martedì 19 aprile 2011

L'ingrata Stefania Craxi ha scaricato Berlusconi. Vittorio Sgarbi

«Silvio Berlusconi deve passare la mano». A sostenerlo - sul numero di «A» in edicola domani - Stefania Craxi, deputata Pdl e sottosegretario agli Esteri. «È ora di aprire una stagione nuova, con idee e uomini nuovi. Perché, direbbe mio padre, “non era questa l’Italia che sognavo; derisa all’esterno e miserabile al suo interno”». La figlia dell’ex premier socialista non boccia il Cavaliere solo sul piano politico, ma anche personale: «Silvio deve uscire di scena nel modo giusto, non può essere travolto dal ridicolo. Deve smetterla di raccontare queste barzellette oscene: non gli fanno onore e non fanno ridere». Infine, l’affondo sulle feste ad Arcore: «La magistratura deve perseguire il reato e non moralizzare la società. Ma quello che è successo non è stato un spettacolo bello».

Risulta che il presidente della Repubblica si sia mai in­dignato per gli insulti (le offe­se) pubbliche, gli sputi, le scritte sui muri, le contume­lie in Parlamento, le aggres­sioni anche fisiche nei con­fronti di una istituzione co­me la presidenza del Consi­glio, nella persona del presi­dente, e di esponenti del suo governo e della sua maggio­ranza, con un pubblico mes­saggio diramato a tutti i gior­nali, le televisioni e le agen­zie di stampa? Risulta? No, non risulta. E risulta che ab­bia stigmatizzato, redargui­to, richiamato alla loro re­sponsabilità e ai loro doveri i magistrati della procura di Milano che hanno consenti­to la diffusione di intercetta­zioni, di conversazioni di un parlamentare che è anche presidente del Consiglio, vio­lando l’articolo 68 della Costi­tuzione? E quindi non rispet­tando i più elementari doveri della loro funzione? No, non risulta. Risulta che abbia tute­lato un potere dello Stato da una aggressione che, ben ol­tre i confini della responsabi­lità penale, i magistrati han­no portato all’estremo della più violenta diffamazione violando la privacy di perso­ne non indagate con un insi­nuante e negativo giudizio morale? È lecito che la magi­stratura determini un clima palesemente denigratorio compiacendosi di mostrare e rivelare comportamenti pri­vati all’opinione pubblica? Non è apparsa esagerata e pretestuosa la trasformazio­ne di una telefonata in «con­cussione » e di cene in orge? Lo sputtanamento di Berlu­sconi è arrivato a limiti pre­meditati. E invece solenne è stata la deplorazione, enor­me lo sdegno e irrinunciabile l’indignazione per un manife­sto da tutti giudicato orribile, in cui si accostavano le Briga­te rosse ai magistrati di Mila­no. Immediato messaggio del capo dello Stato, solida­rietà incondizionata ai magi­strati. Peccato che Napolita­no abbia trascurato di ricor­dare che il responsabile del­l’ignobile documento era un uomo politico, il sindaco di Turbigo, già arrestato ingiu­stamente, tenuto in carcere per quasi cinquanta giorni e poi riconosciuto innocente. Chiunque abbia stabilito quell’iniqua detenzione ha di fatto esercitato un’azione indebita, nella sostanza equi­valente a un sequestro di per­sona, tipico del tribunale del popolo istituito dalle Brigate rosse. Roberto Lassini, presi­dente della associazione che ha diffuso il manifesto, è sta­to vittima di una grave ingiu­stizia che non ha determina­to nessuna indignazione e nessuna reazione di Napoli­tano. Mi pare che un arresto sbagliato sia più grave di un manifesto e mi pare che l’in­sensatezza di accuse di con­cussione e prostituzione mi­norile nei confronti del presi­dente del Consiglio sia così evidente da apparire prete­stuosa e mossa da altre an­che eversive finalità. Ne ab­biamo una prova nelle paro­le di Alberto Asor Rosa che in­neggiano a un colpo di Stato militare di fronte alla gravissi­ma emergenza dei reati di te­lefonate e di cene. E, ancor più incredibile, la presa di po­sizione di Stefania Craxi, sot­tosegretario agli Esteri che, ri­muovendo la memoria del­l’accanimento (non privo di fondamento) giudiziario nei confronti del padre, mostra di dar credito alle accuse del­la procura a Berlusconi, non apprezzandone la maliziosa natura diffamatoria. Così do­po aver mostrato la sua indi­gnazione per le barzellette del premier dichiara, credu­la, e senza porsi domande sul­la natura dell’inchiesta: «La magistratura deve persegui­re il reato e non moralizzare la società. Ma tutto quello che è successo non è stato uno spettacolo bello». Stefa­nia Craxi dimentica che lo spettacolo non è stato voluto da Berlusconi ma realizzato, a suo danno, senza alcuna uti­lità se non di contrapposizio­ne politica, dalla Boccassini e dai magistrati tutelati da Na­politano. Di quello spettaco­lo Berlusconi avrebbe fatto volentieri a meno. L’esalta­zione di Veronica Lario inna­m­orata prescinde dalla consi­derazione che fu proprio la moglie a scrivere la sceneg­giatura di quello che i magi­strati avrebbero oscenamen­te rivelato. Nessuna indigna­zione di Napolitano e, ora, la sorprendente censura di Ste­fania Craxi che applica alla in­significante storia dei piace­re privati del presidente del Consiglio quel giudizio mora­­listico che rimprovera ai ma­gistrati. Questa inutile vicen­da di Ruby, Minetti, Mora e Fede è completamente priva di senso ma costituisce la più clamorosa e cinica manifesta­zione della macchina del fan­go che Roberto Saviano, abil­mente denuncia in funzione contro di lui. In realtà come dimostrano le incredibili rea­zioni di Stefania Craxi la «macchina del fango» ha otte­nuto grandi risultati crimina­lizzando, per i suoi comporta­menti privati, il presidente del Consiglio. Nell’assoluto silenzio di Napolitano preoc­cupatissimo per il pericolo contro la Costituzione, con­tro la democrazia, contro la magistratura costituito da Ro­berto Lassini e il suo provoca­torio manifesto. Nessun pro­blema per i processi inutili, sbagliati, infamanti. Grande preoccupazione per lo sfogo di una vittima su rossi manife­sti. (il Giornale)

3 commenti:

Anonimo ha detto...

bisogna colpirli tutti...chi sgarra fango addosso!!!
basta dire qualcosa contro il padrone che tutti i cortigiani si scagliano contro

il popolo delle libertà...concesse ai servi

maurom ha detto...

Il titolo è un po' forte, ma dal testo si evince che anche Stefania Craxi è stata tratta in inganno dalle accuse artatamente costruite dalla procura.

Sgarbi è infallibile nell'interpretare le azioni di Berlusconi ed è acutissimo nell'analisi del momento politico.

Anonimo ha detto...

colpirli tutti
chi sgarra la cieca obbedienza al padrone viene annientato

sempre più popolo delle libertà...di aggredire chi non la pensa come lui