giovedì 23 agosto 2012

Le manfrine di Rosario Crocetta. Enzo Nardi

Fino a ieri non conoscevo il sig. Rosario Crocetta. Poi, questa mattina, in un Caffé del mio paesotto (trattasi di Macerata, detta anche la “ Micene delle Marche” nel senso dannunziano di città morta), dopo una breve colluttazione con un pensionato in canottiera che non vuole lasciarmi il quotidiano impiastricciato di marmellata, leggo una sua dichiarazione: «Se dovessi diventare presidente della Regione Sicilia, dirò addio al sesso e mi considererò sposato con la Sicilia».

Quindi, ancorché a fatica, visto che il pensionato come un forsennato continua a tirare le pagine, vengo a conoscenza di altre sublimi realtà di Crocetta che qui di seguito riassumo: mi piacciono gli uomini ma non sono mica come Berlusconi che, avvinto dalla lussuria e dalla peperina, ha mandato l'Italia in rovina, io piuttosto mi consegnerò alla Sicilia in purezza d'animo e di corpo.

Ed ora, cari lettori, comodamente seduto in poltrona, dopo aver lasciato al suo destino il pensionato dalla canottiera bianca (indossava, se a qualcuno interessa, anche un orribile paio di calzoni di raso rosso con la scritta Cementificio Siprox), rifletto. Perché Crocetta ha fatto una tale apologia della castità e suonato un dolce preludio alle nozze mistiche con la Politeia? Forse per mettere ancora una volta alla gogna l'insaziabile mandrillone di Arcore? Ma la goduria dovuta alla solita smaltatura di odio nei confronti dell'erotomane brianzolo – e ciò Crocetta doveva prevederlo – non poteva compensare lo sdegno della solita Paola Concia e di tutta quella cricca (piano con le parole, Enzo, rischi una condanna ai lavori forzati negli illuminati laogai della borghesia di sinistra) che Dante ficcherebbe nel canto quindicesimo dell'Inferno. D'altro parte molti avversari di Crocetta, nel tentativo di difendere il parente acquisito di Mubarak , hanno gridato che a loro non frega nulla dei costumi sessuali di un politico. Il ragionamento è in parte giusto (meglio un bravo medico che fuma sessanta sigarette senza filtro al giorno, piuttosto che un medico salutista ma somaro).

Ma non è questo il punto. Il punto è un altro e si chiama Udc. L'Udc, nota ninfomane sculettante della politica, in Sicilia, guarda un po', sostiene Rosario Crocetta, candidato del Pd. La cosa è davvero singolare. Non è facile per una devota vecchietta di Siracusa (con lo zendado nero in testa quando entra in chiesa) digerire un governatore gaio (stai attento con le parole, Enzo!). Io sono sicuro che l'Udc, con tutto quel pelo sullo stomaco prodotto da Alien Buttiglione, troverebbe facilmente il modo di operare la convergenza delle parallele e di disegnare triangoli con quattro lati. Ma ci ha pensato prima Crocetta (non escludo però un conciliabolo notturno con l'Udc per la stesura di un copione cattolicamente corretto). Insomma che ti fa Crocetta? Dice: «Sì, sono stato come Brunetto Latini (canto quindicesimo dell'Inferno) ma adesso sono puro siccome un angelo.» Praticamente Suor Crocetta. (il Legno storto)

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