giovedì 20 maggio 2010

Michele intercetta la cassa Rai. Paolo Pillitteri

Faceva un po’ ridere,in queste ore, il dibattito infuocato al senato fra sostenitori delle intercettazioni, fra cui un avvocato di grido, il senatore Luigi Li Gotti e il sottosegretario alla giustizia, Giacomo Caliendo, già ottimo magistrato. Faceva ridere, cioè, il ribaltamento delle posizioni: l’avvocato scatenato a favore delle intercettazioni a go go, a strascico, a tutto gas, manco fossimo nella Germania dell’Est e della Stasi; l’ex magistrato, invece, molto più cauto, prudente, preoccupato delle violazioni della privacy, consapevole dei costi e dell’uso e abuso, dei tempi delle intercettazioni prive di sostanziali necessità. C’era poi un altro dettaglio in un siparietto mediatico che faceva quasi piangere, per l’insulsaggine dell’assunto di una parlamentare o esponente della società civile (de sinistra). Ha inneggiato all’uso delle intercettazioni (e dei Pm) perché lei non ha nulla da temere, non ha nulla da nascondere, ha la coscienza pulita, pura e trasparente come un foglio candido, extrastrong. Il problema, signora mia, non è il timore o meno di finire nella rete a strascico del grande orecchio di Genchi, o di avere la coscienza pulita, immacolata, lavata (con Perlana?), il problema è in sè. Riguarda lo strumento di intercettazione e la violazione della privacy, l’irruzione immotivata nella tua vita, l’essere sbattuti, senza un perché, in prima pagina da stampa e Tv. Il problema è, dunque, la tua libertà, la tua esistenza, il tuo diritto al privato. Altrimenti siamo in uno stato di polizia. E, infatti, ci siamo molto vicini. Il dibattito sulle intercettazioni rivela questo strato limaccioso al fondo della nostra società, in un mix di rancore, giustizialismo, invidia sociale e antipolitica, dove risultano pressochè inconciliabili i grandi principi di una cultura liberale e di una giustizia gestita con tutti i crismi delle garanzie per il cittadino. Sicchè, lo stesso dibattito nella società civile, sulla stampa e persino fra gli editori, è stato manipolato e mutato in una sorta di ordalia manichea pro o contro il governo, a favore o contro le intercettazioni, fra onesti e disonesti, ponendo i primi fra coloro che non hanno paura delle intercettazioni e i secondi fra quelli che le vorrebbero ma solo se indispensabili, in caso di gravissimi indizi.

Come ai tempi delle grandi firme da apporre: contro gli Usa nel Vietnam, contro Calabresi, contro la Dc, contro Agnelli&Pirelli ladri gemelli, contro Reagan, contro Craxi, contro Bush, e, soprattutto contro Berlusconi, le case editrici hanno firmato contro. Unica eccezione, la presidente di Mondadori, Marina Berlusconi, detta anche “buon sangue non mente”, anche per aver difeso gagliardamente il padre sulla vicenda di Saviano. Ma per una Marina che non ha paura di aver coraggio c’è anche chi ha il coraggio di non aver paura di passare all’incasso, dopo aver gestito per mesi le due o tre ore di “AnnoZero” i cui testi sono stati, prevalentemente, le dichiarazioni di pentiti, come Spatuzza contro Dell’Utri o di collaboranti come Ciancimino jr, sempre contro Dell’Utri. E neppure sono mancate le intercettazioni recitate, lette con passione, interepretate a regola d’artre, fornendo aiutini e aiutoni a Pm poi diventati deputati europei, dopo aver sfasciato ministri e governi (di sinistra) con inchieste finite in un (quasi) flop. Da Marina Berlusconi a Michele Santoro, due capitoli dello stesso canovaccio. Con una differenza: che della prima si può parafrasare quanto ebbe a dire di Anna Kuliscioff (la compagna coraggiosa e volitiva di Turati) lo storico Antonio Labriola in una lettera ad Engels: “A Milano non c’è che un uomo, che viceversa è una donna, la Kuliscioff”. Del secondo, il mitico giacobino un tanto al chilo Michele chi? Santoro, si può concordare coll’affilato giudizio di Aldo Grasso, “è sempre in missione per il suo ego: dalla trincea all’incasso”. (l'Opinione)

2 commenti:

Staff Poesia Economia ha detto...

Premier Nostro
che sei al governo
sia ricordato il tuo nome
venga il tuo potere
sia fatta la tua volontà
come in governo
così in parlamento
dacci oggi il nostro lavoro quotidiano
concedi a noi leggi eque e giuste
come noi concediamo al tuo partito i consensi
non ci indurre in scioperi e manifestazioni
ma liberaci dalla disoccupazione
E così sia!

MI CONSENTA: Caro Premier SI SVEGLI! Sono i giovani il futuro dell'ITALIA e LEI per i giovani NON STA FACENDO NULLA!!!

http://poesiaeconomia.myblog.it

Anonimo ha detto...

meno male che...il condono edilizio c'è

grazie Silvio