mercoledì 4 novembre 2009

L'inutile Europa ci toglie pure il crocifisso. Ida Magli

Le religioni non sono monete. Fare l’unificazione europea a tavolino, cominciando astutamente dall’economia e dalla moneta, ha permesso finora di tenere basso lo scontro con ciò che veramente crea i popoli ed è creato dai popoli: i loro sentimenti, le loro fedi, il loro spirito, il loro passato, la loro storia, le loro tradizioni, i loro valori, i significati che i popoli assegnano al loro «essere se stessi». Le religioni praticamente sono il contenitore di tutto questo, lo rispecchiano nel momento stesso in cui lo plasmano. Noi possiamo cercare di spiegare in termini teologici le differenze fra la Chiesa cattolica e quella ortodossa, oppure fra quella ortodossa e le varie chiese riformate, ma che non sia stata la teologia a crearle si vede a occhio nudo: il rituale ortodosso con la solennità dei suoi gesti, con il calore dei suoi canti, con l’intensa calma passione delle sue icone, è frutto dell’anima russa, di nient’altro che del popolo russo. Nessun inglese, nessuno svedese avrebbe mai potuto produrlo.
I politici che hanno progettato l’Unione europea hanno affermato che ci univamo perché eravamo uguali; ma nelle religioni non si è, non si può essere uguali, perché appunto, come le lingue, esse si differenziano in funzione della diversità dei popoli. Adesso, dunque, è giunto per l’Ue il momento più difficile: vivere l’unione senza isterilirci, senza morire. Questo significa per prima cosa salvaguardare i segni visibili dell’appartenenza religiosa. In Italia l’architettura, le rappresentazioni pittoriche, i crocifissi, le innumerevoli Madonne, fanno parte della storia, dell’arte, delle tradizioni di un paese che si è talmente alimentato, lungo lo scorrere dei secoli, della bellezza del Vangelo che sarebbe impossibile immaginare un S. Francesco senza il dolce paesaggio dell’Umbria, un S. Benedetto senza l’ordinata gravità del lavoro romano, un Raffaello senza l’innamorata contemplazione della Vergine Maria. Oggi si vogliono togliere i crocifissi dalle aule nelle scuole pubbliche; per proteggere, come si afferma, la libertà degli studenti. Ma anche le migliaia di edicole della Madonna, che proteggono i viandanti agli incroci delle strade, sono «pubbliche»; presto qualcuno, giustamente, vorrà che vengano eliminate. Guardiamo bene in faccia il prossimo futuro: se nell’Ue per essere liberi bisogna che in pubblico vengano cancellati tutti i segni che indicano un’appartenenza, questo significa che nessun popolo sarà più un popolo, salvo che si ritenga che possa farci sentire «Popolo» l’esposizione nelle scuole e agli angoli delle strade della faccia di Barroso. Il «privato» non crea un popolo, ed è questo che succederà: tutte le differenze saranno costrette a vivere, o a sopravvivere, nell’ambito del privato e l’Europa sarà debolissima perché saranno a poco a poco cancellati, anche nella memoria, i tratti distintivi che legano fra loro i popoli che la compongono.
Toccare le abitudini religiose significa toccare l’anima dei popoli. Cosa pericolosissima, anche là dove sembra, come in Europa, che le fedi siano ormai sbiadite, la partecipazione ai precetti in declino. Questo è un punto di cui i governanti, anche quelli ecclesiastici che hanno aderito alla realizzazione dell’Unione europea, non hanno tenuto conto: la scarsa aderenza visibile ai dettami delle Chiese, soprattutto nell’area occidentale, non significa l’abbandono, ma piuttosto, insieme allo sviluppo sempre maggiore del pensiero critico, un bisogno religioso anch’esso critico, profondo, difficile da esprimere, ma esigentissimo, «vero», che finora la chiesa cattolica non ha saputo esaudire. Ma, proprio perché i cristiani oggi conoscono meglio il significato di una religione, la loro ribellione scatterà di fronte alla pretesa dei governanti di togliere i crocifissi dalle scuole più che a un’imposizione di uguaglianza di carattere dottrinale. Perché questo, in Europa, tutti lo sappiamo bene; sono stati i nostri più grandi pensatori a insegnarcelo, da Platone a Cartesio a Leopardi: «Essere, è essere diverso».
I governanti italiani, dunque, si muovano subito; nell’interesse dell’Italia, ma anche dell’Europa. Bisogna istituire a Bruxelles l’abitudine a innumerevoli «eccezioni»... (il Giornale)

8 commenti:

Anonimo ha detto...

Strasburgo, durante la cena degli idioti, farebbe bene a prendere in seria considerazione le gravi violazioni dei diritti umani che vengono compiute ogni giorno nei paesi islamici.
Per dire l'ultima, in Somalia, si legge (corriere delle sera):
!!!!!!!!
Adultero giustiziato: è stato lapidato
L'amante sarà punita dopo il parto
13:04 ESTERISecondo i gruppi Al Shabab, che controllano il Sud del Paese, l'uomo avrebbe confessato davanti a un tribunale islamico. L'anno scorso stessa sorte per una tredicenne
!!!!!!!!!!
NO COMMENT

Anonimo ha detto...

crocefisso

http://www.ilgiornale.it/interni/caro_gesu_chi_vuol_cancellarti_ha_gia_perso/07-11-2009/articolo-id=397033-page=0-comments=1

diritti umani

http://www.corriere.it/esteri/09_novembre_07/somalia-adultero-lapidato_606d7ad0-cb72-11de-8d35-00144f02aabc.shtml

Anonimo ha detto...

potete per favore spiegare alla signora ida maglie che l'europa non c'entra nulla con la storia del crocifisso?

per la verità la cantonata l'ha presa anche il cardinal Bertone che si è visto rispondere dalla UE "noi non c'entriamo nulla con il consiglio d'Europa"

Infatti la Corte Europea dei diritti dell'uomo (CEDU) è stata istituita dalla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, per assicurarne il rispetto. Ha sede a Strasburgo.

Non è un'istituzione dell'Unione Europea e non va confusa con la Corte di giustizia, che invece lo è ed infatti fanno parte paesi come la macedonia il montenegro la russia ecc ecc
cazzo,ma studiare prima di dire boiate no?

Anonimo ha detto...

per rispondere all'ignorantone che cita la somalia: solo la Corte Internazionale di Giustizia dell'Aia (che dipende dall'ONU e non dall'Europa) può interessarsi di questi crimini somali.

né la Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo (parte del Consiglio d'Europa)e neache la Corte di giustizia delle Comunità europee possono occuparsi di queste cose.



e continuiamo a non informarci...

maurom ha detto...

Grazie delle giuste precisazioni, gentile Anonimo.

I blog servono anche a far circolare le informazioni e le idee: a volte le informazioni non sono impeccabili; ben venga, dunque, chi può correggerci.

Anonimo ha detto...

Maurom scusa per la foga e la veemenza con cui mi sono scagliato ma come ben saprai nessun tg ha mai dettagliato questa questione, facendo sempre confusione tra Ue e CEDU (non CEPU ) ...anche feltri sul giornale, il corriere ecc ecc
persino il Vaticano con il Cardinal Bertone (solo perchè si sono legati al dito il mancato riferimento delle radici cristiane nella nuova cost europea o forse perchè anche loro non si sono informati)

Anonimo ha detto...

I blog servono anche a far circolare le informazioni e le idee: a volte le informazioni non sono impeccabili; ben venga, dunque, chi può correggerci.


Rimane il fatto che il crocefisso fa scandalo (specie agli isamici). Non vengono mai in primo piano gli orrori che negli stati islamici sono all'ordine del giorno in nome proprio di quella religione che si sente nel diritto di protestare con fanatismo per l'esposizione del crocefisso.
A caso loro ... ! Altro che esposizione del crocefisso!

Anonimo ha detto...

Non vengono mai in primo piano gli orrori che negli stati islamici sono all'ordine del giorno in nome proprio di quella religione che si sente nel diritto di protestare con fanatismo per l'esposizione del crocefisso.


questo perchè dai peso ai media italiani, piccoli senza mezzi attaccati alla politica

prova a farti un giro sulla BBC on line
le notizie dal mondo arrivano prima lì poi sui siti italiani (sperando che le pubblichino)