giovedì 25 luglio 2013

Ora lo dice anche il Garante: Raitre megafono della sinistra. Andrea Indini

Gubitosi aveva negato l'evidenza. Ma adesso l'Agcom interviene contro l'Annunziata e Floris: le trasmissioni In mezz'ora e Che tempo che fa sono usate come una vera e propria passerella per i vertici della sinistra. Il Pdl: "Ora riequilibrio"


Non che ci fosse il bisogno dell'imprimatur del Garante. Che la Rai, e in particolar modo Raitre, funga da megafono per la sinistra è un dato di fatto. Basta fare un rapido zapping da un talk show all'altro, da un telegiornale all'altro, da un salotto all'altro per respirare l'aria che tira.

Da In mezz'ora a Ballarò, da Che tempo che fa all'Arena. È un turbinio di militanza rossa. Nemmeno la grande migrazione a La7 di Michele Santoro, Marco Travaglio, Vauro e compagnia bella ha dato un po' di respiro agli studi di viale Mazzini. Tanto che oggi l'Agcom è arrivato a lanciare un appello netto ai programmi di Lucia Annunziata e Fabio Fazio affinché garantiscano "una maggiore presenza di esponenti del Pdl" nel ciclo 2013-2014. Nella speranza che, una volta invitati, non vada a finire come quando la direttrice dell'Huffington Post si è trovata davanti al segretario del Pdl Angelino Alfano e, presa dal livore, ha definito tutti gli eletti del Pdl "impresentabili".

In seguito all'esposto del capogruppo del Pdl alla Camera Renato Brunetta, il consiglio dell’Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni ha pubblicato l’esito dell’istruttoria avviata per "verificare il rispetto dei principi di parità di accesso e pluralismo politico" nei programmi In mezz’ora, Che tempo che fa e Ballarò nel ciclo di programmazione 2012-2013. Se da una parte ha giudicato la trasmissione condotta da Giovanni Floris "non lesiva dei principi di pluralismo", dall'altra l'Authority ha ordinato ai vertici di viale Mazzini di riequilibrare gli altri due programmi garantendo una maggiore presenza di esponenti del Pdl. Basta dare un'occhiata ai numeri per capire che Raitre viene usata come una vera e propria passerella per gli esponenti della sinistra. Se si prendono in esame tutte e 29 le puntate della trasmissione domenicale della giornalista campana, emerge un'impressionante "impar condicio": ben quattordici sono state dedicate a un ospite democrat.

Annunziata insulta il Pdl

Dall'ex segretario piddì Pierluigi Bersani a Rosi Bindi, dal sindaco Matteo Renzi, che ha anche bissato, a Dario Franceschini, da Fabrizio Barca all'ex Cgil Guglielmo Epifani. Per il Pdl due sole presenze di Alfano. Una di queste macchiata dagli insulti della Annunziata. Insulti che non sono mai stati puniti dal direttore generale Rai Luigi Gubitosi. Non solo. Gubitosi aveva addirittura negato l’evidenza durante l’audizione in commissione di Vigilanza. "Del resto non ha garantito, con una condotta irrispettosa, nemmeno il diritto di replica a chi è stato oltraggiato durante i comizi televisivi della Annunziata al servizio della sinistra", ha commentato il vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri invitando la Rai a "porre fine al massacro mediatico del centrodestra attuato da programmi-propaganda ben protetti e strapagati". Proprio per questo, il Pdl chiederà a breve una riunione della Vigilanza per raffrontare il negazionismo dei vertici di viale Mazzini.

"Quella di oggi è una vittoria di tutti i cittadini italiani che pagano il canone e hanno diritto a un'informazione equilibrata e completa". Brunetta ha incassato con soddisfazione la decisione dell'Agcom. D'altra parte, sono anni che Silvio Berlusconi denuncia la faziosità della televisione pubblica. Dai telegiornali ai talk show l'anti berlusconismo militante è un fil rouge che la Vigilanza non è mai riuscita a recidere. "La prima battaglia è stata vinta - ha concluso Brunetta - ora continuerò a difendere il pluralismo, la par condicio e la trasparenza che nel servizio pubblico radio televisivo devono diventare la regola e non più l'eccezione". (il Giornale)

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