domenica 3 marzo 2013

Sempre lo stesso errore. Barbara Di Salvo

              
  

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Ci risiamo. Anziché capire perché in tanti hanno votato Grillo, insultano gli elettori. Esattamente come hanno fatto per 20 anni con gli elettori di Berlusconi. Possibile che non capiscano che non serve a niente? Anzi, è pure peggio. Non fanno altro che compattarli, dando loro quel senso di appartenenza, di gruppo indifeso che lotta contro tutto e tutti. Quello che Grillo preferisce definire movimento non è altro che un partito politico a tutti gli effetti e come tale va affrontato. Anche in Cina ormai per legge lo smog deve essere chiamato “questione di particolato fine”, ma sempre smog resta. Inutile girare intorno alle parole, meglio badare alla sostanza.

E allora, come tutti i partiti politici, si tratta di un aggregato di persone che raccoglie consenso per ottenere il potere di governare, al fine cioè di imporre a tutto il Paese le proprie soluzioni, ricette, proposte, idee. Ebbene, è proprio sulle idee che, come tutti gli avversari politici, devono essere avversati, analizzandole, facendone emergere le contraddizioni, la non fattibilità, i costi, le conseguenze. È che bisogna usare la logica, riuscire a saper contrapporre idee diverse, ma soprattutto bisogna avere sia logica che idee. Forse è per questo che i più preferiscono usare gli insulti, non capendo che così stanno solo facendo il loro gioco, perché si mettono al loro livello e si fanno fregare con l’esperienza.

Questo voto è stato una sorpresa solo per chi, chiuso nella propria autoreferenzialità, non ha voluto capire il problema. Il copyright de La Casta è di Stella e Rizzo, nel 2007 è scoppiato un bubbone, ma nessuno si è preoccupato seriamente di affrontare il contagio. E questo è il risultato.

Per anni è montata la rabbia, gli italiani si sono sentiti inascoltati e non c’è niente che faccia imbestialire di più dell’indifferenza. Non liquidatelo come un semplice voto di protesta, ma valutatelo per quello che è: un urlo nel silenzio. Al di là dello zoccolo duro dei frequentatori del suo sito internet, fossero anche centinaia di migliaia, è statisticamente probabile che i milioni di persone che in modo trasversale hanno votato M5S non abbiamo la più pallida idea di quale sia realmente il programma di Grillo, ma è certo che vogliano essere ascoltati.

E allora, c’è una sola cosa che gli altri partiti, chiusi finora nei loro eremi, possano fare per sopravvivere: dimostrare di aver capito.

Solo se sono in grado di fare una seria autocritica, uscire dai palazzi, ammettere gli errori, mettere mano alla macchina statale per alleggerirla, ma soprattutto riformare la Costituzione per rendere governabile ed efficiente questo Paese ingessato, possono dimostrare di aver saputo ascoltare l’urlo degli italiani.

Tagliateli questi benedetti stipendi dei politici, fateli contenti e facciamola finita. Quando finalmente gli italiani capiranno che anche il tanto invocato dimezzamento di diarie e parlamentari avrà un’incidenza ridicola sul bilancio pubblico, almeno la finiremo con questa storia e potremo cominciare ad affrontare davvero la spesa pubblica, quella fatta di carrozzoni pubblici che soffocano l’economia.

Ed è solo a quel punto che il fenomeno Grillo si sgonfierà e potrà essere affrontato per quello che è. Una volta spuntata l’arma facile dell’antipolitica, si potrà tornare a fare politica, quella vera, fatta di idee, di fattibilità, di governabilità, di efficienza, di soluzioni, non di chiacchiere. Ed è lì che cascheranno, quando gli elettori cominceranno a rendersi conto che nazionalizzare banche, acqua e telecomunicazioni, aumentare la spesa pubblica per scuola e sanità, elargire redditi di cittadinanza a chi non lavora, tralasciando le altre amenità che si risolvono per lo più in un NO-tutto, non è la soluzione, ma il problema.

Perché un movimento di opinione che si è candidato a spazzare via i politici e vuole statalizzare tutto, non può fare altro che sostituire a capo di disastrosi carrozzoni pubblici, inefficienti municipalizzate, enti inutili, i vecchi politici con i propri politici, sempre calati dall’alto anche se si passa per un curriculum online. Non si tratta, quindi, di ridurre il peso dello Stato, ma di aumentarlo. Non si tratta di ridurre la spesa pubblica, ma di aumentarla. Non si tratta di liberalizzare, ma di irregimentare ancora di più l’economia, con decisioni che partono dal Governo e non dalla libera iniziativa degli imprenditori. Si tratta solo, quindi, di scalzare gli uomini al potere per sostituirsi a loro.

Potete anche chiamarlo particolato fine, ma sempre smog resta. (il Legno storto)

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