martedì 4 marzo 2014

La lettera di Brunetta agli organi di stampa

 


“Stimati direttori, con il dovuto rispetto, avendo apprezzato la vostra poderosa e collettiva protesta contro il torto subito dall’“Ora della Calabria”, vorrei segnalare un caso di chiusura forzata di un sito, di libera espressione di critica e di pensiero, causata dal combinato disposto di Rai e di magistratura”.

È quanto scrive Renato Brunetta, presidente dei deputati di Forza Italia e membro della Commissione di Vigilanza Rai, in una lettera aperta a tutti i direttori di giornali e telegiornali.

“Lo faccio oggi (ieri, ndr) – sottolinea Brunetta – in una occasione felice. Non ci siamo arresi infatti, e con altro nome quel pezzettino di libertà uccisa riprende vita: www.raiwatch.it dopo circa due mesi di oscuramento torna alla luce con il nome di www.tvwatch.it. Nel frattempo – prosegue Brunetta – ci spiace constatare che non si è udita alcuna sia pur sommessa voce di solidarietà o tantomeno di protesta per la ferita all’Articolo 21 della Costituzione, allorché il 5 gennaio scorso, il Tribunale di Bologna, su ricorso urgente della Rai, ha soppresso questo strumento di conoscenza e di democrazia, poiché figurava nel suo titolo quel nome che credevamo appartenesse a tutti gli italiani, per l’ovvia ragione che è dello Stato ed è finanziato con il canone. Quel sito – continua Brunetta – ospitava i testi delle interpellanze parlamentari e le risposte della dirigenza della Rai, le sentenze dell’AgCom, i liberi commenti di clienti paganti delle trasmissioni della televisione del servizio pubblico, convinti che il servizio pubblico debba essere giudicato, come dice la parola stessa, dal pubblico. Riprendiamo da dove avevamo iniziato. Mi sono assunto personalmente la responsabilità giuridica del nuovo sito. Confidando in un cenno di benevolenza – conclude – ancorché non ci sia da esigere le dimissioni da sottosegretario di un modesto senatore calabrese, ma assai più modestamente da eccepire sulla condotta del potentissimo direttore generale della Rai, Luigi Gubitosi, saluto cordialmente augurando buon lavoro e buona libertà di stampa per tutti, ma proprio tutti, persino per chi non è di sinistra”.

(l'Opinione)


 

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