORTAMENTI di DI DETERMINATE CATEGORIE DI INVESTITORI o LE SCELTE ASSEMBLEARI (per vero, una falsa comunicazione sociale “qualitativa” di interesse patrimoniale - ad es. sulle intenzioni future dei piani economici dell’impresa - ma ininfluente rispetto alle voci o conteggi del risultato economico di esercizio, potrà essere apprezzata solo in ordine all’alterazione “sensibile” della rappresentazione della situazione economica, patrimoniale e finanziaria al tempo in cui fu diffusa la notizia).
Un cenno a parte merita, infine, il problema delle SOGLIE IN IMPRESE DI DIMENSIONI DISEGUALI. E’ di tutta evidenza che il 5% del risultato civilistico o l’1% del patrimonio netto di una piccola impresa che produce utili o sopporta perdite nell’ordine delle decine di migliaia di euro e che ha un patrimonio vicino ai limiti tracciati dal codice civile per la rispettiva forma giuridica, concede ai propri amministratori margini di manovra molto più ristretti di quelli che potranno sfruttare gli amministratori di imprese o GRUPPI DI IMPRESE DI GRANDI DIMENSIONI e di DI GRANDE PRODUTTIVITA’. Traducendo: costituire un fondo nero dell’ordine di milioni di euro, che per realtà aziendali di piccole e medie dimensioni costituirebbe una condotta penalmente sanzionata, diviene una pratica irregolare, MA NON ILLEGALE NEI GRANDI GRUPPI.
Diverso sarebbe stato se il legislatore avesse previsto anche un meccanismo di inversione proporzionale di tali soglie percentuali di rilevanze a seconda delle dimensioni del gruppo.


Secondo alcuni autori[94] la legge delega avrebbe compiuto un passo indietro di oltre mezzo secolo sul piano dell’individuazione dell’interesse tutelato, tradendo l’originaria ragion d’essere della fattispecie incriminatrice[95]. Già da tempo, infatti, era venuta progressivamente maturando la consapevolezza che la ragion d’essere di un’autonoma incriminazione del falso in bilancio ( e delle false comunicazioni sociali più in generale) risiedesse - ben prima che nell’esigenza di prevenire danni patrimoniali ai soci e ai creditori - in un interesse collettivo: la veridicità e trasparenza dell’informazione societaria, che rappresenta un presupposto fondamentale e indisponibile di una moderna economia di mercato[96]. Il ritorno ad una “ottocentesca” concezione patrimonialistico-individualistica del falso in bilancio e in comunicazioni sociali - quale quella prefigurata dalla legge delega - risulta non solo anacronistica, ma anche assolutamente divergente dagli orientamenti politico-criminali seguiti dagli ordinamenti a noi più vicini, ed in particolare da quelli degli altri Paesi dell’Unione Europea. In nessun Paese, infatti, la punibilità del falso in bilancio è condizionata dall’esistenza di un concreto danno patrimoniale a scapito dei soci o dei creditori: nella maggior parte dei casi (Germania, Francia, Inghilterra, Austria, Danimarca, Finlandia, ed altri) LA CONDOTTA FALSIFICATRICE E’ DI PER SE’ SOLA SUFFICIENTE ad integrare il reato, senza dover attendere alcun concreto risultato lesivo.
Dalla nuova legge sembra delinearsi, in effetti, UN VERO E PROPRIO PIANO DI RIDIMENSIONAMENTO DEL RUOLO DELL?INTERVENTO DEKLLA LEGGE PENALE IN AMBITO, attraverso le due direttrici, rispettivamente, della patrimonializzazione e della privatizzazione della disciplina. Non può non cogliersi, infatti, come i beni giuridici di natura istituzionale, tradizionali architravi della disciplina di settore – CORRETTEZZA, TRASPARENZA, VERIDICITA’ d ed il capitale sociale con la sua garanzia – SI SIANO AFFIEVOLITI FINO QUASI A SCOMPARIRE, per lasciare il campo essenzialmente ad una tutela di tipo individualistico delle posizioni patrimoniali dei soci e dei creditori sociali: e verrebbe da chiedersi, a questo punto, dove sia finita la tutela di quel risparmio incoraggiato e protetto in tutte le sue forme, pure garantita dall’art. 47 Cost., atteso il notevole ridimensionamento della considerazione per gli interessi generali dei terzi – in primis risparmiatori – del mercato, del pubblico.
La MODESTIA ESTREMA DEL TRATTAMENTO SOVVENZIONATORIO ex art. 2621 cc rende ancor più evidente come al centro della tutela non vi sia più quella “trasparenza” di cui si è detto, posta a presidio di una molteplicità di interessi economici dei partecipanti al mercato, bensì di una trasparenza ridotta a mero “avamposto degli interessi patrimoniali dei soci e dei creditori” [97]. L’asse della tutela penale si sposta dal bene strumentale-istituzionale (trasparenza) al bene ultimo-finale (patrimonio): si inverte il rapporto fra oggetto e scopo della tutela penale[98]. Senza dimenticare che già in passato la Corte di Giustizia europea ha chiarito, come richiamato nel paragrafo precedente, che la fisionomia degli interessi in gioco non ammette una riduzione privatistica nella tutela degli stessi, ma contempla uno spettro di utenza generalizzato e diffuso che trova la propria garanzia nella ostensione dei conti annuali, primo tassello di una corretta informazione societaria. Nell’impostazione della Corte, il nucleo della tutela coincide con un fascio di interessi profilato in senso pubblicistico, e non focalizzato su interessi di soggetti privati: e quest’ultimo aspetto emerge, invece, là dove la disponibilità della tutela (e della relativa sanzione) venga rimessa alla libera scelta degli stessi soggetti privati. Ed è ciò che avviene, né più né meno, con l’introduzione della procedibilità a querela(!), una scelta dissonante soprattutto perché isolata in Europa, eccezion fatta per la Spagna. Chiunque abbia esperienza della realtà economica delle società di capitali ha perfettamente presente che il danno conseguente alle FALSE COMUNICAZIONI SOCIALI si manifesta SOLTANTO NEL CORSO DEGLI ESERCIZI SUCCESSIVI, e molto spesso, pur sussistendo, si rivela DI DIFFICILISSIMA DIMOSTRAZIONE, se non a seguito di LUNGHE INDAGINI.
In considerazione della previsione della procedibilità a querela, e dei RISTRETTI TERMINI DI PRESCRIZIONE determinati dalla riforma, non è azzardato concludere che di fatto si sia proceduto ad unaSOSTANZIALE DEPENALIZZAZIONE DEI REATI SOCIETARI.
Ancora, si osservi che la prova di uno specifico nesso di causalità tra la FALSA INFORMAZIONE SOCIETARIA societaria e il danno patrimoniale subito dai singoli soci e/o creditori sarà, nella maggior parte dei casi, una vera e propria probatio diabolica, e qualunque difesa tecnicamente attrezzata avrà facile gioco nel dimostrare che il danno sia derivato da concause sopravvenute sufficienti di per sé a cagionare l’evento, escludendo, così, ex art. 41 c.p., la punibilità del falso in bilancio."


Avv. Pierpaolo Schiattone, Lecce


L'articolo si può leggere integralmente presso:

http://www.altalex.com/index.php?idnot=6413

Anonimo ha detto...

"Per grave si intende il caso in cui abbia colpito lo 0,1 per mille della popolazione"

bel concetto di Giustizia. Lo 0,1 per mille dei risparmiatori truffati e derubati dei risparmi di una vita ringrazia. Che pena.

Irene

Anonimo ha detto...

"Il governo Berlusconi, con una riforma del 2002, ha inserito alcuni limiti di punibilità"

guarda caso, questi limiti riguardano le grandi imprese, dove gli amministratori possono falsificare i bilanci, diffondere notizie false che confondono i risparmiatori, rubare a man bassa senza dover rispondere di nulla. E magari poi diventano Presidente del Consiglio, e mentre sono sotto processo si fanno scrivere una legge ad hoc per risolversi direttamente il problema, alla faccia del principio costituzionale della legge uguale per tutti.

p.s. non ho trovato il testo integraledella ultima relazione ocse del marzo 2008, In quello del 2004 l'Italia veniva duramente criticata:

The Phase 2 Report of Italy was approved by the Working Group on Bribery in November 2004.

5. The Italian authorities are highly committed to improving the laws on false accounting, and so far have taken an important step in this respect. Whereas previously prosecution was excluded for false accounting where specified monetary thresholds were not met (e.g., where false statements or omissions caused a variation in the opening results before tax not exceeding 5 per cent), amendments to the false accounting offence in the Civil Code now provide administrative penalties in such cases. In order to fully
implement the Phase 2 Recommendation on false accounting, Italy will also have to eliminate the following two criteria for the application of the offence: (i) that the false accounting appreciably distorted the trading, balance sheet or financial situation of the company; and (ii) that there was an intent to deceive the shareholders, creditors or the public. Regarding the first requirement, the Working Group noted that the Court of Cassation deemed that “qualitative” and not just “quantitative” factors may be considered in certain circumstances.

da: www.ocse.org

Mauro,
se mi dici dove posso trovare il testo integrale della relazione OCSE 2008 che approva l'azione anti-corruzione del Governo te ne sarò grata. Il testo ANSA non mi è sufficiente. In compenso oggi leggevo la relazione dell'alto commisssario per la lotta alla corruzione in Italia e la sua relazione sconfortante.

Irene

Anonimo ha detto...

"una variazione del risultato economico non superiore al 5% o una variazione del patrimonio non superiore all'1%. In quest'ultimo caso, scatta una sanzione amministrativa e l'interdizione dai pubblici uffici da sei mesi a tre anni"

fino al 5%e con una variazione dell' 1%, che in una grande società possono rappresentare un capitale enorme...continuiamo a rubare allegramente...alla faccia di quell'1 per mille di poveri risparmiatori fessi...l'interdizione dai pubblici uffici...sembra una barzelletta...fra le leggi vergogna varate dai vari Governi che si sono avvicendati nella Storia della Repubblica, la legislazione sul reato di falso in bilancio è una delle pagine più vergognose.

Irene

Anonimo ha detto...

"(è necessaria la querela della parte offesa)".

che NON SA di essere parte offesa, oppure che se ne accorge DOPO ANNI, con pronto subentro del meccanismo della PRESCRIZIONE a SANCIRE il furto e l'ingiustizia. Complimenti, bella legge.

Irene

Anonimo ha detto...

Caro Mauro,
hai invitato la lepre a correre.
Come ben vedi, quando ai compagni (di merende) tiri l'osso, questi ci si avventano e non lo lasciano più. E giù discussioni a non finire con cavilli, postille, articoli di codice, codicilli, capoversi, commenti al capoverso, discettazioni, variazioni sul tema con svolazzi e giri di waltzer ... il tutto
ben condito
da giudizi, condanne, riprovazioni, osservazioni, offese (ci stanno bene anche quelle), pianti, coommiserazioni per le povere vittime del Grande Truffatore, ...
e per cui
ecco il pianto delle prefiche che si strappano i capelli, che si stracciano le vesti, che alzano al cielo le grida del giusto oppresso da tanta falsità (in bilancio).
Prendiamo come esempio i puri, quelli che Loro difendono: vuoi che gli editori dei loro giornali non siano chiari come l'acqua sorgiva? vuoi paragonare la chiarezza delle transazioni di Telekom Serbia con le oscure manovre di un populista che pensa solo ai suoi sporchi interessi? vuoi paragonare la svendita della Sme all'amicone DB con le truffaldine manovre polico-finanziar-giudiziare del più grande truffatore di questa terra?
Ma via!
Mauro, questi sono disperati e, come quelli che stanno per annegare, si attaccano a tutto, a qualunque cosa li possa tenere a galla. E quale migliore argomento, secondo loro, dei processi, dei falsi in bilancio , delle assoluzioni truccate, il tutto fatto apparire come un vero colpo di stato giudiziario?
... e lasciamoli stare con le loro calunnie, con i loro Santoro, con i loro Fazio, con i loro Flores, con i loro Augias. Lasciamo che spargano tutto il veleno che vogliono. Poi alla fine ... raccoglieranno il frutto avvelenato (ne hanno già raccolti tanti!).
La gente ha capito che peggio di Loro non c'è niente, perché essi sono il peggio del peggio, tanto che anche se arrivassero a dimostrare che tutte le accuse infamanti che ogni giorno gettano sull'avversario sono (si fa per dire) vere, la gente non li vuole lo stesso, perché Loro al governo sono la disgrazia più grande che possa capitare.
E insistono con accuse su accuse, mentre non si accorgono che i loro amministratori, quelli sì, sono dei grandi ladri, ipocriti e corrotti.
Prova ne è che in Abruzzo hanno riscosso un'altra bella batosta.
Sarà per Loro materia di seria riflessione? Io penso di no. E quindi andranno avanti, poveretti non hanno altro, con abbasso Berlusconi, "crucifige".
E dimostrano così di essere veramente bravi: a darsi la zappa nei piedi.

Anonimo ha detto...

"La gente ha capito che peggio di Loro non c'è niente, perché essi sono il peggio del peggio"

La gente ha capito che tutti i politici sono il peggio del peggio

E l'Abruzzo è la dimostrazione di ciò: alle urne si è recato il 52,98% degli aventi diritto...il rimanente 47,02% sta affilando forconi e coltelli

Continuate ad inventarvi contrapposizioni tra sinistra e destra

altro che monetine al Raphael, la prossima volta tireranno granate!

Anonimo ha detto...

... alle urne si è recato il 52,98% degli aventi diritto...il rimanente 47,02% sta affilando forconi e coltelli

La percentuale è calata non del 47%, ma dei votanti che,schifati, non hanno voluto confermare il voto a Voi.
Chiaro?
La politica fa schifo TUTTA, quando la sconfitta vi brucia.
Quando l'elettorato vi favorisce allora la politica fa schifo solo da una parte.
OK?
OK!
Prendi, incarta e porta a casa.

Anonimo ha detto...

Prendi, incarta e porta a casa.

Cosa incarto, le tue idiozie, il tuo essere comico?

Scusa pagliaccio, ma in tutta la mia vita non ho mai votato a sinistra

perchè ce l'hai con me brutto idiota?

pensa a votare Silvio e non scrivere cazzate

Anonimo ha detto...

Potenza - L’amministratore delegato di Total Italia, Lionel Levha, è stato arrestato nell’ambito di un’inchiesta della procura di Potenza per tangenti sugli appalti per estrazione di petrolio in Basilicata. Coinvolto anche il deputato del Pd Salvatore Margiotta, per il quale sono stati disposti gli arresti domiciliari. La misura di detenzione domiciliare per il parlamentare potrà, tuttavia, essere eseguita solo se la Camera dei deputati darà l’autorizzazione. La relativa richiesta è stata presentata questa mattina.

Anonimo ha detto...

... Scusa pagliaccio, ma in tutta la mia vita non ho mai votato a sinistra

Ok, collega!
Ed io non ho mai votato a destra! Mai ... nemmeno una volta.
Ok?

Anonimo ha detto...

La caduta degli dèi.

Tangente da 200mila euro Duecentomila euro: questa la somma che sarebbe stata promessa al deputato del Pd da Francesco Ferrara, uno degli imprenditori coinvolto nell’inchiesta sugli appalti per il petrolio in Basilicata, in cambio di un suo interessamento per favorirlo. È l’accusa che il pm Woodcock muove al parlamentare, per il quale è stata chiesta oggi alla Camera l’autorizzazione per gli arresti domiciliari. In particolare Margiotta avrebbe fatto valere il suo potere e la sua influenza di parlamentare e di leader del Pd della Basilicata per favorire l’aggiudicazione degli appalti alla cordata capeggiata da Ferrara. In questo senso si sarebbe impegnato a fornire informazioni privilegiate al gruppo di imprenditori e a fare pressioni sui dirigenti della Total, società titolare di una delle concessioni per lo sfruttamento dei giacimenti petroliferi della Val d’Agri, in Basilicata.

... che sia tutta colpa di Berlusconi?
Le trame oscure della reazione in agguato.

Anonimo ha detto...

PS
Forse sotto sotto c'è il
CONFLITTO DI INTERESSI.

Anonimo ha detto...

Ps dePS
... TUTTA CONSEGUENZA DEL FALSO IN BILANCIO.

Anonimo ha detto...

PD e PDL stessa merda

Anonimo ha detto...

da ASCA
ABRUZZO/ELEZIONI: ARRESTATO SINDACO PESCARA E SEGRETARIO REGIONALE PD


(ASCA) - Roma, 16 dic - Dopo la sconfitta nelle elezioni regionali di ieri, altro ceffone per il partito di Veltroni: agli arresti domiciliari Luciano D'Alfonso, segretario del Pd abruzzese e primo cittadino di Pescara. Nel pomeriggio l'incontro Tremonti-Bersani sui temi della crisi economica Alla sconfitta patita ieri dal Pd nelle elezioni regionali in Abruzzo si e' aggiunta in tarda serata la notizia shock degli arresti domiciliari per Luciano D'Alfonso, sindaco di Pescara e segretario regionale del partito di Walter Veltroni. ...

Conflitto di Interessi? o
Falso in bilancio?

Walter occupato a fare la lavandaia per lavare i panni sporchi di famiglia.
E pensare che è ... una famiglia che si distingue per la superiorità morale!
Visto e preso con le manine nel cassetto! ...

Anonimo ha detto...

Richiesta d'arresto per Salvatore Margiotta, parlamentare del Pd
"Stupito dell'accusa, al Sud si cura così il rapporto con la gente"
"Ci avrò messo una buona parola
ma soldi non ne ho intascati" ...!!!!!!!!!

Ps
Una BUONA PAROLA: ehm! ...

Falso in bilancio
o
conflitto di interessi?

Anonimo ha detto...

IL FANTASMA DI BETTINO
di Redazione

Veltroni potrebbe finalmente andarci, in Africa: ma ad Hammamet, come ci andò Craxi. La battuta è sciocca, ma è l’unica concessione a un panorama poco esaltante anche per chi aspettasse questo momento da quindici anni. Non c’è da compiacersi di niente.
Quindici anni è il ritardo con cui la sinistra italiana scopre ogni cosa: si chiami riformismo, atlantismo, consumismo, fine del comunismo, mercato, imprenditoria, ora questione morale. Non quella imbracciata da Berlinguer, ma quella negata da Veltroni e da chi negò anche allora, mentre uno dei più grandi uomini politici del Dopoguerra, sei mesi prima di essere inquisito, pose un problema che toccava la politica di allora e di oggi: ossia il finanziamento illegale della politica, che non è solo ruberia o sterco del diavolo, non è solo casta o auto blu, è anche ossigeno affinché la politica semplicemente esista. Quindici anni dopo ci siamo arrivati: due inchieste in un giorno, un sindaco arrestato a Pescara, un parlamentare agli arresti a Roma, il tracollo del voto abruzzese con la giunta falcidiata dagli arresti, il caso Del Turco che non a caso ripudiò Craxi proprio sulla questione morale, senza contare il caso Napoli dove il barometro promette tempesta. Con il paradosso di un ex magistrato che a suo tempo non riuscì a polverizzare Botteghe Oscure, come fu fatto con altri partiti storici, ma ora rischia di farlo da alleato, agitando le stesse manette, gli stessi spauracchi morali, la stessa pretesa di una diversità che doveva essere loro.
Davvero: non c’è da compiacersi di niente. Tantomeno di certi magistrati, che sono gli stessi di sempre: quelli che la sinistra applaudiva sino a mezz’ora fa, quelli che andrebbero riformati con tutto il sistema. Ma ora saluti a ogni dialogo, convergenza, tavolo per riforme condivise: avremo una sinistra dipietrizzata, divisa tra il millesimo distinguo morale e il consueto contrattacco moraleggiante. La sinistra che può «avere una banca» ma non volle vedere Primo Greganti, che sopportò i bombardamenti jugoslavi ma non l’espressione «barca a vela», che prendeva «contribuzioni sistematiche al pari degli altri partiti» (processo Enel di Mani pulite, uno dei tanti) e che frattanto si procacciava finanziamenti anche a Est, dove puntavano i missili contro di noi. Doppiezza consueta, storica. Prepariamoci a uno spettacolo insopportabile. Diranno che sono mele marce, anche se sono cachi maturi.

da il Giornale

Anonimo ha detto...

sento odor di manette, che bello tutti dentro i banditi che rubano i soldi pubblici...come godo!!

PD/PDL stessa merda!!!

Anonimo ha detto...

«Questo non è il mio Pd»!!!!!!!:
(che?, ... questa volta, la tegola è cascata in testa proprio a Walter?
Ma non è possibile! Dove andrebbe a finire la superiorità morale del Partito?)

Walter Veltroni,

scuote la testa mentre si accavallano notizie vere, false o verosimili sulle traversie giudiziarie del Partito democratico. In ogni regione o quasi c'è una brutta storia che coinvolge ex margheritini ed ex diesse. ...

Anonimo ha detto...

"Ps dePS
... TUTTA CONSEGUENZA DEL FALSO IN BILANCIO".

No. Tutta colpa della diffusa ignoranza in materia di diritto della popolazione italiana e della diffusa corruzione della classe politica italiana, che purtroppo ne rispecchia l'inciviltà nel dialogo, la mancanza di spirito critico, l'incapacità di darsi e di rispettare le regole come dovrebbe fare ogni popolo civile.

Nell'antico regime l'ignoranza del popolo veniva auspicata e perpetuata dai sovrani assoluti e dai nobili - parassiti per far sì che non potesse avanzare rivendicazioni e accorgersi degli abusi del potere.

Guarda il sistema scolastico pubblico, contempla all'interno di ogni Università lo sfacelo culturale, ascolta con raccapriccio i ragazzini quattordicenni mentre si esprimono mediante borborigmi rozzi e sgrammaticati nei treni.

Ma tu preferisci tenere gli occhi chiusi e inventare fantasiose contrapposizioni fra i membri di un'UNICA OLIGARCHIA DI MALGOVERNO.

Aveva ragione il grande Lawrence nel suo commento sul mastro Don gesualdo di verga: i Siciliani (ma io estenderei il concetto agli Italiani) sono sagaci e grandiosi come Ulisse quando sono considerati individualmente, ma come cittadini sono miserabili.

Irene

Anonimo ha detto...

In ogni regione o quasi c'è una brutta storia che coinvolge ex margheritini ed ex diesse. ...


corto di memoria o così ignorante da non riuscire a leggere i giornali:
NOTIZIA DI OGGI INCHIESTA "why not" rinviati a giudizio anche il consigliere regionale e imprenditore Sergio Abramo, candidato del centrodestra alle presidenza della Regione nelle elezioni del 2005; l'ex consigliere regionale Domenico Basile, di An; il consigliere regionale di Fi Giuseppe Gentile; il consigliere regionale di An Franco Morelli; il consigliere regionale di Fi Antonio Pizzini; il consigliere regionale di An Antonio Sarra;
NOTIZIA DI OGGI INCHIESTA a Napoli indagato anche Italo Bocchino (An)

ignorante studia

Anonimo ha detto...

"Davvero: non c’è da compiacersi di niente. Tantomeno di certi magistrati, che sono gli stessi di sempre: quelli che la sinistra applaudiva sino a mezz’ora fa, quelli che andrebbero riformati con tutto il sistema."

vi piacerebbe riformare la magistratura, asservire i magistrati al potere politico, eliminare le intercettazioni per continuare i porci comodi vostri e degli amichetti politici...
il solito "giornale" del pregiudicato paolo berlusconi, ecco cosa vogliono fare alla casa circondariale delle libertà con i porci del PD

PDL/PD stessa merda!!

Anonimo ha detto...

PDL/PD stessa merda!!

Concordo!
Peccato però che fino ad ieri la medesima roba citata nel capoverso fosse, presso alcuni, ritenuta solo da una parte.
L'altra parte, almeno c'era la presunzione, era costiuita da un materiale diverso. Nobile e profumato.
Ora ci si accorge che l'intero universo è un enorme contenitore del suddetto, e già citato al primo rigo, aulente materiale.
Pertanto non ci rimane che tirare la catena ... e ... glu glu glu ... tutto giustamente incanalato verso la destinazione appropriata.
Avevamo il Partito della Superiorità Morale, e, ...
... glu glu glu, anche quello è andato giù.

Anonimo ha detto...

CONFLITTO DI INTERESSI.
ehm oh

boh?
capito! se non hai capito tira glu glu
Falso in bilancio?
manine nel cassetto!
va bene?
ok! ohhh

Anonimo ha detto...

... glu glu glu ...
il PD non c'è più
d'accordo?!
oh



ko!

Anonimo ha detto...

... glu glu glu ...
il PD non c'è più
d'accordo?!
oh



ko!

Anonimo ha detto...

... glu glu glu ...
il PD non c'è più
d'accordo?!
oh



ko!

Anonimo ha detto...

"Quindi poi ormai...siamo una cosa...quindi...consolidata, un sodalizio, una cosa solida...una fusione di due gruppi". Così il parlamentare del Pdl Italo Bocchino si rivolge all'imprenditore Alfredo Romeo, in una telefonata ritenuta assai significativa dai pm che indagano sulle presunte irregolarità negli appalti del Comune di Napoli.


hai capito BOCCHINO!
si BOCCHINO il nome è tutto un programma
BOCCHINO tutto pappa e ciccia con il PD
che BOCCHINO!

Anonimo ha detto...

IL CONTRAPPASSO DELLE MANETTE
di Mario Cervi
da il Giornale

Di fronte al dilagare della nuova Tangentopoli, riaffiora sicuramente in molti italiani onesti la tentazione di dimettersi da cittadini. Di affermare cioè con un atto solenne il proprio distacco non solo dalla palude ammorbante del malaffare, ma anche da istituzioni incapaci di bonificarla. Si ha l’amara sensazione che il Paese perbene viva da decenni in stato d’assedio.
L’offensiva giudiziaria in corso colpisce bersagli di sinistra, i sommi moralizzatori del Pd tremano per il tintinnare delle manette che li mandò in estasi quando riguardava i loro avversari. Capisco che possa esservi, nel centrodestra, un’acre soddisfazione per questo contrappasso. E mi sembra patetica, oltre che querula, la cocciutaggine con cui l’Unità di ieri ribadiva, a firma di Concita De Gregorio, che «gli altri - ossia i biechi reazionari - sono peggio». Si consoli pure Concita, aggirandosi tra le macerie veltroniane, se questa attenuante di comodo le basta. Ma vale zero.
Io non vedo attenuante che tenga nel crollo degli argini di moralità e di affidabilità pubblica, nella messa sotto accusa di personaggi che dagli elettori hanno avuto fiducia e che l’avrebbero ricambiata facendo strame della loro onorabilità. Ho a mente il precetto secondo cui nessuno può essere ritenuto colpevole fino a sentenza passata in giudicato. Il che avviene anni e anni dopo l’inizio d’una inchiesta. Conosco inoltre gli slanci esibizionistici e le disinvolture mediatiche d’alcuni magistrati italiani. Sia la presunzione d’innocenza - fin troppo insistita - sia il farfalleggiare vanitoso e a volte fazioso delle toghe sono stati da noi sottolineati quando infuriava la Tangentopoli originaria da cui i partiti anticomunisti furono folgorati.
È opportuno sottolinearli di nuovo, mentre ne soffrono le conseguenze i partiti postcomunisti. Diamo dunque per scontato che alcuni procedimenti si rivelino, dal punto di vista penale, bolle di sapone. Ma neanche questo, se si verificherà, basterà per acquietarci. Al di là degli ipotizzabili e dimostrabili reati, la tempesta d’autunno attesta l’esistenza, nella zona grigia tra politica e affarismo, tra segnalazione e «dazione», tra assalto di squali tangentizi e appalto, d’una cloaca della corruzione nazionale: e in particolare meridionale. «Al Sud le frequentazioni politiche sono intessute di questi rapporti» ha detto l’on. Salvatore Margiotta del Pd. Troppo confidenziali i rapporti. Si riuscirà mai a darci un taglio?

Anonimo ha detto...

"Quindi poi ormai...siamo una cosa...quindi...consolidata, un sodalizio, una cosa solida...una fusione di due gruppi". Così il parlamentare del Pdl Italo Bocchino si rivolge all'imprenditore Alfredo Romeo, in una telefonata ritenuta assai significativa dai pm che indagano sulle presunte irregolarità negli appalti del Comune di Napoli.

... solida, sciolta, semiliquida.
In questo caso è solida. Tutta di un pezzo. Stesso materiale, stesso (mal)odore, stesso potere inquinante, ... la via della Cloaca massima è libera! Avanti c'è posto! Arriva fresca fresca (anzi calda calda), fragrante, profumata, olezzante ... è il profumo della politica italiana. Una massa solida, compatta, granitica, tutta della stessa qualità, col marchio DOC.
Un pranzetto per (ricordate?) Luttazzi, che in tv ordinò un piatto di quel cibo prelibato.
Chi viene a tirare la catena?

Anonimo ha detto...

parere contrario della Giunta per le Autorizzazioni di Montecitorio

No all'arresto di Margiotta (PD)

Hanno votato contro il provvedimento tutti i gruppi ad eccezione dell’Italia dei Valori


applausi al pappa e ciccia Pd/Pdl

"pd/pdl stessa merda"

parole sante

Anonimo ha detto...

ma queste toghe (Pescara, Napoli,Potenza)non erano ROSSE? come ve lo spiegate tutto ciò?

Forse perché sono semplicemente INDIPENDENTI e fanno il loro lavoro senza guardare in faccia nessuno?

Una vergogna di cui sappiamo qualcosa grazie alle tanto vituperate intercettazioni, che i nostri amabili governanti, il fiore dell'onestà, non vedono l'ora di limitare fortemente (ossia eliminare), per garantirsi l'impunità.

Vedrete che accelerazione avranno i lavori per varare la cosiddetta " riforma della giustizia", sulla quale i nostri amici si sono tutti ritrovati improvvisamente, che caso strano, d'accordo. Che tradotto significa: eliminazione DELL'INDIPENDENZA DELLA MAGISTRATURA e sua SOTTOMISSIONE AL POTERE POLITICO, per poter continuare a fare laute merende con il denaro pubblico (IL NOSTRO). ma gli Italiani sono masochisti e godono sistematicamente di essere spogliati di beni e diritti. Non si ribellano.

Ieri era commuovente vedere i nostri poveri politici indagati affermare la loro estraneità e innocenza per mezzo della tv pubblica, che ha loro devoluto notevole spazio per presentarsi come povere vittime di quei carnefici persecutori dei magistrati. Se sono davvero innocenti, se non hanno nulla da nascondere, perché non si sottopongono al giudizio della magistratura come fanno tutti gli altri cittadini e come ha avuto il coraggio di fare un politico di vechcio stampo, Andreotti, uscendone a testa alta?

Poco e nulla, invece, si è saputo delle imputazioni e delle prove raccolte contro questi signori, delle gravi ragioni che hanno indotto ben 3 PROCURE di 3 DIVERSE CITTA' d'Italia a cercare di arginare la razzia sistematica perpetrata dai nostri rapaci amministratori.

e meno male che c'è chi ancora afferma che la classe politica è soggetta al controllo dell'elettorato. Ma scherziamo? I deputati sono soggetti solo al controllo del loro CAPO DI PARTITO, che ne decide le sorti e a cui devono rendere conto, come lacché. Grazie alla nostra bella legge elettorale.

La verità è che la classe politica italiana, a parte il (ormai) labile controllo da parte della magistratura, resa impotente da leggi vergogna scritte dagli stessi indagati, NON RISPONDE A NESSUNO DELLE PROPRIE MALEFATTE. A NESSUNO. Come i sovrani assoluti. E sono tutti d'accordo.

Irene

Anonimo ha detto...

"Conosco inoltre gli slanci esibizionistici e le disinvolture mediatiche d’alcuni magistrati italiani. Sia la presunzione d’innocenza - fin troppo insistita - sia il farfalleggiare vanitoso e a volte fazioso delle toghe sono stati da noi sottolineati quando infuriava la Tangentopoli originaria da cui i partiti anticomunisti furono folgorati".

chissà perché i magistrati che hanno il coraggio di fare il proprio dovere (e credetemi, CE NE VUOLE DAVVERO MOLTO, sopratuttto nel meridione d'Italia e con i vari politici che cercano di mettere i bastoni fra le ruote e procuratori capi e membri del CSM, togati e non, che minacciano provvedimenti disciplinari, per non parlare degli ispettori inviati dal Ministero di grazia e giudizia, che conoscono solo gli uffici di alcuni magistrati, guarda caso quelli più scomodi per il potere) sono dipinti come "esibizionisti e disinvolti dal punto di vista mediatico,farfalloni, svolazzanti, faziosi" . ANCHE QUESTA VOLTA? NON SONO PIU' TOGHE ROSSE? Cos'ha da dire a questo riguardo lo sfacciato e menzognero Mario Cervi che risponde al suo Padrone dal Giornale della moglie del Premier?

I magistrati vengono dipinti in maniera infamante e messi alla gogna come se fossero loro i delinquenti quando invece DENUNCIANO ALL'OPINIONE PUBBLICA LO SCANDALO DI QUANTO STA ACCADENDO alle loro spalle, loro sì sono fedeli servitori dello Stato, non questa classe politica miserabile.

E adesso si vuol far credere la menzogna che tangentopoli sia stata espressione di un golpe della magistratura rossa che ha voluto eliminare dalla scena politica onest'uomini come molti democristiani e socialisti come Craxi, che rubavano a man bassa, corrotti spudorati. Corruzione che coninuiamo a pagare ancora oggi, con il nostro spaventoso debito pubblico e che purtroppo NON E' FINITA, perché quegli stessi avanzi di galera continuano ad ammorbare la nostra vita politica, continuando a razziare e a sedere nel Parlamento e nelle amministrazioni periferiche.

E la revisione storica è capeggiata dal fido Cicchitto, ex socialista e piduista, che viene a parlarci di Tangentopoli, lui, ex appartenente a un partito di ladri corrotti (come gli altri del resto).
Ma per favore, adesso vogliono anche riscrivere la storia e farci credere all'ipotesi del complotto della magistratura. Tangentopoli si è verificato in seguito al crollo su se stessa di una classe dirigente irresponsabile e corrotta, che continua a risorgere dalle proprie ceneri come l'araba fenice e PESA SULL'ITALIA COME UNA MALEDIZIONE.

Irene

Anonimo ha detto...

Comunque devo riconoscere a Mauro il pregio e l'onestà intellettuale di tollerare critiche alla sua parte politica, con spirito davvero liberale e democratico, a differenza di alcuni commentatori che invece, mi sembra, mal tollerano pareri diversi e sovente sfiorano l'offesa e l'ingiuria. Grazie quindi per la tolleranza e il buon esempio, dato anche nel tono sempre civile delle risposte.

Irene

Anonimo ha detto...

... e come ha avuto il coraggio di fare un politico di vechcio stampo, Andreotti, uscendone a testa alta?....

E che le sinistre fecero a pezzi.
Basta citare una Vignetta pubblicata su Repubblica dove chiaramente si mostrava la convinzione che il divo Giulio
fosse il vero colpevole.
Sentenza pronunciata prima della sentenza.
Senza parlare del tono forcaiolo che permeava tutti i giornali di sx. Nel periodo di Tangentopoli.
Dimentichi(?) di aver ricevuto le sovvenzioni da Mosca: i 30 danari, frutto del più infame dei tradimenti.
OK?

Anonimo ha detto...

il tono "forcaiolo" che rimprovera agli altri è il perfetto specchio dell'aggressività e animosità che contraddistingue le Sue dure e livorose risposte ai miei interventi. Nessuna differenza, non gentile interlocutore ANONIMO che non riesce a tollerare un parere diverso e parla per slogans. Nessuna.

le auguro una serena giornata,che rassereni il suo animo. E' Natale, lo sa, e anche se i vietcong di "sx" come me sono nemici da combattere e mettere a tacere, bisogna pur essere buoni...

Irene

Anonimo ha detto...

Napoli, gli appalti portano a Roma: il Pd trema
di Salvatore Tramontano

I pm di Napoli trasmettono le carte ai colleghi della Capitale dove l’imprenditore al centro dello scandalo ha avuto importanti commesse dalle giunte Rutelli e Veltroni. L'ex ministro corre in procura a spiegare perché gli inquisiti parlavano di lui.
Stanno saltando i tombini. Se vi fosse capitato di girare per i corridoi di Montecitorio, ieri, vi sareste resi conto che un pensiero dominante serpeggiava fra i deputati e i parlamentari del Partito democratico, un interrogativo a tratti angoscioso: «E se adesso arrivano anche a Roma?». Il fatto è che, anche sforzandosi di non considerare la deposizione spontanea di Francesco Rutelli, il turbine delle inchieste che stanno tormentando il Pd è già a Roma. E ci è arrivato simbolicamente, nel modo più imprevisto, sotto l’onda di una piena, insieme all’acqua del Tevere che tracima con i tombini che saltano. Perché la domanda che tutti si fanno è questa: ma se a Napoli l’imprenditore dalle camicie rosa fragola, Alfredo Romeo, è davvero il terminale di una rete corruttiva che oliava politici e amministratori per ottenere appalti, come è possibile che a Roma fosse un imprenditore modello in grado di vincere gare a raffica solo per la forza competitiva delle sue offerte al ribasso? Possibile che all’ombra del Vesuvio si facesse cucire le delibere su misura come vestiti e che a quella del Colosseo esponesse prestazioni virtuose? ...
Sì, a Roma l’inchiesta è già arrivata insieme a questo dubbio, perché sono in molti, a partire dai militanti del Pd, a chiedersi come mai Romeo avesse vinto fior di bandi senza colpo ferire ...
...Sì, a Roma l’inchiesta è già arrivata insieme a questo dubbio, perché sono in molti, a partire dai militanti del Pd, a chiedersi come mai Romeo avesse vinto fior di bandi senza colpo ferire...

http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=315441

Anonimo ha detto...

Gentile Irene
vedo che in questo momento le contese si stanno scaldando troppo.
Per qualche tempo farò a meno di frequentare, almeno attivamente, il blog.
Tu sei più coraggiosa: vai avanti.
Approfitto dell'occasione per inviarti i migliori auguri di buon Natale e di Nuovo Anno.
Con rinnovata stima
L'Innominato

Anonimo ha detto...

Roma - "Si è scatenato di nuovo il meccanismo mediatico-giudiziario che non fa bene al Paese: spero che le accuse a questi esponenti della sinistra possano essere ridimensionate". In diretta telefonica con il programma Mattino cinque su Canale 5, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi torna a parlare della riforma del sistema giudiziario: "I tempi per fare la riforma della giustizia sono immediati, il testo è pronto". Una riforma, che "andrà fatta di pari passo con quella federalista" e che si è fatta sempre più stringente con i recenti scandali legati al Partito
da il Giornale

La riforma dellagiustizia è sacrosanta. Ma non perhé (quando) ora a ds e ora a sx colpisce i "politici" (i marpioni).
Ora, si può discutere, sull'imparzialità dei giudici, e anch'io condivido la tesi che certe che certe procure siano fortemente politicizzate, ma non sono in sintonia con il togliere la possibilità di indagine ai magistrati e alla polizia giudiziaria (che dovrebbe ripristinare il suo compito istituzionale).
Non sono quindi d'accordo sulla limitazione di certe intercettazioni, le quali al momento opportuno dovrebbero essere distrutte, mentre, questo sì, NESSUNA intercettazione dovrebbe essere data in pasto alla stampa. L'unica limitazione in questo campo: una severa legge che colpisca le procure che diffondono notizie per vie misteriose. La mancata protezione delle intercettazioni dovrebbe essere addebitata al magistrato inquirente, il quale dovrebbe rispondere di detta mancanza considerata reato grave.
E come è possibile colpire la Testa della mafia se non si parte dalla coda? Cioè da intercettazioni che riguardano reati minori che poi fanno capo, invece, a catene di reati più gravi, fino a raggiungere le mafie?
Z

Anonimo ha detto...

Il Palazzo teme l'assedio: arriva la bufera
I boatos su nuove mosse della magistratura nei confronti dei massimi esponenti del Pd ...


«Noi non accettiamo di farci intimidire». Perché anche lei ha sentito i boatos di Palazzo che danno per imminente un coinvolgimento dei vertici del Pd nel tritacarne giudiziario, «anche a me sono giunte certe voci», dice il ministro ombra Linda Lanzillotta. Sono le stesse voci che la cattolicissima Paola Binetti — con agganci porporati oltre Tevere — aveva sussurrato di buon mattino a un deputato laziale rimasto senza fiato: «La procura di Roma sta per muoversi. Tu capisci...».

continua ...

http://www.corriere.it/cronache/08_dicembre_19/palazzo_assedio_bufera_Verderami_f62970fe-cd96-11dd-af32-00144f02aabc.shtml

Anonimo ha detto...

Caro Innominato,
mi dispiace davvero che tu ti astenga dal frequentare il blog, spero davvero che non sia a causa mia, francamente non capisco. Non so se hai letto la mia risposta del 1 dicembre al tuo gentile intervento a commento del post intitolato "Parabola rossa alla riscossa". Spero che lo farai. In caso la mia presenza qui non sia gradita è sufficiente dirmelo e mi asterrò dal commentare. Non c'è alcun problema. Intendevo stimolare la discussione con argomenti diversi, proponendo una versione alternativa dei fatti, ma mi pare che ciò non sia affatto apprezzato. Se in certi momenti mi faccio prendere dall'entusiasmo spero che ciò mi venga perdonato. Peccato.

Un cordiale saluto, spero che ci ripenserai. Auguri di Buon Natale e prospero Nuovo Anno. Di cuore.

Irene

Irene

Anonimo ha detto...

"NESSUNA intercettazione dovrebbe essere data in pasto alla stampa"

sono d'accordo sul fatto che la pubblicazione di brani di intercettazioni sui giornali è da regolamentare meglio, sopratuttto intervenendo più rigorosamente sui responsabili delle fughe di notizie e facendo in modo che l'ordine dei giornalisti faccia il proprio dovere, censurando chi non compie il proprio dovere con correttezza e professionalità. Chi indaga, ossia il PM, è sempredanneggiato da queste fughe di notizie, e a meno che non sia masochista, non è certo felice di vedere vanificato il lavoro di anni. Responsabile potrebbe essere chiunque, spesso l'avvocato difensore dell'imputato che, una volta caduto il segreto istruttorio, può diffondere frammenti di notizie ricavate dagli atti per aumentare il livello dello scontro. responsabile potrebbe essere anche un poliziotto, un carabiniere infedele, che venuto a conoscenza di atti riservati li trasmette a giornalisti poco seri per guadagnare. Un altro fatto sconcertante è che TUTTE LE PROCURE d'Italia sono obbligate ad esternalizzare il servizio a un'unica ditta ESTERNA, che si trova a gestire informazioni preziosissime e riservatissime. Non le sembra assurdo e pericolosissimo che le intercettazioni vengano effettuate al di fuori delle caserme e delle Procure? Questo fa lievitare i costi e permette quelle continue fughe di notizie che spesso, comunque, riguardano fatti già notificati all'indagato, essendo caduto il segreto istruttorio, quindi la pubblicazione è perfettamente legale. Non è invece corretto da parte di certi giornalisti manipolare le informazioni e riportarle per brevi frasi, decontestualizzate.Ma questo è un problema che riguarda l'ordine dei giornalisti, che non sanziona duramente dal punto di vista disciplinare chi disattende il codice etico dei giornalisti. Ripeto, il PM ( e la vicenda di De magistris insegna), è solo danneggiato da questo meccanismo, e per di più viene puntualmente accusato di essere il responsabile quando gli attori di queste vicende sono numerosi.Si dovrebbe intervenire su questi aspetti, non punire sempre e solo i magistrati che fanno il loro dovere.

Limitare un preziosissimo strumento investigativo come le intercettazioni a reati punti con pene superiori ai 15 anni (così ha dichiarato di voler fare berlusconi) significa assicurare l'impunità per numerosissimi e gravi reati finaziari, fiscali, contro la pubblica amministrazione, puniti con pene irrisorie. Basta sfogliare le pagine di un codice penale per rendersi conto dell'assoluta irresponsabilità di una simile proposta. Gli indagati avranno modo di dimostrare la loro innocenza, se davvero sono innocenti, ma impedire che siano giudicati negando l'autorizzazione a procedere,imedire le intercettazioni ch ein passato e anch eora stanno facendo emergere una situazione gravissima di malcostume e saccheggio di risorse pubbliche, sarebbe la risposta peggiore. I cittadini hanno il diritto di essere informati, per poter esercitare in maniera consapevole il loro diritto di voto. la stampa ha sempre avuto la funzione di controllare il potere, in ogni moderna democrazia. Ch ei politici abbiano il coragigo di farsi giudicare come tutti gli altri cittadini, senza ammantarsi di una vergognosa impunità e senza portare la magistratura e le forzr di polizia di un preziosissimo strumento di indagine sulle malefatte di pubblici amministratori corrotti e rapaci (altrimenti non avremmo il terzo debito pubblico del mondo).
Aumentare la componente politica all'interno del CSM, sottoporre i PM al controllo e alla nomina del Ministero di Grazia e Giustizia significherà solamente mettere fine alla loro possibilità di indagare ad ampio raggio e otterrà come unico risultato quello di garantire defintivamente l'impunità alla classe dirigente di questo infelice paese. certamente non risolve il problema di una giustizia più rapida ed equa per tutti i cittadini. Tutti i provvedimenti della classe politica sono hanno un solo fine: essere immuni da ogni controllo, sia dalla parte della stampa che della magistratura. Non trovate strano che il PDL abbia votato ieri per negare l'autorizzazione a procedere contro un deputato del PD? quasto fatto non vi fa riflettere?

Irene

Irene

Altro punto: la stampa do

Anonimo ha detto...

per chi volesse saperne di più sul CNAG, centro nazionale autorità giudiziaria, un centro PRIVATO controllato e gestito da Giuliano Tavaroli, responsabile della sicurezza della Telecom-Pirelli, che conserva le intercettazioni di TUTTE le procure d'Italia dal 2003, ecco un interessante articolo del 2005 a firma di Peter Gomez.
Ciao a tutti, vi saluto

http://www.kryptoline.com/pag/ArticoloEspresso.pdf

Irene

Anonimo ha detto...

"Il guaio è che qualche problema l'ha creato anche TELECOM quando ha voluto creare, alla fine del 2003, un Centro unico nazionale per le attività per conto dell'Autorità giudiziaria a Milano CNAG; qui ha concentrato organizzativamente e funzionalmente tutte le intercettazioni che PRIMA ERANO ESEGUITE A LIVELLO PROVINCIALE, quando c'erano le singole agenzie su base provinciale (e successivamente a livello regionale).

In pratica, le intercettazioni continuano a essere richieste dai singoli magistrati locali, che agiscono autonomamente come prevede l'ordinamento giudiziario, ma poi vengono GESTITE DA UN UNICO CENTRO, dallo stesso personale, DIRETTO DA UN DIRIGENTE TELECOM; quest'ultimo prima era un ex vicequestore della Polizia di Stato ma, improvvisamente e senza una ragione chiara, e' stato sostituito da un ex sottufficiale dei Ros, addetto alla sicurezza personale dello stesso TRONCHETTI PROVERA.
Telecom Italia ha giustificato la creazione di un unico centro sia per ragioni di costo sia di sicurezza e di garanzia del segreto: in passato, soprattutto al Sud, si erano verificati casi di dipendenti infedeli (poi scoperti e licenziati) che avevano rivelato intercettazioni in corso alla criminalità.

In realtà è molto discutibile proprio SOTTO IL PROFILO DELLA SICUREZZA che TUTTE le intercettazioni d'Italia siano seguite nello STESSO POSTO E DALLE STESSE PERSONE: a questo proposito, lo stesso Garante della Privacy Franco Pizzetti (personalità molto indipendente, che ha aperto un'indagine sulle modalità delle intecettazioni da parte delle società telefoniche) potrebbe avere dei rilievi non formali da fare".


dal sito www.socialpress.it, estratto dell'articolo intitolato "il grande orecchio di telecom"

Irene

Anonimo ha detto...

"L'unica limitazione in questo campo: una severa legge che colpisca le procure che diffondono notizie per vie misteriose. La mancata protezione delle intercettazioni dovrebbe essere addebitata al magistrato inquirente, il quale dovrebbe rispondere di detta mancanza considerata reato grave.
E come è possibile colpire la Testa della mafia se non si parte dalla coda? Cioè da intercettazioni che riguardano reati minori che poi fanno capo, invece, a catene di reati più gravi, fino a raggiungere le mafie?
Z"


spero, con le notizie da me riportate nei precedenti post, di aver esaurientemente risposto alle Sue osservazioni.

Cordialmente,
Irene

Anonimo ha detto...

"E come è possibile colpire la Testa della mafia se non si parte dalla coda? Cioè da intercettazioni che riguardano reati minori che poi fanno capo, invece, a catene di reati più gravi, fino a raggiungere le mafie?
Z"

Concludo dicendo che questa Sua acuta osservazione mi trova perfettamente d'accordo.
Peccato che i reati cosiddetti minori siano puniti con pene irrisorie, che sovente prevedono pochi anni di reclusione. Senza condiderare poi che le intercettazioni ATTUALENTE sono GIA' fortemente LIMITATE, come stabilito dall'art. 266 del Codice di procedura Penale, a reati gravi:

l'intercettazione di conversazioni telefoniche è consentita SOLO per i seguenti reati:

a) delitti non colposi per i quali è prevista la pena dell'ergastolo o della reclusione SUPERIORE NEL MASSIMO a CINQUE ANNI (es. reato di associazione mafiosa)
b)delitti contro la pubblica amministrazione per i quali è prevista la pena della reclusione non inferiore nel massimo a CINQUE ANNI
f) reati di ingiuria, minaccia, usura, ABUSIVA ATTIVITA' FINANZIARIA, abuso di informazioni privilegiate, MANIPOLAZIONE DEL MERCATO, molestia e disturbo alle persone col mezzo del telefono ( attualmente SENZA LIMITAZIONE, ma adesso per questi gravi reati, se la "riforma" andrà in porto, non si potranno più fare intercettazioni perché prevedono tutti una pena massima di pochi anni di reclusione).

La richiesta di intercettazione del PM è sottoposta a un altro Giudice di garanzia, il GIP, giudice per le indagini preliminari, che può negarla se non ravvisa motivazioni e prove sufficienti. La disciplina delle intercettazioni è attualemente bastevolmente severa e richiede tutta una serie di formalità, descritte dal capo IV del codice di procedura penale (art. 264 segg.). Un PM non si sveglia e una mattina decide, ops, questa mattina mi metto a intercettare la casalinga di Voghera. Il timore ventilato da certa politica e da certa stampa menzognera che i cittadini vengano tutti indiscriminatamente intercettati senza motivazione è una menzogna. Se ciò avviene, è illegale, e simili intercettazioni non potrebbero essere utilizzate come fonti di prove.


Irene

Anonimo ha detto...

... e come ha avuto il coraggio di fare un politico di vechcio stampo, Andreotti, uscendone a testa alta?....

E che le sinistre fecero a pezzi.
Basta citare una Vignetta pubblicata su Repubblica dove chiaramente si mostrava la convinzione che il divo Giulio
fosse il vero colpevole.
Sentenza pronunciata prima della sentenza.

bravo il pirla! oggi si scopre che le vignette di repubblica fanno giurisprudenza


devi andare a lavorare, perchè studiare e usare il cervello non ti serve a niente!!

continua a citare vignette, così la prossima volta che riformano i codici ci mettono tra le fonti LE VIGNETTE DI REPUBBLICA

a cazzaroooooooooooooooooooooooo!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Anonimo ha detto...

Vignetta pubblicata su Repubblica dove chiaramente si mostrava la convinzione che il divo Giulio
fosse il vero colpevole.
a cazzaroooooooooooooooooooooooo!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

19 dicembre, 2008 13:41

La vignetta è stata segnalata come cartina di tornasole, della quale, però non c'era bisogno.
Nel tritacarne Andreotti, insieme a molti politici vs avversari, c'era già stato messo, con articoli, dibattiti tv, recensioni radio ed altro.
E si continò a tenerlo sulla graticola fino ad avvenuta definitiva assoluzione.
Andreotti è un caso emblematico di accanimento giudiziario, in cui la sx mostrò tutta la sua vocazione forcaiola, nel condannare prima della sentenza. Così è stato di Craxi e di molti altri.
Nel posto di Mauro cancellerei i tuoi messaggi, perché, da perfetto maleducato, non sai fare altro che offendere.
Potresti prendere esempio da chi, pur essendo lontano da sposare la dx, discute con garbo educazione e senso di responsabilità.
Tu ti comporti come un pittbul: sai abbaiare ringhiare mordere e nient'altro.

Anonimo ha detto...

correggo >
della quale, però,

Anonimo ha detto...

Alla gentile Irene
non ti sfiori mai l'idea che i tuoi interventi non siano a me graditi.
Sei una persona amabile e corretta. "Discutere" (lo metto fra virgolette, meglio dire conversare) con te è ed è sempre stato un piacere.
Ti saluto e rinnovo i miei più sentiti auguri.
L'Innominato
PS
Hai notato la sequela di turpiloqui (una vera discarica) che ha postato il raffinatissimo Anonimo che frequenta questo blog? (prendere visione di certi modi di fare mi scoraggia). E' la maniera negativa di portare avanti la discussione anche nel caso che il "mittente" abbia mille e una ragioni da vendere. E Mauro dovrebbe prendere il provvedimento suggerito dall'interessato che ha risposto con garbo, ma con il giusto risentimento..

Anonimo ha detto...

Gentile Innominato,
come sempre è un piacere leggerti, mi hai rassicurata, ti prego di continuare a scrivere. Mi farebbe piacere sapere cosa ne pensi di quanto ho scritto finora, se hai trovato interessante e degno di una più approfindita disamina almeno qualcuno degli argomenti da me addotti. Quanto all'Anonimo che tu vorresti censurare, penso che bisognerebbe forse ascoltarlo di più per comprendere le ragioni della sua indignazione. Ascoltarlo, non censurarlo. Rileggevo oggi alcuni passi degli scritti corsari di Pasolini, che si sentiva colpevole per non aver saputo ascoltare, comprendere i giovani di destra che si erano macchiati di gravi episodi eversivi. Citava un personaggio de I Fratelli Karamazov, lo starec Zosima, che si inginocchia di fornte a Dimitri Karamazov in ragione del fatto che egli soffre più di chiunque altro (non me ne volgia l'Anonimo per quest'interpretazione psicologico-dostoevskiana :-)). Se gli parlerai con gentilezza, forse, non userà più quel tono e ti spiegherà le sue ragioni. Siamo tutti cittadini di un medesimo stato, fra noi dovrebbe esserci concordia. Chi ci ha instillato nel cuore tutto questo livore?

Un caro saluto,
Irene

Anonimo ha detto...

Tu ti comporti come un pittbul: sai abbaiare ringhiare mordere e nient'altro.

so fare ben altro:per esempio dimostrarti che sei un ignorantone e che leggere, ti ripeto non ti serve a niente perchè sai solo dire bugie su bugie.

Per tua conoscenza Andreotti non è innocente.
Basta leggere la sentenza che lo definisce collaborazionista dei mafiosi: Andreotti non è stato condannato solo perchè era intervenuta la prescrizione per fatti che comunque sono stati accertati e commessi fino agli anni 80.

Nella motivazione della sentenza di appello confermata dalla cassazione del 15/10/04 si legge (a pagina 211):

« Quindi la sentenza impugnata, al di là delle sue affermazioni teoriche, ha ravvisato la partecipazione nel reato associativo non nei termini riduttivi di una mera disponibilità, ma in quelli più ampi e giuridicamente significativi di una concreta collaborazione. »

Se la sentenza definitiva fosse arrivata entro il 20 dicembre 2002 (termine per la prescrizione), Andreotti avrebbe potuto essere condannato in base all'articolo 416, cioè all'associazione "semplice", poiché quella aggravata di stampo mafioso (416-bis) fu introdotta nel codice penale soltanto nel 1982, grazie ai relatori Virginio Rognoni (Dc) e Pio La Torre (Pci).

"Andreotti è un caso emblematico di accanimento giudiziario", bravo continua così bugiardo



Poi la perla di Craxi:

CONDANNE DEFINITIVE
Eni-Sai. Il 12 novembre 1996 la Cassazione ha confermato la sentenza d'Appello che aveva inflitto all'ex segretario socialista cinque anni e sei mesi di carcere.

Metropolitana Milanese. La seconda sezione penale della Cassazione ha confermato la condanna a quattro anni e sei mesi di reclusione, cinque anni di interdizione dai pubblici uffici e quasi dieci miliardi di risarcimento alla MM pronunciata contro Craxi il 24 luglio 1998 dalla quarta sezione penale della Corte d'Appello di Milano. Il reato è di corruzione e illecito finanziamento dei partiti.

Non scrivo le tantissime altre condanne non definitive perchè stralciate per morte dell'imputato.

ti prego, quando non sai di cosa parli abbi l'umiltà di stare zitto


altrimenti vieni sputtanato e mi viene facile definirti
CAZZAROOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!

Anonimo ha detto...

ehm, ti prego, le tue ragioni sono a mio avviso più che valide, ma cerca di non usare termini offensivi, solo così i tuoi argomenti potranno essere efficaci. Citavo l'esempio di Andreotti perché rispetto alle schiere di politici che hanno evitato di sottoporsi al giudizio della magistratura (in primis Craxi)da vigliacchi, ammantandosi di una vergognosa impunità e ponendosi in una posizione di privilegio rispetto a tutti gli altri cittadini, almeno lui ha avuto il CORAGGIO di sottoporsi al giudizio della magistratura, senza usare toni insultanti nei confronti dei propri giudici, dimostrando comunque, almeno formalmente, quel rispetto delle istituzioni che dovrebbe avere ogni uomo di stato che si rispetti. Certo, dove indicare Andreotti come esempio sembra perfino ridicolo, lo so, tenuto conto del fatto che è stato giudicato colpevole per associazione a delinquere fino al 1984, reato PRESCRITTO, per cui ha potuto evitare di andare in carcere, secondo il solito copione. Per non parlare delle centinaia di pagine di prove e riscontri che i magistrati dell'ottimo pool di Palermi guidato da caselli hanno raccolto contro di lui, prove riscontri che dovrebbero, come ho più volte detto, indurre il più sincero sdegno nei suoi confront, nonché la dura riprovazione e censura della sua condotta politica, gravissima. Tant'è, in questi tempi di miserabili sciacalli, persino un politico compromesso come lui fa bella figura, per stile e coraggio. Almeno non è un vigliacco.

ciao,
Irene

Anonimo ha detto...

Carissima Irene
non ce l'ho con il raffinato anonimo, ma con il modo che egli ha di avvicinarsi agli altri.
Gli "altri" possono umanamente sbagliare, anche grossolanamente, ma non per questa ragione l'anonimo in questione deve sentirsi in diritto di lanciar loro addosso contumelie talmente volgari.
Ed è su questo punto che io, al posto di Mauro, impugnerei decisamente le forbici. Non sul contenuto, ma sul modo.
Per il momento non mi sento di arrivare alla grandezza d'animo dello starec Zosima, per cui spero soltanto che il sunnominato, cominci a comportarsi più rispettosamente.
Ti saluto con stima e amicizia
L'Innominato

Anonimo ha detto...

per Irene:
odio, si, è odio quello che provo nei confronti di chi mistifica la reatà (sia esso di sin che dx) non approfondendo nulla ma parlando per slogan, frasi fatte e insulse senza documentarsi prima di aprire bocca e cervello

offendere io? noooo
c'è di peggio ad esempio c'è gente che scrive "Nel posto di Mauro cancellerei i tuoi messaggi" : quella è una offesa alla lingua italiana

Anonimo ha detto...

pardon, ho commesso un errore. Andreotti è stato riconosciuto colpevole di associazione a delinquere fino al 1980, non il 1984 come avevo erroneamente scritto.

Il reato di associazione mafiosa, il 416 bis, è stata introdotto solo dopo i fatti contestati. Per le accuse successive alla primavera del 1980, la Corte d’Appello di palermo ha confermato l’assoluzione ai soliti sensi dell’articolo 530, secondo comma, del Codice di procedura penale, che ricalca la vecchia insufficienza di prove.
Questa sentenza della Corte d’Appello è stata confermata, in via definitiva e irrevocabile, dalla Corte di Cassazione il 15 ottobre 2004.

Irene

Anonimo ha detto...

anche a me capita, scrivendo di getto, di commettere errori e di sbagliare, e mi rimetto alla pazienza e cortesia di chi legge. certamente se rileggessi i messaggi che scrivo sbaglierei di meno, ma sono scritti con passione, così come credo quelli dell'Innominato e di Mauro, che hanno la cortesia di leggerci ed ascoltarci. Di questi tempi, non è poco. Cerca di tollerare i nostri errori anche tu, e di essere più paziente.
iniziare con un saluto e scegliendosi un nick è già qualcosa. Non siamo nemici.

ciao,
Irene

Anonimo ha detto...

altrimenti vieni sputtanato e mi viene facile definirti
CAZZAROOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO

Non mi è saltata in testa l'idea di difendere Andreotti.
Se la Magistratura ha il valore che Le dobbiamo attribuire, mi sembra doveroso non pronunciare sentenze in anticipo.
A ognuno il suo compito.
Dx o Sx che sia, a parte certi orientamenti di alcune procure, E' la Magistratura a Giudicare.
Cosa che in Italia molti, nella fretta di sparare a zero, specie contro gli avversari, dimenticano.
Per tua norma sappi che non faccio tifo né per Berlusconi, né per chiunque altro politico. Sono semplicemente schierato non-a-sx per un tipo di politica che non-mi-piace.
In politica, dove tutto si svolge in mezzo alla melma, la più puteolente, non si salva nessuno.
I tempi di Ettore Socci, deputato, che dormiva in treno perché non aveva i soldi per l'albergo, sono solo un lontano ricordo.
Voglio parafrasare il libro di Pinocchio:
"Quello più onesto di tutti ti ruba il portafoglio".
Ai tuoi messaggi sgarbati non risponderò più.
Capisco: non te ne importa niente!
Buonanotte.

Anonimo ha detto...

Ai tuoi messaggi sgarbati non risponderò più.

Troppo comodo parlare di accanimento giudiziario contro Andreotti e Craxi e poi fare l'offeso

sei patetico

Anonimo ha detto...

chiunque leggi:
qualunque
per un tipo di politica che non-mi-piace. leggi:
perché parte della politica di sxnon-mi-piace

Se riscontri altre scorrettezze segnale col rosso e toglimi un punto per ogni errore.

Anonimo ha detto...

Troppo comodo parlare di accanimento giudiziario contro Andreotti e Craxi e poi fare l'offeso ...

Quando si pronunciano sentenze in anticipo, sostituendosi alla magistratura, dimmi tu qual è la definizione adatta.
Giustizialismo va bene?
Saluti

Anonimo ha detto...

Quando si pronunciano sentenze in anticipo, sostituendosi alla magistratura, dimmi tu qual è la definizione adatta.

non mischiare le carte, patetico, ti ricordo che hai scritto porcate del genere
"E si continò a tenerlo sulla graticola fino ad avvenuta definitiva assoluzione.
Andreotti è un caso emblematico di accanimento giudiziario, in cui la sx mostrò tutta la sua vocazione forcaiola, nel condannare prima della sentenza. Così è stato di Craxi e di molti altri."

ma non ti vergogni di dire bugie?

accanimento giudiziario? cosa c'entrano quindi le vignette, i giornali, la sinistra con l'accanimento giudiziario che non c'è mai stato nei confronti dei 2 signori da te citati

ma falla finita, ti prego, parla di fatti e non di opinioni

Anonimo ha detto...

Quando Craxi uscì dall'Hotel Raphael, già "convenientemente" macellato dalla stampa sia di sx sia "indipendente", fu investito da una pioggia di monetine ...
Era stata, per caso, già pronunciata la sentenza di condanna? No. La condanna era già confezionata e data in pasto ai media.
Esponenti della sx che, a suo tempo, ricevettero le "sovvenzioni" da Mosca, ebbero, forse, quell'accoglienza?
Eppure, mettendo sulla bilancia le colpe, sicure quelle della sx, molto più di quelle di Craxi, a nessun "capopolo" della sx fu riserbato tale trattamento.
Eppure si trattava di TRADIMENTO della patria. Altro che tangenti! Ma per certa gente la patria non è un valore. Già ... !

Anonimo ha detto...

1) Esponenti della sx che, a suo tempo, ricevettero le "sovvenzioni" da Mosca, ebbero, forse, quell'accoglienza?

certo che no, neanche quelli che ricevevano i soldi dagli usa hanno mai potuto ricevere tale accoglienza e la ragione è semplice: Craxi rubava i soldi allo Stato italiano cioè dalle nostre tasche, le sovvenzioni dei paesi esteri sono soldi esteri e non certo italiani,semmai dovevano essere i cittadini russi a prendere a monetine i loro governanti

ma che paragoni insulsi fai?


2) Eppure, mettendo sulla bilancia le colpe, sicure quelle della sx, molto più di quelle di Craxi, a nessun "capopolo" della sx fu riserbato tale trattamento.

se magari scrivi quali sono le "colpe" (ti ricordo che di colpe non è mai stato arrestato nessuno, quelli si chiamano reati)tutti te ne sarebbero grati, anche perchè chiunque di noi può sporgere denuncia...ma sono sicuro che hai delle notizie di reato scottanti con nomi, date e persone? vero?


3) tradimento della patria? su quali basi? porta i fatti (articoli del codice penale correlati a fatti realmente accaduti)e non sparare a vanvera opinioni: se ti riferisci al dossier Mitrokin mi sa che hai preso (come al solito) un'altra cantonata.

Presidente della commissione fu nominato Paolo Guzzanti di Forza Italia.

Guzzanti reperì copie di fascicoli segreti anche in Germania e Ungheria. Dall'insieme dei documenti esaminati emerse come fin dagli anni '50 il KGB pagasse degli informatori, reclutati anche tra i funzionari del PCI. Il nome più importante che compare nel dossier è quello di Armando Cossutta, l'ex presidente del PDCI, il quale ha ammesso di aver preso soldi dalla Russia. il reato dov'è? dove il codice prevede il reato e la pena?

Il 16 dicembre 2004, vengono rese pubbliche le relazioni finali (scaricabili dal sito internet del Parlamento Italiano).

I risvolti giudiziari: a seguito degli elementi acquisiti, la procura di Roma, iscrive nel registro degli indagati Romano Prodi e Massimo D'Alema e altre 19 persone. Successivamente alle indagini il 7 agosto 2004 il procedimento viene archiviato dalla stessa Procura di Roma per tutti i 19 indagati ancora in vita (due sono nel frattempo deceduti).

Anonimo ha detto...

infatti, e FALSA , ancorché iniei ad
ok ohhhva ben?

hooooo

Anonimo ha detto...

E' inutile, caro Anonimo giustamente indignato, è inutile cercare di presentare prove, documenti, cercare di far ragionare...che pessimismo mi coglie, quando leggo le rispose ai tuoi commenti...l'Italia è un paese al collasso, possibile che pochi se ne accorgano veramente?
Un caro saluto e auguri di un Natale sereno...quanto a me, odio questo periodo dell'anno falso e zuccheroso...come certa propaganda politica penetrata fin nelle più intime fibre degli adepti...

Irene

Anonimo ha detto...

http://Barbaneltik1.com

Anonimo ha detto...

http://Barbaneltik2.com