giovedì 15 aprile 2010

Elogio della scorrettezza. Tiziana Maiolo

Se qualcuno ti dice che Gino Strada, il fondatore di Emercency che rivendica il suo diritto a fare politica antiamericana e antiNato in Afghanistan, è “politicamente corretto”, sii scorretto.......
Se qualcuno ti dice che è “politicamente corretta” la lobby degli omosessuali che tira la croce addosso al cardinal Bertone perché ha sostenuto che se un prete molesta un ragazzotto di 16 anni è un omosessuale più che un pedofilo, sii scorretto.
Se qualcuno ti dice che è “politicamente corretto” l’imprenditore di Adro che ha staccato un assegno compassionevole per famiglie un po’ bisognose e un po’ furbine che non pagavano la mensa dei bambini, e ha colto l’occasione per farci una predica, a noi razzisti e senza cuore, sii scorretto.
Il tiro allo scorretto sta diventando sport nazionale. Sarà sollevato il premier Silvio Berlusconi, che non è più il bersaglio unico degli squadroni del “politicamente corretto”, cioè di quelli “bravi”, cioè di quelli moralmente superiori, quelli più colti, tanto colti che si fanno riprendere sempre davanti a una libreria. Quelli della doppia morale, una per sé e una per gli altri. Il più scorretto di tutti è indubbiamente oggi il signor Oscar Lancini, sindaco di Adro, paesotto del nord-est “leghista, razzista, ista, ista, ista…”. Già tutte queste desinenze non gli giovano, ma questo sindaco è reo di aver chiesto quell’applicazione delle regole che ai nostri “corretti” politici e giornalisti di sinistra stavano a cuore solo quando per esempio il Pdl doveva presentare le liste alle elezioni regionali. Allora si, che l’osservanza delle regole era fondamentale! Perché, come diceva il buon Benedetto Croce, la forma è sostanza. E questo è vero. E’ tanto vero che se in una scuola o un asilo per fruire della mensa scolastica occorre pagare due euro al giorno, questi due euro vanno pagati. Tutti i Comuni italiani, comunque governati, contribuiscono inoltre in tutto o in parte al pagamento delle quote delle famiglie a basso reddito. Così come contribuiscono per l’affitto della casa, per sostenere anziani e disabili. Perché l’Italia è un paese compassionevole e ad alto livello di welfare. Chi non ha i soldi si rivolga dunque ai servizi sociali. Ma gli altri per favore paghino. Ma che cosa succede se nonostante questa possibilità ci sono famiglie, di italiani e stranieri, le quali prima sottoscrivono l’abbonamento alla mensa e poi si rendono morose? Vediamo come si comporta un grosso comune dell’hinterland milanese amministrato dalla sinistra per come viene raccontato alla trasmissione “La Zanzara” di Giuseppe Cruciani a Radio 24 da un ascoltatore che ha fatto parte, nella sua veste di genitore, della commissione-mensa di una scuola. Che cosa fa dunque la sinistra? Mette i tornelli alla mensa, dice l’ascoltatore, in modo che, quando il bambino striscia con il suo badge, se la tessera è scarica perché la famiglia non ha pagato, il bambino non entra in mensa. Dunque non mangia. La sinistra non mette nessuno “ a pane e acqua”, semplicemente non dà ai bambini neanche il pane e l’acqua. Chiude loro la porta in faccia. Che cosa ha fatto invece il Comune di Adro? Prima ha fatto un censimento. Su 601 bambini iscritti a scuola, 136 vanno a mangiare a casa, non essendo il servizio mensa obbligatorio. I restanti devono pagare. Ma accade che alcuni abbiano fatto i furbi, cioè si sono iscritti ma non hanno pagato: i genitori, ovviamente, non i bambini. Quindi questi sono rimasti senza mensa. La scuola, compassionevole, ha dato loro dei sandwich. Ma le famiglie che, invece di portare i figli a casa a mangiare, li hanno abbandonati a scuola senza cibo, saranno in qualche modo sanzionate dagli squadroni del “politicamente corretto”? Nessuno mette in discussione la loro patria potestà, invece di denunciare il Comune per aver lasciato i bambini a “pane e acqua”? E’ a questo punto che arriva “lui”, un signore che si chiama come il sindaco ma non è parente, che si spaccia per “figlio di un mezzadro” e invece suo padre era un impiegato del settore pubblico, che dice di aver votato Formigoni e invece, a quanto pare, ha sostenuto una lista dell’opposizione al Comune di Adro. Un politico “politicamente corretto”, insomma. Il signore stacca un assegno di 10.000 euro, ma non lo consegna fino a che non ha la garanzia che venga resa pubblica una sua predica in cui taccia di razzismo i suoi concittadini, li divide tra buoni e cattivi, grida al mondo la propria diversità, la propria superiorità. Lui è il “buono” della cultura contadina dell’Albero degli zoccoli, insopportabile film di uno dei più melensi registi italiani, Ermanno Olmi. E’ l’insopportabile “politicamente corretto” che emerge dalle nebbie padane e diventa l’eroe di politici e giornalisti di sinistra. Ma non degli abitanti di Adro, che si ribellano, tanto che 405 famiglie dichiarano che non pagheranno più la mensa, dal momento che ad essere nella legalità e nell’osservanza delle regole si guadagnano solo svantaggi e insulti. Bel risultato, eh? Adesso il signore “buono” pagherà la mensa per tutti, in nome dell’uguaglianza sancita dalla Costituzione?I cittadini di Adro hanno votato al 60% il loro sindaco, proprio come la maggioranza degli italiani, al nord come al centro e al sud ha votato e continua a votare Silvio Berlusconi. Tutti scorretti, e fieri di esserlo. Come noi. (il Predellino)

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Condivido tutto, tranne il fatto che sia melenso o insulso L'ALBERO DEGLIZOCCOLI ed ERMANNO OLMI: è un capolavoro in tutti i sensi! Forse chi così si è espresso non sa nulla della realtà della bassa bergamascadell'epoca, come io non potrei forse apprezzare un film con ambientazione a me lontana(sud Italia).
Quindi andiamoci piano con lo sparare sentenze quando non si conoscono le realtà, gli ambienti e la storia!

Anonimo ha detto...

Sono pienamemte d' accordo su quanto ho letto, vorrei solo che lo potessero leggere tutti su OK NO. Ma forse, non tutti potrebbero capire, anzi troverebbero il modo di commentare in negativo.