martedì 26 gennaio 2010

C'era Delbono a Bologna

La vicenda delle annunciate dimissioni del sindaco di Bologna dimostra ancora una volta la faccia di bronzo dei compagni.

Se Flavio Delbono ha la coscienza a posto, non dovrebbe dimettersi: la giustizia faccia il suo corso e alla fine ci sara' l'assoluzione.
Se, invece, il suo comportamento non è stato specchiato, si è dimesso troppo tardi, vanificando la possibilità di accorpare le amministrative alle regionali.

Ma quello che sconcerta è la "beatificazione" del sindaco uscente da parte del Pd che vorrebbe far passare le dimissioni come la dimostrazione di chi abbia anteposto la città ai propri interessi, mentre qualcuno più in alto (ogni riferimento a Berlusconi è puramente casuale) non si dimette.

Altro motivo di scandalo sono i viaggi, anzi le missioni, che gli assessori fanno spesso e in luoghi esotici a spese nostre: mai una trasferta in Albania per vedere da vicino i guasti del comunismo...

Ultima nota, ma non ultima per gravità, è il fatto che per l'inchiesta a carico di Delbono, aperta in campagna elettorale, era stata chiesta, dal Procuratore generale ora in pensione, l'archiviazione.
Il nuovo Procuratore ha ritenuto, invece, che fosse necessario proseguire nelle indagini e, a questo punto, sono fioccati gli avvisi di garanzia.

Allora la faccia tosta sta nel voler ribaltare la realtà: un sindaco che si presume portasse con sè la fidanzata in "missione" a spese dei contribuenti, che viene raggiunto da avvisi di garanzia, si dimette per il bene della sua città tre giorni dopo il termine utile per accorpare le elezioni, determinando un lungo commissariamento?

Facciamo male a pensare che sia stato costretto dai compagni a togliersi di mezzo perché oramai si era bruciato?
Si fa peccato a ritenere che si sia voluto spegnere il faro che illuminava troppo da vicino il modo di agire di certe amministrazioni?
Nessuno ha difeso Delbono quando sono arrivati gli avvisi, ma ora è un "santo" per aver dato le dimissioni: come mai i compagni non hanno preso posizione subito a suo favore?
Forse è una prassi quella di spendere i soldi dei contribuenti in modo allegro e senza regole?

La mela marcia è stata tolta dal cesto in fretta e furia per scaricare il compagno che forse ha sbagliato.
Ma non importa se è colpevole o innocente: l'importante è aver salvato la faccia (di bronzo) del partito.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

sono pienamente d;accordo con lo scritto, principalmente con il fatto che se non fosse stato per il nuovo Procuratore tutto sarebbe stato archiviato,alla faccia della serieà e dell;onesta del partito della maggioranza del Sindaco spero che i bolognesi siano più attenti a chi dare il loro voto m.t.

Anonimo ha detto...

sintesi perfetta! in tutta questa vicenda dalla quale trasuda l'ipocrisia della classe dirigente italiana in generale, sinistrorsa bolognese nel particolare, i veri penalizzati sono i cittadini bolognesi che, dopo il disastro Cofferati, vedranno la propria città restare ferma nel limbo del commissariamento e della campagna elettorale permanente per ancora troppo tempo.Che rabbia!

Tetsuo ha detto...

Preciso subito che Del Bono ha fatto bene a dimettersi se è stato rinviato a giudizio o se su di lui sono presenti fondati elementi di indagine.

Ma non riesco a capire questo doppiopesismo che se è indagato uno di sinistra è un criminale prima del processo, mentre se è indagato uno di destra è un santo fino alla cassazione.

Inoltre hai scritto:

"un sindaco che si presume portasse con sè la fidanzata in "missione" a spese dei contribuenti"

"Forse è una prassi quella di spendere i soldi dei contribuenti in modo allegro e senza regole?"

Mi dici che c'è di diverso dai voli di stato usati dalle ballerine, escort, cantastorie che andavano in sardegna da Berlusconi?

Se il principio (GIUSTISSIMO) è che lo stato paga perchè si usino mezzi e risorse per LAVORARE, allora non capisco perchè portare la ragazza è una zozzeria immonda, portare 20-30 ragazzette invece è lecito.

Ribadisco che per me sui voli di stato e nelle missioni ci devono andare solo gli interessati (a meno che non stai fuori mesi interi ed è giusto avere la possibilità di portarsi la "famiglia").

Acchiappabufale ha detto...

la decisione del Tribunale dei ministri
Voli di Stato, archiviazione per Berlusconi
Il premier risultava indagato dalla Procura di Roma
per abuso d'ufficio e peculato

ROMA - Il Tribunale dei ministri ha archiviato l'inchiesta sui cosiddetti voli di Stato nella quale risultava indagato dalla Procura di Roma per abuso d'ufficio e peculato il premier, Silvio Berlusconi. Le indagini riguardavano alcuni voli avvenuti il 24, 25 e 31 maggio nonché il 1 giugno scorso sui quali erano presenti diversi ospiti del presidente del Consiglio trasportati a Villa Certosa, in Sardegna.

MOTIVAZIONI - A chiedere l'archiviazione al Tribunale dei ministri era stata la stessa Procura di Roma nei mesi scorsi. Secondo quanto si legge nelle motivazioni dell'archiviazione per quanto riguarda la notizia di reato di abuso d'ufficio tale ipotesi «deve essere necessariamente esclusa per la mancanza del presupposto della violazione di norme di legge e di regolamento, essendo la materia interamente regolata da direttive della Presidenza del consiglio dei ministri». Analoga insussistenza per quanto riguarda l'ipotesi di peculato viene rilevata dal Tribunale dei Ministri: «Vanno condivise le argomentazioni esposte nella richiesta di archiviazione avanzata dal pm, non essendo emersi casi di trasporto di soggetti estranei alle delegazioni in assenza del presidente del consiglio dei ministri». Ovvero per il Tribunale i passeggeri non autorizzati erano comunque sempre in compagnia del premier. L'inchiesta si riferiva a voli di Stato atterrati all'aeroporto di Olbia, in occasione di feste a Villa Certosa, effettuati il 24, 25 e 31 maggio e il primo giugno 2008. A bordo degli aerei, oltre al premier, ospiti tra cui il cantante napoletano Mariano Apicella e alcune ragazze.

corriere.it

Anonimo ha detto...

Ora tutta la politica è gestita
e pilotata dalla stampa.
Chi sarà mai il padrone di quasi
tutta la stampa un Italia?
E come mai tutti gli scandali hanno una regolare scadenza vicina
ad elezioni? Rifletete!!

Acchiappabufale ha detto...

L intrecccio tra stampa e politica è rilevante :

per esempio l udc nel 2008 "ha ricevuto quattro milioni e 400mila euro: la metà sono irrintracciabili, perché la legge prevede che siano rese pubbliche solo le sottoscrizioni superiori ai cinquantamila euro.
Ebbene, sui 2.272.832 euro restanti, 2.150.000 - cioè il 94 per cento - sono giunti dai Caltagirone."

Ovviamente caltagirone è editore del messaggero nonchè suocero di casini.

se andiamo a vedere la stampa appartiene alla fiat, il corriere alle banche, repubblica a de benedetti, libero e riformista ad angelucci, il giornale a berlusconi, il sole a confindustria ecc...

non esiste ( per fortuna) un padrone unico della stampa italiana