venerdì 31 ottobre 2014

la Malalingua 178. Dino Cofrancesco





Non c’è nefandezza di cui Matteo Renzi non venga accusato dalla minoranza PD, da molti giornali d’opinione – ad es., il quotidiano della buona borghesia genovese, in questo allineato sul ‘Fatto’, ‘Il Secolo XIX’ – dagli ex notabili DC, dai bravi del Cavaliere. E’ un nuovo Craxi, anzi è un nuovo Berlusconi o, peggio, è un nuovo Mussolini! C’è qualche ex opinion maker che si augura di non dover morire in un’Italia governata da un altro duce. Dico subito che non sono pochi gli errori fatti da Renzi e che condivido in toto le critiche che gli vengono rivolte da Angelo Panebianco, da Luca Ricolfi, da Antonio Polito etc. E, tuttavia, almeno un merito gli va riconosciuto: quando ha detto brutalmente alla Camusso che «le leggi non si fanno convocando le ‘parti sociali’ ma in Parlamento» ha richiamato un principio liberale che nessun altro politico della I della II Repubblica aveva osato ricordare alla Trimurti sindacale. Fine del consociativismo? Sarebbe la vera rivoluzione italiana!

(LSBlog)

 

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