giovedì 19 settembre 2013

Berlusconi è di gran lunga migliore di tutti i suoi sicari. Marcello Veneziani

Da troppo tempo assistiamo inermi e disgustati a un'atroce, infinita corrida con una curva che esulta a ogni spada che lo trafigge, a ogni banderilla conficcata sul suo dorso ferito. Una mattanza che non ha proporzioni con la realtà

Io sono tra quelli che dicono basta. Basta parlare sempre e solo di Berlusconi, basta dividere il mondo tra berlusconiani e antiberlusconiani.
 
Vorrei voltare pagina, dichiarare conclusa un'epoca, un ciclo.

Ho nausea, vorrei occuparmi d'altro e di altro mi occupo.

Ci sono molte più cose in cielo e in terra, in patria e nell'anima nostra, che sono più urgenti, più alte, più divertenti. Né falchi né colombe, preferisco le aquile e le farfalle. Vorrei che di decadenza si occupassero gli storici e i filosofi per quel che riguarda la civiltà e i gerontologi per quel che concerne le singole persone. Ma non passa giorno che non si accaniscano la puntigliosa ferocia, il bestiale livore, per massacrare e smontare a pezzi Berlusconi e tutto quel che attiene a lui.

Accerchiato e bastonato come mai era accaduto, con una quantità di sentenze, indagini, perquisizioni senza precedenti e una convergenza precisa, meticolosa, di processi e condanne, una cronologia da ordigno di alta precisione, trattato come il peggiore criminale della storia, io mi chiedo come faccia Berlusconi a non esplodere, dare in escandescenza, compiere un atto clamoroso o definitivo. Mettetevi nei suoi panni, comunque la pensiate e qualunque giudizio abbiate su di lui. Sarebbe più onesta una sventagliata di mitra o un esproprio proletario che uno scempio del genere. Ad asfaltarlo ci pensano loro, non il para-cool Matteo Renzi.
Da troppo tempo assistiamo inermi e disgustati a un'atroce, infinita corrida con una curva che esulta a ogni spada che lo trafigge, a ogni banderilla conficcata sul suo dorso ferito. Una mattanza che non ha proporzioni con la realtà, un'ordalia barbarica dove il giudizio di Dio è sostituito dal giudizio dei magistrati. È un linciaggio che grida vendetta e ho orrore a dirlo, perché detesto le vendette, le grida e le guerre civili, preferirei battermi per difendere interessi generali e principi condivisi. È un'istigazione allo scontro finale e a me non piacerebbe né scendere in guerra per questa causa né restare neutrale. Non vorrei scegliere tra il vile e il servile.
Una cosa però sento di dire: sul piano umano quel Berlusconi, con tutti i suoi errori e difetti, è di gran lunga migliore dei suoi sicari, avvoltoi e profittatori a norma di legge. (il Giornale)

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