martedì 21 luglio 2015

Renzi annuncia l'età dell'oro. Gianni Pardo





Nell’assemblea del Partito Democratico è comparso l’arcangelo Gabriele. Era da qualche tempo che non si vedeva, ma stavolta valeva la pena di ritornare sulla Terra. Bisognava infatti annunciare all’Italia che ciò che non era riuscito per molti decenni sarebbe finalmente riuscito, che ciò che si era lungamente desiderato, senza ottenerlo, era finalmente a portata di mano; “Nuntio vobis gaudium magnum!”.
L’arcangelo Gabriele – che stavolta ha il faccino del nostro Matteo Renzi, in rara versione con cravatta - prevede, già per il 2016, «l’eliminazione della tassa sulla prima casa, l’Imu agricola e sugli imbullonati». In seguito, nel 2017, il bambino prodigio si occuperà di Ires e Irap, sicché, nel 2018, se abbiamo capito bene, nei fiumi scorreranno latte e miele. Entro l’agosto di quest’anno (e sarà un altro miracolo) avremo la riforma della Pubblica Amministrazione di solito considerata una tale impresa che ha scoraggiato tutti. Tanto che ci chiediamo se ora il provvedimento più importante non sia l’avere unificato, sotto il numero “112”, il 113, il 115 e il 118.
Gli “imbullonati” di cui Renzi ha parlato sono i macchinari ancorati al suolo con bulloni, su cui lo Stato ha pensato bene di mettere una tassa. E al riguardo ci si può legittimamente chiedere se un Primo Ministro possa permettersi di usare termini incomprensibili ad un italiano largamente alfabetizzato, perfino a suo agio con qualche lingua straniera. Ma forse le massaie e i sagrestani usano questo termine tutti i giorni.
Torniamo al libro dei sogni. Il discorso di Renzi suscita un sarcastico scetticismo perché in questi casi non è il programma, che interessa: chi non amerebbe promettere l’abolizione della tassa sulla prima casa, chi non amerebbe potersi vantare di averla eliminata? La notizia dunque non è che il Segretario del Pd la metta nel suo programma, la notizia sarebbe che il suo programma sia realistico. E a questo scopo non basterebbe certo che egli si dichiari capace di compiere il miracolo: vorremmo sapere come conta di farlo e vorremmo anche vederglielo fare.
Sempre che sia lecito fare i conti con le dita, il problema si può porre in questi termini: per funzionare, lo Stato ha bisogno di soldi. Oggi questi soldi li ricava dalla casa, dall’Imu agricola e perfino dagli “imbullonati”, oltre che da Ires, Irap e Iradiddio di tasse e imposte. Nel momento in cui si parla di abolirle, le possibilità sono soltanto due: o Renzi conta di eliminare la maggior parte dei servizi dello Stato - chiudendo scuole, caserme, ministeri, comuni, ferrovie, tribunali - sicché lo Stato potrebbe sostenersi con la tassa sugli alcoolici o poco più. Oppure il taumaturgo conta di mantenere tutti quei servizi, attingendo il denaro necessario dal pozzo di San Patrizio, ad Orvieto. Sempre che, come le banche greche, non sia a secco di contanti.
E pensare che davano dello sbruffone a Berlusconi. Il Cavaliere indubbiamente ha mantenuto molto meno di quanto ha promesso, ma Renzi batte tutti: ha l’aria di promettere la Luna, dandone un quarto a ciascuno dei sessanta milioni di italiani.
L’esagerazione è uno degli strumenti classici della comicità, ma qui nella sostanza non c’è assolutamente nulla da ridere. Non è normale che un Primo Ministro prenda per i fondelli l’intera popolazione del suo Paese. Per mesi si è parlato di “spending review” e l’unico effetto concreto che s’è visto è stata la fuga all’estero dello scoraggiato esperto incaricato di progettarla, Carlo Cottarelli.
Ma non bisogna essere avari di aperture di credito. Naturalmente Renzi può fare ciò che ha promesso. Naturalmente forse sarà capace di realizzare il miracolo sopra descritto. E naturalmente in molti saremmo pronti a fargli parecchi monumenti a cavallo, nelle maggiori piazze cittadine, perfino mediante colletta pubblica. Ma in realtà saremmo piuttosto disposti a scommettere mille dei pochi euro che abbiamo che non ci riuscirà. A meno che, per abolizione, non intenda che l’Imu si chiamerà Umi, l’Ires Sier e via dicendo.
Chiunque usa un computer sa che deve guardarsi dalle truffe, atte ad abbindolare coloro che sono contemporaneamente avidi ed ingenui. Esemplare quella che annuncia la vincita ad una lotteria cui non si è partecipato. In questi casi chi ha buon senso butta via la mail e passa ad altro. Ora forse bisognerà imparare a fare la stessa mossa quando parla il Primo Ministro.
pardonuovo@myblog.it

(LSBlog)


1 commento:

Anonimo ha detto...

Renzi la "Bestia"