sabato 13 dicembre 2008

Scuola: c'è bisogno di un pensiero prevalente. L'uovo di giornata

Si corra ai ripari. Al più presto. Il presidente Berlusconi si lamenta della disinformazione prodotta dai giornali e dalle televisioni in questi mesi sulla riforma della scuola del Ministro Gelmini. Certo, chi poteva c’ha sguazzato, straparlando di attacco alla scuola pubblica, di macelleria sociale e altre bischerate ormai talmente abusate da suscitare nausea al solo accenno. Però la maggioranza non ha davvero gestito al meglio la questione. E’ lo stesso premier a suggerire la causa di questa confusione: piccoli (?) errori di comunicazione. Come si fa a non convocare una conferenza stampa dopo l’incontro con i sindacati, lasciando alla Trimurti tutta la scena, facendo passare il messaggio: “il governo cambia idea, perché l’abbiamo convinto noi”… E via con le dichiarazioni di giubilo delle opposizioni che han cantato vittoria per la resipiscenza del Ministro.

Anche oggi le dichiarazioni di Berlusconi e di altri esponenti della maggioranza discordano in modo esemplare. Più che il maestro unico ci vorrebbe un pensiero coerente. Uno dice: “non abbiamo mai parlato di maestro unico, ma di maestro prevalente”, l’altro dichiara: “d’ora in poi non ci saranno più compresenze, ma solo un modello: l’insegnante unico”. Qual è la versione corretta? Nel decreto, convertito in legge, si parla di “maestro unico”. Ma il ministro e il premier in una conferenza stampa di qualche settimana fa hanno parlato di “maestro prevalente”. Berlusconi diceva “maestro prevalente” e il ministro “maestro unico prevalente”. Definizione adottata proprio dal parere della Commissione Cultura della Camera. E allora, perché non chiamarlo così senza ulteriori tentennamenti? Niente da fare. Invece di continuare a fornire strumenti alla vituperata “disinformazione”, non sarebbe meglio mettersi d’accordo prima di parlare? (l'Occidentale)

3 commenti:

Anonimo ha detto...

C'è bisogno di coraggio.
Manifestazioni, scioperi, scioperi selvaggi, occupazioni, devastazioni, violenze ... è la tattica "democratica" della sinistra.
A questa tattica che, le sorprese non sono mai troppe, può condurre a disordini e caos in tutto il paese, il governo risponde con la codardia, cioè facendosela sotto ... e il gioco degli avversari è tutto qui ...
Che cosa temono i nostri governanti? Un "casino" talmente grosso, con incidenti talmente gravi, da cui deriverebbero "Governo fascista" e "Polizia assassina", da cui ancora deriverebbero sommosse (vedi Grecia) tali da far dire all'opposizione: "Elezioni anticipate!":
E qui sta il succo della questione.
Mentre quando la sx è al governo, l'unico ostacolo che incontra sta nelle sue proprie maggioranze, la dx invece se la deve vedere con una tattica "sovversiva" ed "eversiva" che, a furia di disordini, crea un subbuglio tale da paralizzare il governo o, meglio ancora (per loro, s'intende!), da costringerlo a dimettersi.
I giochi sono aperti, le carte sono in tavola ... rien ne va plus!
Matteo

Anonimo ha detto...

rien ne va plus!
rien va plus!

Anonimo ha detto...

Rien va plus, le jeux sont faits!
Ecco, così mi piacedi più!
ok