martedì 3 dicembre 2013

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3 dicembre 2013

“Se uno sbaglia per dolo deve essere chiamato a risponderne” sembra a Renzi una coraggiosa e ferma presa di posizione sul problema della responsabilità civile dei magistrati. In realtà perfino la legge originaria si spingeva oltre, fino al concetto di colpa grave. Un comportamento doloso è già sanzionabile sia civilmente che penalmente, mancherebbe altro. Mettiamo il caso di un magistrato che non verifica se il numero di telefono trovato su un’ agendina corrisponda veramente a quello di un imputato detenuto in attesa di giudizio e lo dia per scontato per evitare la fatica di fare o far fare una telefonata. Mettiamo che il suo comportamento non sia doloso ma dovuto a un dato, diciamo così, caratteriale. Se poi si scopre che il numero era di un altro, e anche l’agendina per la verità aveva un altro proprietario, anche escludendo un comportamento doloso, ed è difficile farlo, vogliamo privare quell’imputato, poi assolto, dal diritto di rivalersi non contro “lo stato” ma contro quei magistrati? Finora la risposta è stata: sì, lo neghiamo a lui e ai suoi eredi. Anzi i magistrati in questione li promuoviamo a prestigiosi incarichi. Renzi sostiene che i referendum non servono, basta fare buone leggi. Ieri ha aggiunto che vanno fatte insieme e non contro i magistrati. Nemmeno contro quelli che neanche fecero quel numero di telefono?
di Massimo Bordin@MassimoBordin

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